I Brevissimi 2020 – Mare Nostrum, Floriana L’Arco_Roma
Anno 2020 – (I colori dell’iride – Azzurro)
Onde altissime si levano e flagellano la costa
si accavallano le une alle altre
rompono furibonde contro gli scogli
contro le carene delle navi
Da giorni
Nero cielo pesante
Greve di pioggia
Barche in secca
Pescatori inoperosi
Non finisce mai
Gente attonita guarda il mare in tempesta
Tuoni suonano al largo
Lampi avvampano la notte
E l’azzurro del mare è un ricordo
Da giorni
Stupore
Spavento
Non finisce mai
Le donne si vestono di bianco
Vanno al tempio
Con il capo coperto
I bambini e le serve al seguito
Pregano gli dèi
Immolano il capretto più bello
O più glorioso degli immortali, sotto mille nomi sempre onnipotente,
Zeus, signore della natura, che con la legge governi ogni cosa,
Salve; perché sei tu che i mortali han diritto d’invocare.
Da te infatti siam nati, provvisti dell’imitazione che esercita la parola,
Soli tra tutti gli esseri che vivono e si muovono sulla terra;
Così io ti celebrerò e senza sosta canterò la tua potenza.
È a te che tutto il nostro universo, girando attorno alla terra,
Obbedisce ovunque lo conduci, e volentieri subisce la tua forza;
Zeus, signore, placa la furia di tuo fratello Poseidone.
Rabbonisci il dio dei flutti, domatore di cavalli e salvatore di navi,
Restituiscici il mare fonte del nostro sostentamento,
Restituiscici l’azzurro delle sue acque calme,
Placa la furia dei suoi marosi che ora distruggono le navi.
Asciuga le nostre lacrime mortali e riempi di nuovo le reti.
Ah! Zeus, benefattore universale, dai cupi nembi, signore della folgore,
Salva gli uomini in questi tempi funesti, intercedi per noi presso Poseidone.
Inno a Zeus (Cleante)
A terra spumeggia il sangue dell’innocente
E l’odore del sacrificio sale con la supplica
Zeus, sporto dalle plumbee nubi, ascolta
Chiama a gran voce il fratello che dimora negli abissi
“Poseidone, che succede? Gli uomini sono spaventanti. Non pescano da giorni. Pregano perché i venti cessino e i flutti si calmino e torni il sereno.”
“Zeus, potente fratello, perché ti intrometti? Lascia che la mia collera trovi il suo sfogo! Gli uomini hanno quello che meritano.”
“Poseidone, signore delle profondità marine, amico dei marinai e dei viaggiatori, dimmi l’origine della tua collera.”
“Zeus, potente su tutti gli dèi, fratello. Il mio mare, la mia casa, il mio bene, è un cimitero. Migliaia di cadaveri abitano le sue acque. I pesci se ne nutrono. Stanno adagiati sul fondo tra le assi dei relitti oppure, gonfi, galleggiano tra le mie onde. Orbite vuote mi fissano nell’oscurità. Tormentano i miei sonni.”
“Chi sono codesti mortali? Chi li uccide?”
“Sono genti che arrivano da lontano. Da regioni al di là del deserto. Navigano su barche derelitte esposti ad innumerevoli perigli. Cercano approdi sicuri ma vanno alla deriva e annegano. Sento le loro grida altissime. Grida di uomini giovani e donne gravide e bambini.”
“Chi li uccide, Poseidone?”
“Li uccide chi non li salva.”
“Le antichissime leggi del mare sono sovvertite. Non possiamo permettere che questi miseri invochino soccorso inascoltati!”
“Oh, Zeus, tra gli dèi il più grande, anche la legge dell’ospitalità è infranta. Quelli che sopravvivono ora vengono umiliati e respinti. La mia rabbia è tremenda come orrendi sono i tempi.”
“Poseidone, dio possente, non posso essere sordo alle suppliche degli umani né ignorare la tua giusta collera.”
Zeus si ritira scuro in volto
Chiama gli dèi a consesso
Gli uomini vanno puniti
Ma la tempesta deve finire
Gli dèi discutono a lungo 7 giorni e 7 notti
All’alba dell’ottavo giorno sciolgono il nodo del dilemma
Convocano Poseidone
Zeus parla per tutti
“Poseidone, dio marino che regni con giustizia,
cessa le tempeste che affliggono gli uomini e fermano la pesca,
lascia che i marinai e i naviganti riprendano il largo,
d’ora innanzi potrai vendicarti scotendo la terra ed il mare,
potrai ricordare agli umani la loro fragilità
e quietare la tua ira e la tua sete di giustizia.”
E così fu.
Da quel momento, Poseidone, dio del mare, usa, all’occorrenza, il potente tridente per scatenare spaventosi maremoti e terremoti.