Un anno fa l’incubo del nucleare in Basilicata Presentato “I giorni di Scanzano” progetto di Cgil ed Energheia
Il Quotidiano – Sabato 13 novembre
Nel libro di Rossella Montemurro una cronaca fatta di voci
Il giorno più amaro di quelle due settimane con l’insidia del nucleare sul futuro della terra lucana, per il sindaco di Matera, Michele Porcari, è stato quel 18 novembre 2003 a Roma, quando la delegazione di amministratori giunta dalla Basilicata fu ricevuta dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, e dal ministro Altero Matteoli.
Quella data, registrata nel libro dossier “I giorni di Scanzano – Cronaca di un accidente nucleare” della giornalista Rossella Montemurro, presentato ieri alla Mediateca Provinciale, è riemersa dalla memoria di Porcari come il “momento più brutto che, finora, io abbia mai vissuto”.
L’anticamera dell’incontro – sottolineata dal surreale passaggio di lussuosi piatti di portata d’argento per la cena di gala con il premier israeliano Sharon, ospite del Governo italiano – e poi il colloquio, davanti a volti freddi ed indifferenti. “La sensazione – ha ricordato il primo cittadino materano – è stata quella di avere a che fare con persone alle quali non importava niente delle esigenze espresse da un intero popolo”.
In quella occasione, i rappresentanti politici lucani scoprirono anche che i finanziamenti a disposizione per lo smaltimento delle scorie non sarebbero stati tali da garantire la sicurezza delle operazioni di realizzazione del sito unico. C’erano appena i soldi perché le scorie, così com’erano, fossero semplicemente trasportate a Scanzano Jonico, a riposare nel loro nuovo, tranquillo cimitero.
Ad un anno dal decreto 314 e dall’improvvisa, appassionata rivolta antinucleare dei lucani, la presentazione del volume di Rossella Montemurro inaugura le iniziative che, in tutta la provincia, ricorderanno quei convulsi quindici giorni di mobilitazione. Il libro, pubblicato dalla Ediesse nella collana Materiali, nasce da un progetto della Cgil di Matera e dell’associazione culturale Energheia, presieduta dalla stessa Montemurro. La genesi del lavoro è stata illustrata ieri dal segretario provinciale della Cgil, Angelo Cotugno, che ha detto: “Sin dalle prime ore di reazione dei cittadini scanzanesi e di tutti i lucani alla decisione del Governo, abbiamo compreso la portata senza precedenti di ciò che stava accadendo sul territorio. Per questo, quando il popolo è riuscito ad allontanare l’incubo del sito unico, rigettando la scelta del Governo, abbiamo pensato di documentare quegli eventi, nella convinzione che sia utile mantenere viva l’attenzione su questo delicato argomento”.
Da quel temuto “accidente nucleare”, infatti, né Scanzano, né il resto del paese son ancora al sicuro. A ribadirlo ieri, anche l’assessore provinciale alla cultura Rosa Rivelli e il componente del comitato materano “No nuke” Maurizio Camerini, il quale ha presentato una vasta relazione sul problema del nucleare, con la proiezione di filmati sui movimenti internazionali di opposizione, citando anche la vittima della recente manifestazione antiscorie sulle rotaie di Nancy in Francia.
Nel testo di Rossella Montemurro, che comprende interventi di Angelo Cotugno, dell’ambientalista e docente universitario Giorgio Nebbia e del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, si ripercorrono le giornate di Scanzano Jonico con lo stile immediato della cronaca. Ma, come afferma l’autrice, al centro del lavoro ci sono soprattutto le emozioni, ancora pulsanti, dopo un anno, dalle voci dei tanti protagonisti – gente comune, esponenti politici, giovani delle associazioni, sindacalisti – che trovano ampio spazio nelle pagine del libro e ne costituiscono l’elemento di originalità.
“Le testimonianze che ho raccolto – dichiara Rossella Montemurro – erano giocate sul filo dei sentimenti. Quasi tutti spiacevoli, come la rabbia e la paura, ma, nonostante questo, la gente è riuscita a trasformarli in azione, ed ottenere un importante risultato”.
Il volume è corredato da atti significativi, documenti fotografici ed una selezione di commenti e dei numerosi articoli giornalistici che seguirono la vicenda. Pochi i contributi di stampa e mass media nazionali, gli stessi che diedero la notizia del blocco della statale 106 dopo quattro giorni di presidio e 25 chilometri di coda. Un altro mistero delle fitte e segretissime trame del nucleare in Italia: prima o poi vorremmo che qualcuno ce lo spiegasse.