La terra volante
di Roula Naboulsi, 27 febbraio 2011 – (Traduzione di Marta Cossato)
C’è uno specchio rotto, una donna che cura il suo riflesso,
ed un’altra che abbraccia il vento.
C’è un’infanzia blu,
un primo bacio ed un ultimo bacio.
C’è un bambino piccolo ed una pistola grande.
C’è un primo mondo, un terzo mondo e altri mondi più sottili che non sappiamo definire.
C’è una terra legata a un aquilone ,
Ed un’altra che gira attorno a un derviscio.
C’è un tiranno che si ubriaca con bottiglie di lacrime.
Ci sono dei religiosi schiavi dei culti terrestri,
degli scienziati prigionieri delle loro teorie,
e degli artisti che sfuggono alla legge di gravità.
C’è un’onda che non riconosce l’oceano,
una barca innamorata del porto ed un’altra innamorata dell’infinito.
C’è una paura che non ha più paura, una saggezza innamorata della sua follia,
ed una lacrima che sorride.
C’è un’eternità prigioniera di un orologio,
ed un silenzio profondo tradito da parole fragili.
Hanno fucilato l’arcobaleno e l’hanno messo in un museo,
una statua non può piangere, c’è del kohol sui suoi occhi.
C’è una musa disoccupata,
delle parole che volano, sfuggendo ad una penna.
Tu sei entrato in silenzio ed io sono entrata in assenza.
C’è uno specchio rotto, una donna che cura il suo riflesso,
ed un’altra che abbraccia il vento.