Impressioni di settembre
– di Lella Costa_
Presidente Giuria XVII edizione Premio Energheia_2011
Non so voi, ma io ormai da parecchio tempo a questa parte ho la sensazione che se andiamo avanti così in Italia ci saranno più scrittori che lettori. Le cosiddette ” novità editoriali” escono a decine ogni settimana, le librerie ne sono intasate, i librai si arrendono all’inevitabile : nessuno potrebbe umanamente non dico leggerli tutti, ma almeno farsi un’idea sia pur vaga di questi libri, capire di che cosa parlano e come e da chi sono stati scritti (quanto al perché, ci abbiamo tutti rinunciato da tempo). Poi se ti succede di cercare, per dire, una certa edizione di “Ossi di seppia” ti senti rispondere (spesso con una punta di autentico rammarico) che purtroppo non si possono tenere in libreria anche i cosiddetti volumi “di catalogo” per evidenti motivi di spazio.
Lungi da me ipotizzare alcuna censura o peggio nei confronti degli autori contemporanei, esordienti e non, ma in tutta franchezza credo che forse non guasterebbe una sorta di codice di autoregolamentazione, basato soprattutto sul caro vecchio buon senso: ché il troppo stroppia, e la bulimia non fa bene, neanche (soprattutto?) se si tratta di libri.
Tutta questa premessa forse neanche tanto simpatica ma per me irrinunciabile, per spiegare che di conseguenza non è che io vada matta per i concorsi letterari. E se mi chiedono di far parte di una giuria di uno dei suddetti concorsi, prima di accettare ci penso molto bene, e mi informo, e vaglio e travaglio.
Bene, sono proprio contenta, di più: sono fiera e orgogliosa di avere fatto parte della Giuria (come presidente, nientemeno!) di questo Premio. Perché è una cosa seria, pensata e realizzata con rigore, passione e competenza. Perché i testi sono stati valutati e selezionati con criteri assolutamente oggettivi, e gli obiettivi del concorso spiegati con grande chiarezza e nessuna ambiguità: non si tratta di scoprire nuovi talenti per un mercato che è, appunto, bulimico e cinico allo stesso tempo, ma di incoraggiare la scrittura (e la lettura) come forme alte di creatività e soprattutto di conoscenza. Perché gli elaborati che sono stati sottoposti a me e agli altri giurati erano tutti rigorosamente anonimi, soltanto e giustamente divisi per fasce di età: non sapevamo neppure se l’ autore fosse maschio o femmina, e una dei momenti più divertenti per noi giurati è stato proprio scommettere su questo… Aggiungo che i “lavori” della giuria sono stati di una piacevolezza assoluta, oltre che di una sorprendente armonia: ma questo e anche merito, io credo, della città. Matera è un posto magico, di una bellezza indicibile, che ti sorprende e ti leva il fiato, e i caparbi e appassionati organizzatori del Premio hanno la stessa grazia e lo stesso fascino (intellettuale!non vorrei essere fraintesa…).
Insomma, è stata un’esperienza bellissima, e ne conservo un ricordo caldo e speciale, e vi ringrazio, tanto.