I brevissimi 2024 – Mare impetuoso al tramonto, Rodolfo Andrei_Roma
Anno 2024 (Le stagioni: Inverno) – finalista
La bianca schiuma delle grosse onde inghiottiva in un solo boccone le leggere impronte impresse per un istante sul bagnasciuga della lunga e silenziosa spiaggia, mentre le lacrime amare e gelide di Luana si mescolavano e si univano con gli schizzi d’acqua salata e fredda di quel mare d’inverno così impetuoso al tramonto.
Davanti a quel mare prepotente nella mente di Luana c’era spazio solo per quel bagnato nemico burrascoso e violento che si era impadronito della vita del suo Samuel e dei loro sogni di giovani amanti. Il profondo amore per il mare e per quel misterioso e sconfinato mondo sommerso aveva affascinato da sempre Samuel, tanto da condurlo a sfide continue, nuove e sempre più rischiose .
Luana osservava il suo amore estasiata, mentre lui gareggiava contro quell’enorme massa d’acqua. Lo ammirava mentre si immergeva per poi vederlo riaffiorare con una grossa preda catturata in suo onore, mentre Samuel orgoglioso le mostrava quel grosso pesce che brillava in controluce, davanti a quel sole splendente.
Lei, fanciulla di montagna, aveva imparato ad amare il mare proprio grazie a Samuel, creatura anfibia: promontori di roccia che si tuffavano in un mare blu lucente e verde smeraldo, fronde di alberi che abbracciano il crinale roccioso, arrampicati come tanti esperti scalatori, paesaggi stupendi e incantevoli tra mare e monti.
Ma quella nefasta sera il mare, più furioso del solito, sembrava volesse avvolgere tutto e tutti a sé come in un vigoroso abbraccio, e Luana guardò quel tramonto invernale in modo diverso.
La voglia di vivere di Luana svanì nello stesso istante in cui il potente dio Nettuno trascinò il cuore di Samuel su un carro di onde schiumose e bianche fin giù nella propria dimora.
Ormai molti tramonti anonimi erano sfumati su quel lembo di natura che le aveva portato
via il suo unico grande amore. La mente di Luana era vuota, il corpo era vuoto, tutto era vuoto, la solitudine aveva attanagliato la sua giovane vita per stritolarla come in un ferroso ingranaggio. Gli inverni si susseguivano alle altre stagioni, ma ormai non c’era più quella risonanza emotiva dei loro cuori, quell’armonia che si era creata tra i due amanti: era come un orologio a cui mancava un rintocco.
Le leggere impronte di Luana si rincorrevano e si dissolvevano in un solo attimo su quella sabbia umida e triste, l’unico pensiero nella mente della ragazza era la voglia di riascoltare e riassaporare quei battiti a due, anche se in un’altra dimensione: cosa c’era di più bello che farsi prendere e trasportare da quel carro di candide onde per ricongiungersi di nuovo al suo amato?
Da quel mare inquieto e malvagio cercava un aiuto per il proprio cuore infranto e, mentre mille e mille pensieri neri e bui le invadevano con prepotenza la mente, scorse arenata tra gli scogli la sagoma di un piccolo delfino. Luana percepì subito nel cetaceo la voglia di fuggire da quelle catene di roccia per poter ritornare in alto mare. In un solo istante risentì quella voglia di vivere che lei stava buttando via al vento, anzi al mare. In un attimo Luana si svegliò da quel tenebroso torpore, e i soccorsi, da lei chiamati, furono veloci ad arrivare e salvare quella creatura marina.
Luana assistette fino all’alba all’opera di salvataggio dell’impaurito animale, non riusciva a staccare un solo attimo lo sguardo da quel delfino. Rivedeva in lui il suo Samuel, era diventato il suo piccolo Sam, mentre l’animale si aggrappava con tutto se stesso alla propria esistenza. Quando finalmente lo vide di nuovo scattare veloce e gioioso verso il mare aperto, capì che la vita era troppo bella per buttarla via così come lei stava facendo. Serenamente pensò che da quel giorno non si sarebbe sentita più sola ed era stupendo vedere il suo Samuel cavalcare il piccolo delfino Sam su quel mare d’inverno al tramonto, anche se impetuoso .