I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2024 – L’inverno è arrivato, Andrea Carbone_Torino

Anno 2024 (Le stagioni: Inverno) – finalista

Avevo atteso per un anno e due mesi l’uscita di quel maledetto trailer. Guardai le prime sette
stagioni del “Trono di Spade” in meno di trenta giorni, ma il fato volle che per godermi il
finale dovetti aspettare ulteriori quattrocentoventinove lune. L’uscita di quel trailer aveva
donato linfa alla mia scatola dei sogni. Sentivo il ticchettio del countdown pronto a farmi
vivere uno dei pochi momenti di condivisione con la mia mamma. Ero riuscito a convincerla,
diamine se c’ero riuscito. L’impegno che richiede la visione di un film è meno travolgente e
implica, apparentemente, l’utilizzo di una minore concentrazione. Questa era la spiegazione
che mi dava ogni volta che l’assillavo per convincerla a guardare il “Trono di Spade”, ma io
lo avevo visto, e conoscevo bene i gusti cinematografici di mia madre: politica, guerra,
intrighi, tradimenti e tante, tante storie d’amore. È sempre stata un’assidua romantica, e
sapevo che sarebbe stato l’inghippo giusto a farla cadere nella mia trappola.
È più forte di me: ho la necessità di condividere le cose che mi fanno stare bene accanto alle
persone a me più care; voglio che anche loro le apprezzino allo stesso modo. Eppure amo la
solitudine e l’autoriflessione: mi dà l’idea di sbloccare nuove abilità al mio dáimōn interiore,
come fossi in un videogioco in cui, con il passare dei livelli, diventi sempre più potente.
Avrei dovuto dirlo al me bambino che quel filo invisibile composto da infiniti pensieri e
creatività, ci avrebbe legati fino al trascorrere dei ventisei anni. Quando avevo sei anni,
giocando alla PlayStation in modalità multigiocatore, ero io che controllavo entrambi i
joystick per decretare chi sarebbe stato il vincitore tra i personaggi da me scelti. E sia ben
chiaro: io ho due fratelli e siamo tre figli maschi cresciuti in un’unica stanza, ma non era la
stessa cosa. Io volevo il controllo totale del verificarsi degli eventi. Mi donava un forte senso
di trasposizione da virtuale a realtà, da schermo a vita reale. Credo dipenda dal fatto che,
quando ti senti travolto dagli eventi, tutto ti sfugge via dalle mani, e percepisci di non avere la
benché minima idea di come agire. L’unica soluzione è riporre tutto nella manipolazione
delle futilità della vita. L’idea di vivere in un’eterna bolla di dominio creativo, rischia di
distogliere l’attenzione da quelle che sono le decisioni da prendere. Per quale assurdo motivo
dovresti abbandonare il circo della tua mente, quando là fuori devi azzeccare ogni incastro
possibile di quel gigantesco puzzle che ti circonda? L’unica cosa che puoi fare è abbracciare
l’inerzia del trascorrere del tempo e cadere nell’oblio dell’eterno inverno, come buona parte
della mia adolescenza. Ti sembra di stare agendo e di star tracciando un grande solco nel tuo
cammino, ma è solo illusoria consapevolezza. Stai solamente abbracciando la parte più gelida
dell’inverno.
Ho sempre odiato l’estremo freddo, ed è comico pensare al fatto che sia stato proprio
quest’ultimo a illuminarmi la via. In tutta la serie del “Trono di Spade” non hanno fatto altro
che ripeterlo per otto stagioni.
“L’inverno sta arrivando”, e mi ha messo davanti agli occhi quello che avrei dovuto capire fin
da subito, come quando fantasticavo storie che avrei cercato di riproporre con i miei
giocattoli o tramite i videogiochi. La ricerca della propria vocazione e del proprio essere al
mondo è l’eterna sfida che ogni essere umano compie lungo il suo percorso. Mi sono
perdonato per questo, e anzi, mi sento privilegiato ad averlo compreso a metà tra i miei venti
e i miei trent’anni.
Avevo atteso così tanto quel finale di stagione che, dopo averne assorbito la chiusura
agrodolce annessa alla delusione che ha permeato la vita di altri milioni di persone sparse per
il mondo, è venuto spontaneo pormi una domanda.
“E se provassi io a inventare delle storie?”
Ho atteso la parte più bella dell’inverno per più di dieci anni. Ora, l’accolgo.
L’inverno è arrivato.