Un simulatore planetario per avvertire emergenze
Nòva, ilsole24ore – di Roberto Vacca
Crisi, emergenze, disastri ci minacciano da sempre. Oggi riguardano numeri e strutture più grandi che in passato e sembrano più temibili. Capirli e prevenirli è desiderabile – non sempre possibile. Anticamente si cercava di prevedere l’avvenire parlando di corsi e ricorsi. I fisici, invece, prevedono con precisione i risultati di esperimenti anche mai eseguiti prima. È vitale prevedere l’avvenire di sistemi complessi (ambiente, economia, tecnologia). Ci si prova con statistica, estrapolazioni e modelli matematici, in larga misura empirici. Infatti non sono note leggi matematiche che governano quegli sviluppi, né, spesso, le condizioni iniziali di oggi. 40 anni furono proposti famosi modelli matematici per vaticinare l’avvenire socio-economico della Terra. Quello di Mesarovic e Pestel si presentò come strumento strategico per rispondere a domande “se …, allora che?”. Lo applicai all’analisi delle porzioni dell’energia mondiale fornite dalle varie fonti. Risultò che dal 1977 le quote percentuali di petrolio, carbone, gas e altre fonti cumulate sarebbero variate poco. Le cose sono andate proprio così: lo strumento è interessante, ma limitato e non tanto predittivo.
Ora un gruppo, promosso da Dirk Helbing (Politecnico di Zurigo) e da Steven Bishop (University College London), in collaborazione con decine di università e scienziati europei mira a realizzare entro 10 anni un Simulatore Planetario. È una costellazione di modelli matematici e strumenti di reperimento di dati che sfrutti l’enorme mole di informazione prodotta e aggiornata di continuo da scienziati, tecnologi, aziende, governi. A tal fine il gruppo tenterà di produrre analisi e modelli interattivi di processi in: economia, finanza, mercati, problemi sociali, cultura, conflitti, ambiente, energia, trasporti, instabilità sistemiche, epidemie. La struttura delle reti ICT e i progressi continui in hardware e software permetteranno l’estrazione istantanea di dati dalla realtà, non solo da Web, ma anche da sensori installati ovunque. Questa struttura – FuturICT [www.futurict.ethz.ch] – fornirà supporti a decisioni strategiche per prevenire crisi future, individuando tendenze finora non palesi. La stima iniziale dell’investimento necessario è di oltre un miliardo di euro. È in corso il reperimento delle risorse da fonti governative e comunitarie europee.
Per procedere dall’attuale livello concettuale allo stadio operativo, si dovrà investire in ricerca di base e innovazione tecnologica. Solo progressi epocali della scienza e di strumenti tecnologici permetteranno di integrare le attività dei centri di ricerca. Si definiranno scenari, monitorando qualità e codificazione dei dati raccolti e ridefinendo validazioni incrociate. I modelli matematici di economia, società, clima sono stati spesso criticati perché semplicisti o viziati da pregiudizi ideologici. Occorrerà, dunque, organizzare una struttura di revisione critica che renda compatibili e univoci i contributi dei vari esperti e centri di ricerca. Se gruppi diversi produrranno risultati discordanti, si dovrà rendere trasparente ogni contributo. Andranno distinti i risultati di scenari intuitivi da quelli di elaborazioni formali. Di queste vanno esposte base teorica, strumenti matematici e procedure informatiche e va pubblicato il software. Le proiezioni quantitative vanno validate e distinte dai testi dei commenti conclusivi. Gli elaborati saranno peer reviewed (valutati e revisionati da colleghi autorevoli). Sarà bene suggerire ai lettori quali livelli formativi debbano raggiungere per poter comprendere i testi e curare la forma dei messaggi per evitare malintesi e interpretazioni fantasiose. Chi sa poco di statistica non deve essere indotto a credere che certe previsioni probabilistiche siano predizioni o profezie. Anche i decisori chiamati a formulare strategie pubbliche o private dovranno imparare a usare i nuovi strumenti sofisticati che saranno costruiti. L’obiettivo è ambizioso: va perseguito con scienza, coscienza e risorse adeguate.