I brevissimi 2005 – Luna piena di Marco Di Milla_Gaeta(LT)
anno 2005 (Il sesto senso)
La musica aumenta di volume; i bassi fanno vibrare le pareti e il
pavimento sotto i piedi.
La mia canzone preferita entra “a palla”.
E poi c’è la luna piena.
La ragazza che ho abbordato è bellissima, come tutte le altre del resto.
Lei è solo la prescelta. Il mio istinto ferino non ha tradito neanche
stavolta.
E’ una serata perfetta. Ho inghiottito il quinto “Bacardi e cola” e della
tequila e dei “gin-lemon” ormai ho perso il conto.
E mi sento irresistibilmente bene, forte e felice quanto basta.
È una notte ideale e c’è la luna piena. Guardo il mare, fulgente nutrirsi dei
suoi raggi.
La ragazza mi fissa intensamente. Devo piacerle un sacco, perché mi
sorride e poi nasconde lo sguardo.
Lei adesso è parte di me.
Ormai cerco solo un pretesto per uscire dal locale e portarla sulla spiaggia,
a guardare la luna. La mia luna.
E intanto si avvicina sempre di più a me.
Ha una pelle morbida e invitante tanto che la mia bocca si contrae solo al
pensiero di possederla.
Profuma di rosa e marijuana.
In un attimo ci troviamo sulla spiaggia.
Ormai i nostri corpi si sfiorano; si eccitano al reciproco calore.
È fatta, sento che è pronta per me.
Ha un collo lungo e affusolato, circondato da ampi capelli che si
intrecciano e si congiungono sul petto, tra seno e seno.
La sua pelle sgocciola seta e incenso.
Un altro istante e ci troviamo completamente soli al riparo di uno scoglio.
Sotto lo sguardo complice della luna.
Mi sento un’altra persona. Sono un’altra persona.
La stringo fortissimo a me, la desidero convulsamente.
La sua testa è ferma sul mio petto e la mia bocca trema di desiderio.
Penso che la vita mi abbia scelto come un predestinato, figlio di chissà
quale mito.
Chiudo gli occhi e in un momento mi sento svenire. Morire.
È stato un attimo.
Mi ha azzannato all’altezza dello sterno vicino alla giugulare. Sono troppo
stanco e sorpreso per staccarmi da lei.
Sento la mia pelle stretta nella morsa di zanne profonde e robuste e il mio
sangue defluisce velocemente.
Quando con un ultimo esanime sforzo apro gli occhi, ho davanti a me una
testa enorme e deforme, il muso sproporzionato in avanti, per metà
affondato nelle mie carni.
Incontro occhi gialli e terrificanti, spenti nell’orrore di un prodigio
disumano.
È davvero una serata speciale e mi sento morire sotto la luce di questa
luna piena.