Appunti di viaggio, Premio IESS

Creiamo un nuovo premio letterario? IESS

Violetta Colonnelli della Scuola del libro racconta la nascita del Premio IESS.

A marzo dell’anno scorso alla Scuola del libro arriva una proposta quantomeno esotica: parte dall’America Latina (IILA – Organizzazione internazionale italo-latino americana), passa per Matera (Associazione Culturale Energheia) e arriva a Roma da noi, la Scuola del libro, e dalle Edizioni SUR. Potevamo tirarci indietro?
Ma andiamo con ordine. 
Tutto comincia a Matera quando Felice Lisanti, presidente dell’associazione culturale Energheia, propone a Marco Cassini e a Jaime Nualart, segretario culturale dell’IILA, di lavorare insieme al bando di un premio che individui nuove voci letterarie under 35 dall’America Latina. La squadra è presto fatta: l’associazione culturale di Matera Energheia, edizioni SUR, Scuola del libro e IILA, la prestigiosa Organizzazione internazionale italo-latino americana.
Cominciano una serie di riunioni online che passeranno alla (nostra) storia: efficienti, operative, cordiali e soprattutto… brevi! Tutti galvanizzati dal procedere spedito lavoriamo alla composizione del bando: stabiliamo i requisiti, ne progettiamo la diffusione, convochiamo una giuria, ci dividiamo oneri e onori.
 

L’obiettivo è individuare una voce brillante tra gli scrittori e le scrittrici under 35 che abbiano esordito nel loro paese di origine – tra i paesi membri dell’IILA – entro il 2022.
Le squadre di SUR e Scuola del libro leggeranno tutto il materiale pervenuto (segnali di fumo e richieste di aiuto sono partiti dalla redazione di viale della Piramide Cestia!) con l’obiettivo di selezionare una rosa di tre finalisti. A quel punto entrerà in campo la giuria: due traduttrici di grandissima esperienza – Francesca Lazzarato e Gina Maneri – e due professori universitari – Gabriele Bizzarri dell’Università di Padova e Stefano Tedeschi dell’Università La Sapienza di Roma –: a loro quattro il compito di selezionare il romanzo vincitore tra i tre finalisti, che verrà poi pubblicato dalle edizioni SUR, tradotto da una traduttrice o un traduttore individuati dalla Scuola del libro (nella migliore delle ipotesi da qualche allieva o allievo dei nostri corsi di traduzione).

Ci siamo, a luglio viene diffuso il bando: da noi è estate ma la chiamata alle armi dall’altra parte dell’oceano arriva in pieno inverno.
Intanto io, in rappresentanza della Scuola del libro, e Marco Cassini, in quanto editore di SUR, ci godiamo una trasferta in quel posto incredibile che è Matera. Felice Lisanti e la sua formidabile squadra dell’associazione Energheia, che è nata e lavora lì, hanno organizzato una conferenza stampa per il lancio del premio: ci tocca proprio andare! Ah, che fatica, immagino già il sacrificio, i Sassi, le orecchiette, i peperoni cruschi…
Matera ci accoglie con affetto: Felice ci viene a prendere alla stazione di Bari e ci avviamo in macchina verso Matera, dove alloggiamo in un austero albergo gestito da religiose.
Finalmente ci ri-conosciamo tutti non più davanti a uno schermo ma molto più simpaticamente davanti a una birra artigianale!
Il giorno dopo c’è la conferenza stampa: per fortuna la colazione alla storica pasticceria Schiuma mi aiuta ad affrontare quei cinque minuti in cui dovrò parlare in pubblico, cosa che eviterei sempre molto volentieri. Dalla mia c’è anche il fatto che la conferenza sarà in diretta streaming ma nei paesi latinoamericani coinvolti per fortuna è mattina presto e da quelle parti dormono tutti. Oltre a noi parlano il sindaco, l’assessora alla cultura, il segretario culturale dell’IILA Jaime Nualart ed Eustachio Antezza dell’associazione Energheia.
Dopo aver condiviso idee e progetti, pranzi e cene strepitose, finalmente una guida preparatissima, Francesco De Lellis, ci conduce a passo spedito per i sassi di Matera. Che posto eccezionale! Marco ed io siamo grati di questa trasferta con cui decretiamo soddisfatti la fine dell’estate.

Tornati a Roma constatiamo con entusiasmo che la risposta degli scrittori e delle scrittrici latinoamericani arriva veloce: in poche settimane abbiamo già una quarantina di romanzi provenienti da Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Cuba, Ecuador, Messico, Panama, Perù, Venezuela, Uruguay.

Così in quei mesi leggiamo tantissime storie, alcune molto intime, altre molto divertenti; romanzi distopici, fantasy; a volte è forte la dimensione politica, altre quella più sentimentale, relazionale.
Le città e le ambientazioni rappresentate sono tantissime, così come gli immaginari e i temi: è un bel turbinio in cui balliamo per settimane, insieme a Giulia Zavagna e Chiara Gualandrini, colonne portanti della redazione delle edizioni SUR.

Non senza arrovellamenti e discussioni tra tutti noi arriviamo a stilare una rosa di tre finalisti: un romanzo di un autore argentino che ha per protagonista un bambino-zanzara (!), il testo breve di un’autrice uruguaiana dall’ambientazione familiare che ci regala personaggi notevoli e infine il libro di un’autrice ecuadoriana che ci colpisce tutti per la musicalità, la lingua, la voce ironica e fortissima della narratrice bambina.
Coinvolgiamo la giuria nei giorni frenetici che precedono il Natale, ma compatta e con poche esitazioni questa si esprime unanime: vince Fiebre de carnaval, il romanzo dell’ecuadoriana Yuliana Ortiz Ruano.
A questo punto la soddisfazione è tanta: l’autrice è al settimo cielo e noi siamo felici di aver portato a termine questa fase del lavoro con un risultato che accontenta tutti.
Ma è adesso che il gioco si fa duro: il libro va tradotto. Si tratta di un romanzo molto bello anche perché ricco di musicalità, riferimenti alla cultura ecuadoriana; una lingua estremamente legata all’oralità e al dialetto che darà del filo da torcere alla persona che lo tradurrà, la quale verrà scelta tra gli allievi e le allieve dei corsi di traduzione della Scuola del libro.

Il libro vedrà la luce a fine 2023, nel catalogo delle edizioni SUR, in ottima compagnia; l’autrice verrà in Italia, e Matera ci accoglierà di nuovo in occasione della premiazione: c’era giusto quel ristorantino in cui non avevamo fatto in tempo a pranzare…