I racconti del Premio Energheia Europa

Segui i Soli con il Cavallo Giallo, May Chen

Vincitrice Premio Energheia Israele 2023

Traduzione a cura di Cinzia Astorino

Sono seduto sul letto mentre la pioggia cade forte. È una notte piovosa, bagnato ovunque e non riesco a dormire. La luce rossa del neon si riflette attraverso la mia finestra dal nuovo ristorante cinese al piano di sotto.

Ricordo che ballavo quando la luce diventava rossa e le tenevo le mani quando diventava verde. Era così bella; color carbone, capelli lunghi e ondulati, occhi verdi, grondanti sudore e lacrime. Osservandoci, si vedeva che ero ipnotizzato. All’inizio mi sembrava un cane da guardia poi ho capito che era un angelo custode.

Devo andarmene da qui, ho pensato mentre una goccia mi cadeva sulla fronte dal soffitto bagnato. Non riesco a dormire. Sto fissando la luce che tocca il pavimento mentre cerco di ricordare la notte scorsa e noto che si sta espandendo una macchia gialla. Un cavallo iniziò a correre verso il sole nel momento in cui la porta si aprì.

“Vorrei che questo posto fosse aperto, è così carino.” disse Lu, cercando di guardare dietro la finestra: “C’è una luce dietro”. Bussò.

Din e io ci guardammo: “È una piantagrane”, disse. La porta si aprì e una luce gialla fulgente brillò su di noi. Sembrava che un raggio di sole uscisse da quel posto, quasi accecandoci. Lu entrò, Din le andò dietro. Esitante, io camminai dietro di loro verso la luce. Poi tutto si oscurò. Ero bendato e non sentivo altro che passi. È strano pensare come eravamo tutti in silenzio come se sapessimo che avremmo dovuto semplicemente seguire; passi lenti di quelle che sembravano sei persone che camminavano in un tunnel. L’aria era fredda e umida, mi faceva respirare profondamente. Una luce bianca tremolante ci colpiva ogni pochi metri, il mio cuore batteva lentamente, anche se dolorosamente forte. Ci siamo fermati e un urlo ha rotto il silenzio con un suono forte e penetrante.

“Fanculo!” – urlai, svegliandomi di nuovo. Era solo un sogno, mi sono detto, incredulo. Sembrava così reale… “Che cavolo è successo ieri sera?” pensai, scuotendo la testa.

Guardando il mio telefono vidi che era solo l’una di notte. Decisi che avrei dovuto lavorare quella sera: avevo davvero bisogno di soldi. Ho indossato la solita custodia con la tasca segreta per la mia scorta e l’unico bel vestito che possedevo. Ho notato dei lividi sul polso destro, come se qualcuno mi avesse tenuto troppo stretto. Cercando di non pensarci, mi concentrai sul disegno del mio caratteristico tatuaggio a forma di cuore rosso accanto all’occhio sinistro.

Ho iniziato a camminare per le strade, nessun vero parigino vi avrebbe camminato e ho notato che il mio ginocchio sinistro era dolorante. Il dolore era troppo forte così mi sono fermato in un vicolo buio, ho preso una pasticca e ho continuato a camminare.

“Molto meglio!”

Dopo un’ora, altre due dosi, arrivai al club. Il momento perfetto per arrivare: quando i clienti più accaniti sono alla ricerca di più ‘roba’ per rimanere sulla pista da ballo.

“Sam, stronzo!”

Ho sentito una voce familiare.

“Dove sono le tue amiche sexy?”

“Vaffanculo T.K. Quali amiche?! Lo sai che non ho amiche!” gli ho urlato di rimando.”

Quelle due chicas sexy con cui amoreggiavi ieri sera, te le sei scopate entrambe?”

“Ragazze, quali ragazze?” dissi, confuso.

“Vi sono piaciute le mie caramelle svizzere?” chiese, quando un ragazzo alto si mise in mezzo a noi e mi guardò.

“Sei Sam, vero? Quanto per 2 grammi?”

“Che cosa? Oh sì, sono 80!”

Ho risposto con un sorriso finto.Il ragazzo alto mi diede i soldi.

“Va bene, vieni con me”, dissi, “T.K. amico, per favore aspetta, torno subito!” Siamo scesi in bagno e ho tirato fuori la mia scorta: un po’ per assaggiare e 2 grammi così non se ne sarebbe pentito. Ne ho preso un po’ anch’io e sono tornato indietro, ma non sono riuscito a trovare T.K. in nessun posto.

“Figlio di puttana!” Ho urlato, mi girava la testa.

Ancora una volta, ho provato a pensare, ma ricordo solo un ragazzo e una ragazza. Dove ho conosciuto un’altra ragazza?La luce divenne verde.

“Sam! Din! Aiutatemi per favore! Ritornate!”

“Sam, corri!”

“Non lasciarci qui!”

“L’angelo ti sta inseguendo, non voltarti a guardare!”

“Prometto che tornerò”, dissi, “lo prometto!”

“Ehi, e le ragazze Powerpuff! Tutto bene?” Chiese Jo, il barista.

“Perché mi dici così?”

“Ieri sera, le ragazze…”, disse, “vi ho anche fatto una foto, ragazzi”.

Tirò fuori il telefono.

“Cazzo fratello, non ricordo un cazzo”, dissi, fissando la foto. Sono io con due bellissime ragazze, una ragazza dai capelli neri alla mia destra e una rossa alla mia sinistra.

“Cosa state guardando?” chiese T.K. che era sgattaiolato dietro di noi, “Oh, le mie chicas sexy”.

Mi sono voltato e l’ho sbattuto contro il muro pochi passi dietro di noi: “Che cazzo ci hai dato ieri sera? Non riesco a ricordare un cazzo!” Ho urlato e l’ho tenuto per il bavero.

“Sam, calmati amico…” disse, mentre una delle guardie del club mi prendeva i polsi nello stesso punto in cui avevo i lividi, tirandomi via da T.K. Un cavallo cominciò a correre verso un sole, avevo le mani legate e in bocca il sapore del ferro. Ho seguito il cavallo giallo, ipnotizzato. Era così brillante che ero accecato dalla vista. Sebbene il suo calore creasse dipendenza, dietro di me non c’era altro che fredda oscurità. Il cavallo girò la testa e mi guardò profondamente negli occhi, come se volesse farmi vedere qualcosa. Mi sono avvicinato e ho allungato la mano per toccarlo, era caldo, quasi bruciava ma avevo bisogno di vedere cosa voleva mostrarmi.

“Brucia!” Ho urlato. E ho visto tutto. Ricordo la prima volta che l’ho notata. Mi passò accanto mentre salivo le scale. Stavo sorridendo alla grande dopo un buon affare. Lei mi sorrise con le sue labbra dalla forma perfetta dipinte di rosso. I suoi occhi verdi da gatta brillavano nella penombra, i capelli scuri e ondulati poggiavano sui suoi seni a forma di lacrima senza reggiseno. Indossava un minuscolo vestito nero che lasciava intravedere le sue gambe lunghe. Ho girato la testa mentre passava e sapevo che dovevo conoscerla. Ballando al centro della pista il mio corpo si muoveva su ogni nota come se fosse l’unica. Sembrava che tutti guardassero. Per me fa parte del lavoro. Devono sapere tutti che sono lì. L’unica a non guardare era lei, era impegnata a parlare con T.K. e una ragazza dai capelli rossi nella sala fumatori. Mi sono avvicinato. T.K. mi ha lanciato uno sguardo del tipo “Sono occupato a fare affari”.

“Puoi prestarmi il tuo accendino?” Chiesi alla ragazza dai capelli rossi.

“Sam…” T.K. disse.

“Non preoccuparti amico, sono venuto qui solo per flirtare. “Lu”, disse la ragazza dai capelli neri, e prese la mia sigaretta, “Merci!”

“Io sono Din,” disse la ragazza dai capelli rossi lanciandomi uno sguardo sospettoso e tirando fuori alcune banconote e un accendino. Abbiamo ballato, mi sentivo leggero come una piuma mentre fluttuavo al suono. Ho visto sirene e ninfee nuotare nell’aria e amorini scagliare frecce negli arcobaleni. Tutto era colorato e brillante Lu mi guardò, mi accarezzò il viso e disse: “Adoro il tuo tatuaggio a forma di cuore”. Sorrisi.

“Andiamo da qualche altra parte”, disse Din e ci trascinò verso l’uscita. Vagando per le strade di Parigi, le luci erano accese e la Senna sembrava un mare infinito.

“Qui”, disse Lu, mentre camminavamo accanto a un giardino dove i fiori erano setosi e l’erba era più verde di quanto avessi mai visto.

“Devo fare pipì!” Disse Din.

“Sul serio, Diana, ancora?”

Lu disse: “Aspetteremo lì”, ha indicato un ristorante asiatico che sembrava uguale a quello sotto il mio appartamento. Le luci brillavano di colori diversi. Lu si appoggiò alla porta a vetri, la luce verde le sfiorava il viso sudato e sembrava una maschera. Mi sono fermato di fronte a lei, le ho preso le mani tra le mie mentre una lacrima le scorreva lungo il viso.

“Ho la sensazione che diventerai il mio migliore amico”, ha detto e mi ha baciato. Ho sentito il suo amore, non avevo mai provato qualcosa del genere prima.

“Che cazzo Lu?!” disse Din, camminando nella nostra direzione.

“Vorrei che questo posto fosse aperto, è così carino” disse Lu, voltandosi, cercando di comportarsi come se stesse guardando dietro la finestra: “Vedo la luce dietro”.

Bussò. Din e io ci guardammo, io ero imbarazzato e lei era arrabbiata

“Ti sto guardando, stronza”, sussurrò Din con un sorriso, “Non conosco questo posto… Lu, perché vuoi entrare?”

“Ho sentito che c’è una festa privata”.

Lei disse: “Chi te l’ha detto?”

“Ho chiesto a un ragazzo meraviglioso al club, poco prima di uscire,” Lei rispose: “Apri la porta!” bussò di nuovo, questa volta più forte.

“Lu fermati!” urlò Din. All’improvviso la porta si aprì e una brillante luce gialla fu su di noi. Sembrava che i raggi del sole uscissero da quel posto. Lu entrò, Din la seguì. Esitando, camminai dietro di loro verso la luce.

“Benvenuti a Diyu” disse una sagoma con le corna da diavolo.

“Si paga?” Ho chiesto.

La luce si spense e il pavimento cominciò a muoversi come se stessimo scendendo in ascensore. All’improvviso qualcuno mi stava toccando la schiena, ma prima che potessi vedere chi fosse, mi avevano bendato gli occhi.

“Che cazzo?” Din urlò.

“Ragazze non preoccupatevi, fa solo parte dello spettacolo”, disse il diavolo. Paura. Invece di sirene e amorini, ho visto scheletri di cavalli intorno a me che correvano all’impazzata. Camminavamo tutti in silenzio, non sentivamo altro che passi e sapevamo che dovevamo semplicemente seguirli. Passi lenti di quelli che sembravano sei persone che camminavano in un tunnel. L’aria era fredda e umida e mi faceva respirare profondamente. Una luce bianca tremolante ci colpiva ogni pochi metri, il mio cuore batteva lentamente anche se dolorosamente forte. Ho iniziato ad ascoltare la musica, diventava sempre più forte ad ogni passo che facevamo. Ci siamo fermati e abbiamo sentito in lontananza un grido forte e penetrante. Mi sono tolto la benda mentre una nuvola di fumo ci copriva con una luce viola da club.Poi persone senza espressione ballavano tra noi come se fossero zombi.

“Lu? Dov’è Lu?”, Din mi teneva per la spalla e mi guardava, terrorizzata. La gente continuava a spingere, a farci a pezzi.

“Sam non lasciarmi, dobbiamo trovarla!”

Mi prese la mano e aprì la strada tra i ballerini, spingendoli e tirandomi.L’abbiamo sentita urlare i nostri nomi mentre due uomini, grandi quanto lottatori di sumo, si piazzavano davanti a noi. Ci hanno afferrato i polsi. Uno mi ha tirato a destra e l’altro ha tirato Din a sinistra. Avevo la sensazione che stesse per strapparmi il braccio. Abbiamo urlato e ci siamo abbracciati. Dopo aver litigato per un po’, gli uomini hanno rinunciato a separarci. Ci trascinarono entrambi in una stanza buia e ci chiusero dietro una porta di metallo arrugginito con una piccola finestra. Potevamo ancora sentire la musica del club ad alto volume. Tremando, ho detto: “Grazie per non avermi lasciato andare!”

“È a questo che servono gli amici”.

Passò molto tempo e Din iniziò ad allarmarsi: “Cos’è questo posto? Dov’è Lu? Cosa sta succedendo?”  Camminava in tondo per la stanza mentre io guardavo fuori dalla piccola finestra. L’ho vista, il mio cuore si è fermato e non ho potuto dire nulla. Erano quattro; un uomo dall’aspetto asiatico e una donna vestiti di nero camminavano davanti, altri due uomini dall’aspetto russo in giacca e cravatta camminavano dietro di loro. Trascinarono Lu per i capelli attraverso il tunnel blu; era nuda e piena di lividi. Rimasi lì congelato, guardando la ragazza di cui mi ero innamorato con le lacrime agli occhi mentre la finestra iniziava a respirare. In quel momento tornai in me. Mosso dall’amore, ho gridato: “Fammi uscire! Fateci uscire!” e ho iniziato a prendere a calci violentemente la porta, battendola con i pugni.

“Vi ucciderò! Fateci uscire o vi brucerò tutti!” Non riuscivo a smettere di urlare. All’improvviso la donna si è girata nella nostra direzione, si è avvicinata sempre di più, il suo viso ha toccato la finestra, i suoi occhi sono diventati bianchi mentre sibilava con la sua lingua di serpente. In preda al panico, sono saltato indietro. La serratura della porta si aprì ma la signorina Snake rimase lì con la faccia ancora contro la finestra. Din mi prese la mano: “Usciamo!”

“No, no…”

Scossi la testa mentre si accendeva un proiettore. C’era Lu in piedi sotto i riflettori, che si toglieva lentamente il vestito. Din ha iniziato a correre verso la porta, le ho preso la mano e l’ho tirata indietro.

“Non è reale!”

“Come…?”

Din iniziò a piangere.

“L’ho vista, dobbiamo pensare a un piano”.

Di fronte a noi c’era ancora Lu, con i flash della fotocamera sul suo corpo nudo. Fece come avevano detto mentre le tiravano i capelli, la lasciavano cadere a terra e si infilavano da tre direzioni contemporaneamente. Non potevo guardare, mi sentivo come se mi avessero pugnalato al cuore.

“Corriamo!” Disse Din.

“Sei sicura?” chiesi, eravamo davanti alla porta. “3…2…1…” sussurrammo e iniziammo a correre nel tunnel pieno di fumo, la luce diventava blu, poi rossa, Miss Snake ci inseguiva. Ero così confuso e perso. Ho visto il cavallo giallo, correva verso il sole, si divideva e si trasformava in una famiglia di soli, abbiamo corso insieme; il cavallo, Din ed io .Il cavallo si fermò quando i soli scomparvero. C’era un ingresso in una stanza viola. Era lì legata al muro, quasi crocifissa. Sapevamo che la stavano guardando, ma dovevamo salvarla. In silenzio ci siamo avvicinati a lei e abbiamo subito iniziato a sciogliere i nodi. Ero in ginocchio e le slacciavo le caviglie, e Din le lasciò le mani. Riusciva a malapena a camminare, quindi l’abbiamo portata sulla schiena, piangendo e sudando. Quando ho girato la testa e l’ho guardata negli occhi ho visto il cavallo giallo, proprio mentre la donna serpente e i suoi amici ci stavano inseguendo.

“È troppo pesante”, disse Din mentre il cavallo giallo iniziava a correre accanto a me, come se mi stesse portando da qualche parte.

“Sam, aspetta!”

Lu cadde a terra quando la luce diventò verde.

“Sam! Din! Aiutatemi per favore! Ritornate!”

“Sam, corri!” Din comandò mentre il diavolo la catturava.

Volevo aiutarle ad alzarsi ma la signorina Snake mi stava inseguendo. Mi aveva morso il ginocchio e non vedevo niente, tutto era coperto da un fumo denso. Il cavallo nitrì. Il suo veleno lo aveva fatto sparire.

“Sam, corri!”

“Non lasciarci qui!”

Gridavano mentre seguivo un angelo che appariva davanti a me in direzione della luce.

“L’angelo ti sta inseguendo, non guardare indietro!” disse Din.

Mi sono fermato e mi sono guardato intorno, l’angelo mi stava portando nella direzione sbagliata e lontano dai miei amici, stava volando dietro di me, sentivo il suo respiro sulla mia schiena. All’improvviso ho sentito una fitta, mi ha iniettato qualcosa, poi se n’è andato. Faceva male, sentivo la tristezza scorrermi nelle vene, il bisogno di bloccarmi e piangere, ma non potevo. Rimasi sospeso per lunghi minuti, accecato da una luce gialla, li sentii urlare il mio nome.

“Sam, corri…”

“Salvaci…”

“Corri…”

“Prometto di tornare”, ho urlato all’oscurità dietro di me.

Continuavo a correre, non potevo voltarmi indietro, il cavallo giallo è riapparso e ha iniziato a correre accanto a me, come se mi stesse portando da qualche parte. Ci fermammo sulla riva di un fiume mentre la luna piena brillava sopra le nostre teste, come una grande corona bianca con il vento che sollevava polvere scintillante come fosse neve. Guardavo le piccole onde che colpivano i miei piedi mentre il cavallo entrava lentamente nell’acqua.

“Sapevo che non avrei mai dovuto farmi degli amici!” dissi con le lacrime che cominciavano a scorrermi lungo le guance mentre seguivo il cavallo e con il fiume sempre più profondo. Avevo la testa quasi sott’acqua quando li sentii di nuovo.

“Sam! Salvaci!”

“Posso salvarvi solo se salvo me stesso!”, ho detto

Mentre il sole sorgeva, mi sono voltato indietro.

“Prometto che tornerò, lo prometto!”