La musica del mondo nuovo
– di Arnoldo Mosca Mondadori_
Si usa spesso la parola caso, per raccontare le combinazioni anche meravigliose che capitano nella nostra vita. Forse è un termine utile per celare la bellezza che si nasconde nel caso. Ecco, per caso ho incontrato Marisa Baldoni, che una sera guardava una trasmissione televisiva dov’eravamo ospiti padre Kizito e io, per presentare il progetto Piccolo Fratello di Amani. Ricordo che il giorno dopo ricevetti una telefonata e una voce già familiare mi diceva: “vorrei fare una donazione ad Amani, se vuole può venire a trovarmi”. In quella voce c’era una gioia profonda: ecco che la Vita ti chiama, ti telefona.
Risposi all’appello andando da Marisa. D’ora in poi l’avrei chiamata per sempre Marisa, perché nel suo sguardo c’era un intero universo. Mi disse che era appena mancato Vittorio, suo marito, e che avrebbe donato per la continuità dei progetti in Africa la sua casa di Ponte di Legno, una casa a tre piani, e in poco tempo così è stato. Ora la casa di Ponte di Legno è un punto di riferimento importante per Amani.
Ma questo è solo l’inizio, perché poco tempo dopo, nel 2010, nacque con Marisa l’idea di offrire ai bambini e ragazzi rom – che a Milano venivano sgomberati quotidianamente dal Comune, senza che venisse offerta loro nessuna possibilità di integrazione – dei corsi di violino e fisarmonica. Sì, aprire le aule del Conservatorio e proporre un percorso serio di didattica musicale, ma anche sociale, con l’aiuto della Casa della Carità e dei suoi operatori. Dopo due anni è nato il primo organico orchestrale: i maestri del Conservatorio avevano formato 24 bambini e ragazzi rom e 4 di essi erano riusciti a superare gli esami di ammissione. Non so come, ma poi, grazie ad alcune chiacchierate, abbiamo pensato di allargare il progetto a tutte le etnie e di coinvolgere anche gli studenti del Conservatorio. Pensare, cioè, ad un’orchestra che potesse, con l’arte e la musica, parlare di integrazione, senza tanti discorsi, ma attraverso emozioni universali. A partire dal 2012 abbiamo coinvolto anche i detenuti del carcere di Opera che lavorano nel laboratorio di liuteria, perché costruissero i violini per l’orchestra.
È nata così la Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti, per sostenere l’orchestra e il lavoro dei detenuti (in questi due anni hanno costruito venti violini), una Fondazione dedicata a Vittorio, ed è nata l’Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni, che il 23 aprile ha debuttato in Conservatorio con Franco Battiato, Franco Cerri, Roberto Cacciapaglia e altri grandi artisti. Ora nell’orchestra, con i bambini e i ragazzi rom, ci sono giovani senegalesi, brasiliani, iraniani, cinesi, peruviani, armeni, insieme ai giovani studenti del Conservatorio italiani e stranieri. Un organico di sessanta elementi. Ma il bello è che seguendo lo sguardo di Marisa, il progetto prende nuove forme. Con poche parole Marisa ci indica la rotta: “Fate suonare in una parte del concerto solo i bambini del Senegal insieme ai ragazzi iraniani, così avrà più spazio la musica etnica…”.
E noi dietro ai sogni di Marisa, naturalmente, come fosse acqua in cui navigare. Ora ci sono tante tappe, il progetto di suonare con Woody Allen, di continuare a sostenere con sempre maggiore attenzione e risorse economiche i bambini e le loro famiglie, di trovare nuovi talenti. Come lo sguardo di Marisa, anche l’orchestra si allarga.