I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2023 – La bambola di nuvola, Ilenia Emma Vallese_San Pietro Viminario(PD)

Anno 2023, tema: La primavera

È un pomeriggio come tanti altri per Klea, un pomeriggio di primavera, un
pomeriggio tormentato e difficile per lei.
Le capita molto spesso di avere dei crolli emotivi e di cadere in un pianto
soffocato dai singhiozzi; così, nel bel mezzo di una di quelle crisi Klea esce e
si reca in un parco, si siede a gambe incrociate su di una spaziosa panchina
in granito e scoppia in un mare di lacrime, singhiozzando e sfogando tutta la
tensione accumulata in quelle che sembrano grida trattenute per troppo
tempo.
Chiude gli occhi, si mette le cuffiette, accende la musica e alza al massimo il
volume, trema, trema come fanno i cuccioli appena nati, quei piccoli esserini
indifesi proprio come lei.
Klea mentre ascolta la musica pensa alla sua vita, a ciò che le ha fatto
passare e ha paura di tutto ciò che avrà ancora in serbo per lei.
Non ha affatto avuto una vita facile o spensierata né tantomeno felice; ha
solo 15 anni ma potrebbe raccontare molto di più della sua vita rispetto a
tante persone molto più grandi di lei.
Se solo qualcuno glielo chiedesse, se solo a qualcuno interessasse un
minimo per davvero la risposta a quella domanda semplicissima ma di tanta
importanza: “Come stai?”…
Fa male pensare a quanto le persone non facciano caso a tante piccole cose,
non prendendola in considerazione né ascoltandola.
Sembrano essere passate ore dal suo arrivo al parco, ma quando apre gli
occhi si rende conto che in realtà il sole deve ancora tramontare, o meglio sta
solamente iniziando a calare; così, Klea si accorge di essersi calmata tutta
d’un tratto, si asciuga le lacrime, si toglie le cuffiette e inizia ad ascoltare la
natura, il vento e gli uccellini che cinguettano.
Alza gli occhi al cielo e si sofferma a guardare una nuvola, una nuvola
alquanto strana ma a lei familiare, le ricorda una bambola di ceramica che se
ne sta seduta in cielo con la testa piegata, come se anche lei la stesse
guardando a sua volta.
La figura della bambola di ceramica per Klea ha un significato
importantissimo, le ricorda un po’ l’immagine che la sua psicologa ha
associato alla sua infanzia.
Lei era la bambina di ceramica, stava sempre immobile a guardare ciò che
succedeva intorno a lei; non diceva mai nulla per non mettersi in mezzo ai
discorsi della sua famiglia un po’ troppo complessi e tormentati, troppo da
“adulti”. Lei era solo una piccola bambina silenziosa che si muoveva solo
quando qualcuno la spingeva a farlo.
Dall’infanzia all’adolescenza Klea si era portata dentro l’immagine di quella
bambola di ceramica che ogni tanto cadeva e si rompeva sempre di più.

Il dolore che prova tutti i giorni appena apre gli occhi sembra essere
scomparso o almeno nascosto dalla mente e dal cuore.
Sta a sedere lì aspettando il buio, lei si sofferma tutte le sere ad osservare
dalla finestra della sua cameretta la Luna che sembra l’unica capace di
ascoltarla davvero, quasi leggerle il pensiero e darle consiglio semplicemente
stando ferma cullata dalle nuvole e illuminando con la sua tenue luce bianca i
suoi occhi verdi.
È la sua migliore amica la Luna, hanno un legame speciale, un rapporto
intimo, spesso parlano di argomenti profondi, Klea si sente capita solo da lei,
sono entrambe sole e molto silenziose, c’è una sintonia e una complicità che
solo due vere amiche hanno.
Così Klea sta a sedere su quella panchina a gambe incrociate fino al calar
del sole, aspettando la sua Luna per poterle raccontare ciò che le è successo
durante quella strana giornata, prova una pace interiore che non ha mai
provato prima d’ora ed è impaziente di dirlo alla sua amica.
Quel giorno però non fa in tempo a raccontare alla Luna cosa le è successo
perché si addormenta lì, proprio come la bambola di ceramica e la sua amica
Luna illumina la notte proteggendola.
Il giorno dopo, Klea torna lì a sedersi con le gambe incrociate sulla stessa
panchina che ha capito essere il suo posto felice e sicuro, dove sarebbe
andata per ritrovare sé stessa e la pace di cui ha tanto bisogno e che si
merita.
E così Klea passa tutta la primavera, seduta su quella panchina, con i raggi
del sole che filtrano dai rami degli alberi e dalle loro verdi foglie, scaldandole
la pelle e il cuore.

Quel giorno però non fa in tempo a raccontare alla Luna cosa le è successo
perché si addormenta lì, proprio come la bambola di ceramica e la sua amica
Luna illumina la notte proteggendola.
Il giorno dopo, Klea torna lì a sedersi con le gambe incrociate sulla stessa
panchina che ha capito essere il suo posto felice e sicuro, dove sarebbe
andata per ritrovare sé stessa e la pace di cui ha tanto bisogno e che si
merita.
E così Klea passa tutta la primavera, seduta su quella panchina, con i raggi
del sole che filtrano dai rami degli alberi e dalle loro verdi foglie, scaldandole
la pelle e il cuore.