I brevissimi 2006 – God bless America di Valter Malenotti Feriolo(VB)
anno 2006 (Le quattro virtù cardinali – La temperanza)
E’ una bella mattina di primavera. Il signor Henry J. Macdowell saluta la
signora Macdowell con un bacio sulla guancia. Buon lavoro, caro dice lei,
sistemandogli il risvolto della giacca. Lui sorride, bacia le testoline bionde
alle sue due splendide bambine ed esce. Si volta con un ultimo sguardo a
rimirare la sua villetta. Alla finestra, la famigliola sorridente lo saluta
ancora una volta agitando le mani.
La sua figura alta e asciutta percorre il viale alberato. Ai lati della via i
giardini delle ville risplendono di germogli e fiorellini gialli. Si scopre
sorbire la brezza primaverile a grandi sorsate. E’ felice. Gli uccellini
cantano e volano sopra di lui. All’improvviso il signor Macdowell si arresta.
Le mascelle s induriscono mentre gli occhi puntano gelidi sul bavero della
giacca. Lentamente, alza lo sguardo al cielo. Il responsabile del
bombardamento una pallottola di piume accoccolata su un ramo. Lui
sorride benevolo, estrae un fazzoletto di cotone ruvido e si ripulisce.
Qualcosa, intanto, attrae la sua attenzione poco più in la. Accanto ad un
cassonetto dell’immondizia vi è un uomo sdraiato a terra. Si stringe al
petto un sacchetto di carta. Il signor Macdowell si precipita in aiuto
vincendo il fetore di alcol che il poveruomo emana. L’ubriaco solleva la
bottiglia nel sacchetto: Ne vuoi un goccio? gli chiede.
No grazie, sono astemio risponde l’altro. Ed è vero, il signor Macdowell
non beve. L unico vizio che si permette quando deve celebrare qualche
avvenimento fumarsi mezzo sigaro, rigorosamente non cubano.
C’hai mica un dollaro? gli chiede l’ubriaco.
Il signor Macdowell gli dà una pacca amichevole sulla spalla, quindi gli
sfila dalle mani la bottiglia e la getta nel cassonetto. Questa roba le fa
male dice congedandosi.
Brutto stronzo figlio di puttana! esclama l’ubriaco.
Il signor Macdowell pare non sentirlo.
Arriva davanti alla chiesa. Decide di entrare. E’ vuota. Si porta nei primi
banchi, si inginocchia e prega per dieci minuti buoni. Quindi si rialza e va
verso l’uscita. Incrocia il reverendo che lo saluta. Ringrazi tanto la sua
signora per le torte della festa di beneficenza continua il sacerdote, che
Dio vi benedica!
Il signor Macdowell annuisce e guarda l’orologio. Si deve affrettare. Lui
non è mai in ritardo.
Arriva al cancello. I due soldati di guardia lo salutano militarmente. Lui fa
un lieve cenno col capo. Sale le scale. Percorre un corridoio affollato. Apre
una porta. Un soldato scatta sull’attenti: Buongiorno generale Macdowell!
Riposo, caporale risponde entrando nel suo ufficio. Si ritira dietro un
paravento e indossa la divisa, quindi, prende posto a una spartana
scrivania. Un attimo dopo il caporale s affaccia alla porta:
Il capitano Dillinger desidera vederla, generale .
Il generale Macdowell fa cenno di farlo passare. Il capitano Dillinger saluta
irrigidendosi sull’ attenti: I nostri servizi d intelligence ci hanno appena
comunicato di avere delle novità riguardo al fronte afgano, signore. Hanno
localizzato il nascondiglio di Mujahid Abdellah .
Al generale Macdowell brillano le pupille: l’autore dei più disastrosi
attentati terroristici alle basi americane in medioriente degli ultimi tempi. A
quando risalgono le informazioni?
A ieri, signore . Il capitano Dillinger gli sottopone delle fotografie scattate
dal satellite. Si tratta di un villaggio tra le montagne, duecento chilometri a
sud di Kabul .
Bisogna agire subito osserva il generale Macdowell. Probabilità che
l’obiettivo sia ancora sul luogo?
Cinquanta per cento, signore .
Entità delle possibili perdite?
Dalle duecento alle trecento persone. Tutti civili. Per la maggior parte
donne e bambini. Gli uomini sono alla macchia con la guerriglia .
Ok! afferma deciso il generale, Procedete con la bonifica .
Il capitano Dillinger sbatte i tacchi, saluta e fa dietrofront. Il generale
Henry J. Macdowell spezza
un sigaro, ma prima di accenderselo, bacia la foto della sua bella
famigliola posata sulla scrivania.