I brevissimi 2024 – Ghiaccio, Francesca Vianelli_Padova
Anno 2024 (Le stagioni: Inverno)
Faceva freddo.
Seth aveva visto Nancy uscire, questa volta.
Aveva cercato di fermarla, tentato di correrle dietro, di trattenerla in qualche modo e chiuderla di nuovo nella gabbia dentro al suo petto.
Ma sapeva di aver esagerato.
L’aveva guardata mentre sbatteva la porta dietro di sé e il suo cuore aveva tremato allo stesso modo della parete all’impatto.
Sapeva che non sarebbe tornata.
Non questa volta, non dopo le fredde e crudeli parole che le aveva urlato contro.
Ma almeno aveva visto che la porta era stata chiusa e anche se l’incertezza del suo ritorno rimaneva, Seth sapeva che per quella frazione di secondo, era al sicuro in casa sua.
Ma allora perché faceva così freddo?
Si avvicinò al termostato per controllare quanti gradi c’erano all’ingresso.
“Mi pare strano, fino a poco fa si stava bene… ho pure su un maglione pesante, non capisco la fonte di questo freddo”.
Il termostato era fermo agli stessi gradi di prima della litigata, invariato.
Seth si mise le mani in tasca e alzò le spalle, cercando di non pensare a quel violento freddo che l’aveva preso tutto d’un tratto.
Decise invece di andare a bersi un bicchier d’acqua, contando che tutto quell’urlare gli aveva seccato la gola.
Si trascinò fino in cucina, accese la luce e aggirò il tavolo per arrivare al frigorifero dall’altra parte della stanza.
Prese un bicchiere dal mobiletto lì vicino e ci versò dell’acqua dentro.
Fece per portarselo alle labbra e bere ma sentì il vetro raffreddarsi ancora di più di quanto lo era già e decise di riaprire gli occhi per controllare cosa stesse succedendo.
Guardando giù, notò che del ghiaccio si era formato all’esterno del bicchiere e di conseguenza l’acqua si era congelata.
“Ma che… cosa sta succedendo? Come ha fatto a congelarsi?”.
Seth non riuscì a tenere il bicchiere fermo ora che la sua mano destra si stava congelando con esso e, tremando incontrollabilmente, lasciò che l’ammasso di ghiaccio che prima aveva chiamato bicchiere si frantumasse in mille pezzi a terra.
Lo guardò cadere, la confusione e lo stupore chiaramente dipinti sul suo pallido volto.
Si portò la mano al petto e la strinse il più vicino possibile al suo cuore, per riscaldarla ma anche per essere certo di avere ancora un battito.
Si sentiva come intrappolato in un brutto sogno.
Era questa la punizione per aver trattato così male la sua fidanzata? O forse era un castigo per tutte le cose brutte che aveva mai detto o fatto? In ogni caso il puro panico gli vibrava nelle vene.
Corse in bagno, non accese nemmeno la luce prima di aprire il rubinetto per sciacquarsi la faccia, ma l’acqua che scorreva si congelò al suo tocco.
A quel punto era convinto di star impazzendo.
Afferrò i lati del lavandino e si sporse un po’ in avanti per vedersi meglio allo specchio, anche se il buio e la brina che si stava formando su esso rendevano lo specchiarsi piuttosto difficile.
Nulla in lui era diverso: dai suoi lunghi capelli rossi ai suoi occhi scuri e alle sue lentiggini.
Rimaneva lo stesso Seth di sempre.
Ma quando, dopo aver fatto un preoccupato scan del suo viso, tornò a guardarsi negli occhi, notò una singola diversità tra lui e il suo riflesso.
“Io non sto sorridendo…”.
Si sentì come se la bufera di neve che rombava fuori da casa sua gli stesse infuriando nel petto.
Si allontanò di scatto dallo specchio e si portò le mani ai capelli, piantandosi le unghie nel cuoio capelluto.
Non si rese conto dell’errore che aveva commesso fino al momento in cui non cercò di togliersi le mani dalla testa e non ci riuscì.
Allora realizzò tutto.
Era il suo tocco a ghiacciare le cose; come le sue parole avevano congelato e frantumato in mille pezzi il cuore della sua amata.
Ma ormai per lui era troppo tardi.
Quando pensò di essere arrivato ad una spiegazione, il ghiaccio gli aveva lasciato libero solo il naso.
Inalò per l’ultima volta prima che anch’esso si congelasse.
Qui finisce la storia di Seth, morto di freddo nel bagno di casa sua, col frigo aperto, un bicchiere frantumato sul pavimento della cucina e l’acqua del rubinetto aperta.
Da lì in poi, la storia (e il merito) è tutto di Nancy, che sghignazzando guidava contenta in quella fredda notte d’inverno, senza che un singolo fiocco di neve colpisse la sua auto.
Autrice: Francesca Vianelli
Nata a Padova, il 19/05/2007
Residente in via Ippolito Caffi 2 – 35134 Padova
Tel. 3408625398
e-mail: francescavnl@gmail.com
scuola: CPIA di Padova, corso “Ricomincio da tre” secondo periodo didattico per l’assolvimento dell’obbligo scolastico, a.s. 2023/2024
Insegnante: Prof.ssa Chiara Pasquato