Quando la lettura ci porta all’essenziale, Alessandra Romano
Sono cresciuta tra le pagine di Energheia, scrivendone alcune, leggendone molte altre, cercando la mia strada nelle testimonianze degli scrittori e dei giurati per cogliere la verità della realtà intorno, nella sua bellezza e quasi sempre nella sua durezza.
Energheia: il primo computer per contare i caratteri e le cartelle, nella transizione dalla carta scritta alla digitalizzazione, quando il quaderno di bella copia non era più sufficiente ad accogliere la transizione verso le sfide del futuro.
Matera: il primo viaggio da “grande”, alla scoperta delle terre viste con gli occhi di Ignazio Silone e Carlo Levi, per poi scoprire perché alcuni luoghi più di altri possono svelarti ciò per cui vale la pena di lottare e sognare. Prima il treno, fino a Ferrandina, poi la corsa in Peugeot a chiedersi perché il treno continua ancora a non arrivare nel cuore di queste montagne brulle, e perché tanta bellezza e tanto coraggio debbano arrampicarsi fin qui per rivelarsi.
Il racconto breve: la novella, che ha sempre avuto un ruolo di rilievo nella letteratura italiana, da Calvino a Verga, definisce lo spazio in cui voci distanti possono incontrarsi e riconoscersi. A volte molto distanti, come il Premio ci ha insegnato ad apprezzare, dall’Africa, alla Francia alla Spagna. Ma non è forse questo la scrittura, “Partire in una direzione, giocare tutto su una carta però con la coscienza che ce ne sono delle altre” come scriveva Italo Calvino?
Negli oltre venti anni della storia del Premio, gli eventi che si sono succeduti non hanno scalfito la potenza della letteratura e la necessità di riflettere, in modo genuino, sulle domande dell’esistenza. Tante voci si rincorrono tra le pagine di Energheia, per il puro spirito di condivisione tra gli scrittori e i lettori, lontano dal mercato di sentimenti che certa nostra editoria è divenuta, costringendo le emozioni ad avere un prezzo e non più un valore, in una società che evolve per non sentirle o per limitarle perché facciano meno male. Perché le emozioni e i sentimenti non hanno confini, e non hanno nemmeno bisogno dei grafemi per venire a galla ed essere comprese da uomini e donne disposti all’ascolto e all’ecumenico confronto.
Non siamo soli! Gli interrogativi con cui si affrontano le sfide dell’esistenza si declinano in immagini e trame che ci ricordano come il coraggio delle nostre scelte definisce i confini di quanto è possibile. A volte, oltre le nostre possibilità, si raggiungono traguardi inimmaginabili, nella costanza della goccia che scava la roccia, fino a divenire sasso, e bellezza, e ricerca interiore, qui a Matera. Così può capitare di aprire una finestra su una realtà inesplorata, interrogarsi perché in una società così opulenta, interconnessa e globalizzata sia così difficile comunicare e capirsi, e perché siamo diventati incapaci di cogliere la bellezza, fuori dai circuiti di vendita. Sono giorni di sfida, i nostri. Siamo capaci di accorciare le distanze e contemporaneamente crearne di nuove, muri insormontabili tra uomini e culture diverse, ogni qual volta la corsa spasmodica in un mondo virtuale ci allontana dalla fantasia e dal sogno. Ma leggere non crea mondi virtuali, e non offre passe-partout salvifici per contenere il dolore; piuttosto scava solchi dell’anima che rinvigoriscono le nostre radici, offrendo nuove chiavi di interpretazione della realtà per comprendere l’altro invece di sopraffarlo con le nostre miserie.
Anno dopo anno, Felice e gli amici di Energheia tornano a compiere un piccolo miracolo intorno a queste pagine, ricordandoci che un’alternativa è ancora possibile. Leggere ci aiuta a riconoscere ciò che è essenziale, la grazia di un paesaggio in una descrizione di Proust, o la miseria umana in un dialogo di Calvino, prendendo in prestito le lenti spesse dello scrittore, che dal suo muto angolo di osservazione ci restituisce quello che nella vita quotidiana abbiamo perso, diluito negli stimoli multimediali che amplificano la solitudine invece di annullarla. Con un racconto, l’immagine di un cortometraggio, un fumetto o una nuova galleria di foto, siamo di nuovo pronti a lasciare un piccolo segno nella Storia del mondo, quello di chi ha vegliato per registrare il cambiamento e ogni rivoluzione che con la nostra esistenza consapevole rappresentiamo.