A Matera la proclamazione dei vincitori del Premio letterario Energheia
Corriere del Giorno – Lunedì 17 settembre
Quando la cultura è anche allegria
Si è svolta a Matera la cerimonia di premiazione della settima edizione del Premio letterario promosso dall’associazione culturale Energheia. La manifestazione ha calamitato l’attenzione dell’intero territorio nazionale, grazie anche alla capillare diffusione del bando da parte dell’associazione, della Fondazione “Il Fiore” di Firenze e della Regione Basilicata.
Il miglior racconto da sceneggiare, a detta della qualificata giuria presieduta dalla regista Patrizia Belli è “Muri” di Alex Boschetti di anni ventiquattro di Bolzano. La storia di un ex chimico della DDR e di un’ambiziosa poliziotta sullo sfondo di Berlino all’indomani della caduta del Muro, evocata con un linguaggio asciutto tale da rendere immagini di notevole drammaticità ritenute giuste per ricavarne un’ottima sceneggiatura.
La giuria del premio letterario presieduta dalla scrittrice Chiara Gamberale ha scelto come miglior racconto dell’edizione 2001 quello di Dario Fani, un giovane romano di trentacinque anni, intitolato “Walter Simmons”. La storia di Simmons che si reca in un paesino irlandese con un solo bagaglio in cui custodisce una misteriosa invenzione.
Il momento forse più emozionante è stato quando la scrittrice Beatrice Tottossy ha presentato la prima edizione del premio letterario Energheia Europe. E’ questa infatti la novità assoluta di quest’anno, che ha visto l’associazione materana impegnata a diffondere il Premio in Franca e in Ungheria.
E’ intervenuto alla manifestazione l’addetto culturale dell’Ambasciata della Repubblica di Ungheria a Roma, il prof. Gyozo Szabo che ha premiato il vincitore, un giovane scrittore di Budapest, Laszlo Kish. L’intervento del Prof. Szabo ha segnato un momento di attenta riflessione sull’importanza di conoscere la cultura degli altri Paesi per far si che si possa realmente parlare di integrazione europea. La storia politica dell’Ungheria ha prodotto una cultura fortemente istituzionalizzata negli anni del cosiddetto socialismo reale, e questo tipo di politica ha fatto si che nascessero un numero altissimo di scrittori, oltre duecento riviste letterarie e una gioventù che si è formata con l’imoegno di dotare di senso la storia del proprio Paese. Il Ministero della cultura in Ungheria ha proclamato quest’anno come l’anno della lettura, per incoraggiare i giovani alla lettura e perché sono sempre le idee importanti che ispirano la storia e la politica.
Di qui la considerazione del prof. Szabo che uno scrittore deve occuparsi di politica, intesa nella sua forma più nobile, e a tal proposito ha richiamato alla memoria di quanti erano presenti come la rivoluzione del ’48 in Ungheria sia stata assolutamente opera degli intellettuali. Dopo il 1989 poi, non essendoci censure di alcun tipo, sono sorte in quella nazione infinite possibilità di pubblicare. E’ in questo scenario che è nato, precisamente nel 1976, il giovane scrittore ungherese premiato dalla giuria. Lo abbiamo intervistato grazie alla preziosa collaborazione del prof. Szabo e abbiamo appreso che è un giovane studioso di filologia all’Università di Budapest e che da tempo cerca di realizzare un gemellaggio tra il liceo di Budapest dove insegna ed un liceo italiano. Che conosce Dante e la Divina Commedia, perché sono gli unici argomenti della letteratura italiana presenti nei programmi delle scuole ungheresi, ma che ama il latino e che è un appassionato lettore di Umberto Eco e del grande Italo Calvino. “La mia vita è un po’ dimezzata, come quella del visconte di Calvino, e la mia scrittura tende verso l’assurdo, per questo il mondo di Calvino mi affascina”. Il giovane scrittore ha vinto anche una settimana di soggiorno in Italia, e il nostro augurio è stato quello di riuscire a conoscere il più possibile della nostra cultura, finora rimasta ai margini della formazione dei giovani ungheresi, ma che, come ci spiegava il prof. Szabo, farà sempre di più parte dei programmi ministeriali per le scuole, per cercare di abbattere sempre più le barriere e arrivare all’unità Europea con un unico grande obiettivo: quello di una più libera e facilitata circolazione delle idee e delle culture.
Un premio, quello di Energheia, di giovani per i giovani, ma che ha il grande pregio di ammaliare chiunque gli si avvicini, indipendentemente dall’età anagrafica. L’allegria che circola e caratterizza queste giornate materane coinvolge tutti e stravolge tutti i canoni tradizionali che vedono nei premi letterari nazionali momenti dedicati a pochi intimi e venati di una noia nemmeno tanto sottile.
Nella foto_La cerimonia di consegna della VII edizione del Premio Energheia 2001