L'angolo dello scrittore

Orologio cardiaco – rallentarlo.

_di Roberto Vacca.

 

scienziati al lavoro 1Una mattina del 1583 Galileo, diciannovenne, era a messa nel Duomo di Pisa. Guardava i lampadari appesi al soffitto con lunghe catene. Il lampadario a lui più vicino oscillava. Quanto era il tempo di un’escursione completa dal punto più alto a destra fino a quello a sinistra e di nuovo al punto più alto a destra? Non aveva orologio. Si appoggiò due dita sulla tempia. Il suo ritmo cardiaco era lento e regolare. Lo adoperò come orologio e scoprì che le piccole oscillazioni del pendolo sono isocrone. In seguito progettò e costruì orologi e inventò tante altre cose.

Galileo non aveva conoscenze adeguate per intravvedere che la frequenza cardiaca serve a ben altro che a fare da cronometro. Influisce sulle prestazioni fisiche e sulla stessa vita dell’uomo.

Alcuni atleti eccezionali hanno un ritmo cardiaco a riposo che non arriva a 40 pulsazioni al minuto. Fra questi erano ciclisti famosi capaci di prestazioni eccezionali, tanto da vincere numerosi Giri. Secondo alcuni la frequenza cardiaca si abbassa proprio in conseguenza degli allenamenti stressanti e prolungati. Queste considerazioni estreme, però,  riguardano meno i non atleti.

Più interessante per noi normali: i fisiologi hanno scoperto che le persone il cui cuore batte più lento hanno un’aspettativa di vita più lunga.  Alcuni hanno il ritmo cardiaco lento per ragioni genetiche: è questione di eredità. In parte questo parametro vitale dipende dalla dieta e dall’esercizio fisico. Può essere influenzato da certe sostanze chimiche – e qui la cosa si fa interessante: chi riesca ad abbassare la propria frequenza del battito cardiaco da 85 a 60 pulsazioni al minuto riduce di quattro volte la probabilità di soffrire di infarto o di sincope. Resterà in vita più a lungo, anche se non si può definire una legge matematica che leghi l’aspettativa di vita al ritmo cardiaco.

Si sa bene che per vivere più a lungo è bene non essere obesi e non avere un pressione arteriosa troppo alta. È bene anche avere un cuore che batte lento. Perché le cose vadano così è complicato da spiegare, anche se appare intuitivo che i più magri faticano meno a portare in giro il proprio peso e che gli ipertesi sforzano di più il cuore a pompare ad alta pressione.

Una rozza spiegazione empirica dice che il numero massimo di  pulsazioni che un cuore può produrre in tutta la vita è di circa due miliardi e mezzo. Questo numero, diviso per 60 pulsazioni/minuto, dà una durata di vita di 80 anni; diviso, invece, per 85 pulsazioni/minuto, dà una durata di 56 anni. Non è una legge deterministica e ferrea. Però la tendenza esiste: lo dimostrano statistiche fatte su molte migliaia di casi.

Questi processi dipendono dal funzionamento dei recettori beta adrenergici (che hanno forte affinità per l’adrenalina). Qui le cose si complicano: le stesse parole usate per spiegare la situazione non si capiscono, se prima non si studia la fisiologia umana in modo abbastanza approfondito.

I recettori sono strutture anatomiche ubiquitarie negli organismi. Sono sensibili a stimoli esterni e interni e sono capaci di trasmetterli al sistema nervoso centrale producendo impulsi che hanno conseguenze fisiologiche varie. Fra queste, anche la regolazione del ritmo cardiaco. Chi ha una frequenza cardiaca alta, farebbe bene a farsi controllare da un bravo cardiologo. Questi consiglierà di evitare un peso corporeo eccessivo (mangiare poco e bere poco alcol) e di fare esercizio fisico ogni giorno. Potrà anche prescrivere certi farmaci detti beta bloccanti. Si prendono in piccole dosi, In genere, hanno scarsi effetti collaterali. Però il dosaggio è molto critico e va calibrato gradualmente. È nettamente sconsigliato curarsi da soli, magari seguendo le cure che sta facendo qualche amico. Anche variare bruscamente le dosi giornaliere può essere pericoloso e può produrre effetti paradossi.

Spesso i beta bloccanti hanno anche l’effetto di diminuire la pressione arteriosa. È desiderabile per alcuni, ma il controllo medico prolungato è essenziale. Questo nostro orologio interno ci fornisce informazioni importanti. Può servire ad allungarci la vita. Dobbiamo mantenerlo con cura.