Daphné Lecœur vince il Premio Energheia Francia 2019
L’associazione culturale Energheia comunica la designazione del vincitore del Premio Energheia Francia 2019: Daphné Lecœur giovane autrice con il racconto “La fille au petit chien” (La ragazza con il piccolo cane). Segnalato il racconto “Retour des intempéries” (Il ritorno del maltempo) di Sylvie Dagallier.
L’iniziativa, promossa nel Paese d’Oltralpe ha visto il coinvolgimento dell’Università Sorbona di Parigi con il docente Sylvain Brien e lo scrittore Ulf Peter Hallberg, con l’Institut Francais.
Le motivazioni alla base della designazione dei due racconti, redatte dalla Giuria popolare che ha letto in lingua originale i racconti pervenuti al Premio, indicano come in entrambi ci sia l’idea di costruire una storia mettendo insieme emozioni e sensazioni sparse anche con un interessante uso della lingua e con un esprit poetico appassionato che sfugge alle regole del gioco.
Scrittura ineccepibile quella di Daphné Lecœur nel dipingere questo racconto a tinte fosche. La trama si snoda seguendo una efficace narrazione in prima persona e utilizzando un linguaggio asciutto e un ritmo serrato, senza sbavature, con un pathos sempre crescente.
La protagonista è una studentessa che vive in un piccolo appartamento al sesto piano di un palazzo. Nell’appartamento al piano di sotto abita il proprietario dell’immobile con la sua compagna e un piccolo e affettuoso bassotto, Toby. Da mesi i due funestano le serate della protagonista con violente e costanti litigate serali, a cui si aggiunge l’abbaiare dell’animale, che le impediscono di rilassarsi persino nella vasca da bagno in cui lei s’immerge per rilassarsi dopo lo studio. La protagonista vorrebbe intervenire ma la paura di essere cacciata di casa la blocca ogni volta. Cerca di tenersi alla larga dal proprietario, uomo facoltoso che ama ostentare le sue ricchezze e a cui appartengono quasi tutti gli immobili dell’isolato. La sua compagna sembra più giovane di lui, ma anche nel suo comportamento c’è qualcosa che mette a disagio la studentessa, come l’abitudine di affacciarsi sull’uscio per chiederle di portare Toby a fare una passeggiata in cambio di danaro.
Una sera le urla sono più forti del solito, e così pure l’abbaiare e i gemiti del cane, che sembrano riverberarsi nell’acqua della vasca da bagno in cui la protagonista si è immersa dopo una giornata di esami, alla vana ricerca di silenzio e isolamento. Le grida raggiungono le sue orecchie, rendendola suo malgrado consapevole di ciò che sta accadendo. Anche i guaiti diventano sempre più violenti e lei si sente sempre più a disagio, in un crescendo di paura che presto diventa vero e proprio panico. Non sa come comportarsi, se chiamare la polizia, chiedere aiuto. Poi sente un rumore sordo e un grido soffocato, finale rivelatore, in poche gelide parole, di un tragico e inevitabile destino nonostante la sua corsa a perdifiato giù per le scale.
Nel racconto menzionato: “Il ritorno del maltempo” si riscontrano ricchi di lampi di originalità, con dialoghi credibili e serrati, lessico preciso e variegato e ottimo ritmo.
L’autrice racconta con mano esperta la storia dei due fratelli Vlado e Stojan, che si rivedono in una nebbiosa alba dopo diciotto anni, e della compagna turca di Vlado, Erina. Un racconto lungo e stridente, come stridono l’ambientazione del racconto in un’isola di turismo balneare in piena stagione invernale, le caratteristiche fisiche e caratteriali opposte dei due fratelli, il silenzio di Stojan nonostante la lontananza ventennale dalla sua terra natale e lo spegnimento del coraggio e del sentimento d’amore di Erina nel dolore.
A unire i due fratelli è una misteriosa questione di soldi, intorno alla quale turbinano violenza, ingiustizie e rimorsi. Stojan cerca di ricostruire il suo passato, di ricollegare i ricordi, molti dei quali dolorosi, alla realtà. Gli torneranno in mente le speranze e i progetti passati, legati alla fattoria dei genitori, alle spiagge, all’aranceto, fino al terribile evento che aveva sconvolto molti anni prima la vita di molti, e soprattutto la sua. Sarà una pistola a scuotere gli animi dei tre personaggi alla fine del racconto. E Stojan ripartirà, stavolta consapevole di non tornare mai più, senza essere riuscito a trovare quel che cercava e allontanandosi sul molo mentre la neve candida e crudele, dopo aver nascosto e anestetizzato per giorni la verità sotto di sé, si trasforma infine in acqua sporca sotto i suoi piedi.
Ricordiamo che i racconti saranno raccolti nell’antologia I racconti del Premio Energheia e che la vincitrice sarà ospite alla Cerimonia di consegna del Premio letterario Energheia insieme allo scrittore Ulf Peter Hallberg prevista sabato 21 settembre nei Giardini del Museo D. Ridola di Matera.