Le parole dei giurati

Incombono nuvole minacciose?

_di Gianluigi Trevisi

Presidente Giuria Nuvole di Energheia 2019

Affiora da un po’ di tempo, magari in maniera inconsapevole, un richiamo forte a stagioni passate (per il sottoscritto felici) del fumetto. In questa nuova edizione del Premio Energheia si respira un’aria diversa. Dopo la sbornia Manga che continua a fare danni, le matite ed i pennelli si stanno muovendo sulla carta più liberi. É nel tratto, nel disegno per capirci, che si manifestano queste libertà formali; purtroppo nonostante le grandi emergenze siano sotto il naso di tutti invece l’impegno latita, solo qualche accenno e nella maggior parte dei casi… sibillino.

Probabilmente non sarà vero, ma mi sembra che i libri di Pratt, Crepax, Caza, Bilal, Moebius si stiano risfogliando e le capacità intrusive di questi grandi sono fortunatamente inarrestabili. C’è una stagione del fumetto che è diventata parte della letteratura contemporanea, ha plasmato coscienze e ribellioni come Dickens e Marquez; Corto come Valentina o Harzac sono ancora oggi personaggi chiave per interpretare lo spirito del nostro tempo.

Naif, lineari e semplici i fumetti di questa selezione 2019 danno forma a piccole storie quotidiane anche quando si affacciano sul distopico, mantengono una propensione ai buoni sentimenti, ai passi lenti, il tutto sembra concretizzarsi in una ricerca di armonia nel disordine di speranze ormai mancate. Abbiamo però il dovere di sperare che queste nuvole diventino minacciose, che si facciano carico dei disastri a cui quasi sicuramente dovremo assistere, che inizino ad incombere sulle menti delle nuove generazioni. É il percorso che molto fumetto italiano ha iniziato fortunatamente ad intraprendere, dovrebbe essere la strada che un po’ tutta l’arte in senso lato dovrebbe percorrere, c’è un incendio sotto i nostri piedi e non ce ne siamo ancora accorti.

Prima o poi come dicono i CLASH a qualche porta dovremo andare a bussare, a chiedere conto di quello che sta accadendo. Più stupidi ed ignoranti di come siamo adesso sarà difficile… i leghisti meridionali somiglieranno sempre più ai nazisti dell’Illinois dei Blues Brothers, per cui matite, pennelli, tastiere, cervelli run… la storia siamo noi…