Una pubblicazione propone le voci del dopo 13 novembre 2003
La Gazzetta del Mezzogiorno – Giovedì 11 novembre
Furono quelli i giorni più lunghi della Basilicata – Cronaca di un accidente nucleare
Quanti sanno che per il sito della Trisaia è stato oggetto di studio al fine di verificare la capacità delle sue argille per contenere il pattume nucleare nazionale? Quanti hanno mai saputo che per questo tipo di deposito finale, il cui compito sarebbe stato anche quello di recuperare il materiale fissile (plutonio e uranio) dagli elementi di combustibile irraggiati dalle centrali elettronucleari nazionali, furono avviati ulteriori studi per ubicarlo lungo la valle del Sinni in un quadrilatero di circa 300 ettari compreso Rotondella, Tursi, Valsinni e Senise? Forse pochi. Ma che possono diventare tanti, perché adesso è disponibile uno strumento in grado di rinfrescare agevolmente la memoria collettiva dei lucani. Si tratta di una pubblicazione delle edizioni Ediesse di Roma, autrice la giornalista materana Rossella Montemurro. Nella colana “Materiali” è stato stampato “I giorni di Scanzano – Cronaca di un accidente nucleare”.
È una raccolta di articoli di giornale, di testimonianze, un racconto in presa diretta a partire dal fatidico 13 novembre dell’anno scorso che si conclude con una serie di contributi e documenti in grado di tenere viva la memoria, di stimolare l’attenzione e di approfondire il più vasto tema del rapporto che la nostra terra ha avuto e ha con il tema dell’energia nucleare. La pubblicazione si avvale anche della prefazione del segretario nazionale della CGIL, Gugliemo Epifani, e dell’introduzione di Giorgio Nebbia, docente universitario di Bari, un amico dei lucani e di quanti si occupano di ambiente al di là ed oltre considerazioni estetiche del bello. Decisivo per il prodotto finale è inoltre risultato il contributo e il lavoro di promozione svolto dalla Cgil di Matera, dall’associazione Energheia e da numerosi tra enti pubblici e privati.
L’uscita del volume coincide con l’anniversario di un momento particolare per la storia della Basilicata. Una piccola regione del Mezzogiorno che stava per essere travolta dal peso di un decreto ben presto rivelatosi frettoloso, superficiale e, per queste stesse ragioni, pericoloso pure per chi lo aveva concepito, perché impossibile da gestire nei termini immaginati da un ristretto gruppo di persone, alle prime prove dei fatti, clamorosamente bocciate dalla comunità scientifica nazionale e internazionale. Negli appelli, nelle voci registrate da Montemurro si colgono tutte le espressioni di quei momenti, dalla rabbia alla speranza, dalla paura alla gioia che accomunarono soprattutto i lucani compresi quelli lontani da casa, ma anche quanti di altre regioni seppero percepire l’ingiusto elemento d’imposizione ad una comunità già gravata da troppi fardelli. La minaccia di ridurre il Metapontino a un cimitero di scorie radioattive sortì l’effetto di una grande reazione identitaria, maturata in termini inequivocabili alla luce di un sole quasi primaverile la domenica del 23 novembre, quando in centomila dettero vita alla più grande convinta manifestazione di protesta che sia mai avvenuta in questa terra.
Di testimonianze, anche fotografiche, “I giorni di Scanzano” è ricco. E tornano alla mente tanti momenti, a volte di tensione, come quello della stazione ferroviaria di Metaponto con le forze dell’ordine schierate di fronte a donne e bambini, oppure di grande civiltà, quando, nello stesso luogo, i cittadini che avevano occupato i binari ripulirono fino all’ultimo rifiuto, all’ultimo pezzettino di carta caduto per terra nei giorni e nelle notti di presidio.
I ricordi, se non sono solo veicoli nostalgici per conciliarsi con il passato, servono a rafforzare il presente e come viatico per affrontare meglio il futuro. Nelle cronache dello scorso novembre – a questo proposito – si può rammentare come emerse chiaramente il pericolo di “infiltrazioni” tra i manifestanti, la provocazione latente di soggetti pronti a scatenare la rissa, disordini che avrebbero potuto far degenerare una manifestazione pacifica al punto tale da richiedere l’intervento deciso delle forze dell’ordine. E da questo punto di vista, la memoria non può fare a meno di cancellare non pochi subdoli tentativi sventati per la civiltà e la compostezza di cittadini esemplari che non si risparmiarono neppure per un attimo. Anche al prezzo di un pugno in pieno viso come quello che ricevette una mattina il compianto Carletto Stigliano, capace manager del settore primario del metapontino scomparso prematuramente solo pochi giorni fa. L’episodio riguarda alcuni strani personaggi, non della zona, ma ben individuabili per il modo in cui erano vestiti e per via dell’acconciatura dei capelli, tagliati a zero. Un paio tentarono un’aggressione al sindaco di Scanzano Jonico, Mario Altieri, al centro di polemiche che non sono mai terminate per via del presunto ruolo che avrebbe avuto nell’individuazione del sito unico delle scorie a Terzo Cavone, nel suo Comune. “Ho fatto scudo con il mio corpo non solo a Mario Altieri – raccontò Stigliano -, notoriamente lontano dal punto di vista politico dal sindaco di Scanzano – ma in particolare all’istituzione che si voleva colpire con chiare intenzioni strumentali. E così, a essere colpito sono stato io. Ma va bene lo stesso. Il dolore mi è subito passato quando ho visto intervenire nella giusta direzione i carabinieri intenti a disperdere quei brutti ceffi”. Come si fa a dimenticare?
Ogni lucano, in realtà, per quanto risultarono coinvolgenti i giorni di Scanzano, serba ricordi difficilmente azzerabili e che a un anno di distanza non possono non emergere con forza, anche in virtù di una serie di appuntamenti già programmati. Un paio di questi riguardano il volume di Montemurro. Sarà presentato domani alle 18 alla Mediateca provinciale. Interverranno, oltre all’autrice, Angelo Cotugno e Maurizio Camerini. Nuova presentazione domenica alle 18, al Campo Base di Terzo Cavone, nell’ambito delle iniziative del comitato “Scanziamo le scorie”. In questa occasione, ai relatori materni si unirà la segretaria nazionale confederale della Cgil Paola Agnello Modica.