Premio Energheia Cinema 2001. L’attesa di Giorgio, Bruno Bianco_Montegrosso d’Asti(AT)
Premio Energheia Cinema 2001
Miglior soggetto per la realizzazione di un cortometraggio
Tutti i pomeriggi di quell’estate, erano finiti nello stesso modo. Giorgio arrivava con la sua bicicletta da cross, dall’alto schienale, guardava i ragazzi più grandi che giocavano a pallone nel campetto, di fianco all’oratorio, appoggiava il mezzo alla parete intonacata dell’edificio e si infilava in sacrestia; svolgeva egregiamente la mansione di chierichetto alla breve messa pomeridiana ed alle 16 e 30 era già fuori. A questo punto si piazzava ai lati del campetto e fissava, con occhi speranzosi, i ragazzi che correvano e tiravano calci alla palla, come un bambino affamato guarda l’amico che si divora un panino, augurandosi che questi gliene offra una parte.
Nessuno, però, gli offriva mai niente. Troppo timido per proporsi, troppo insicuro per pensare di essere accolto; restava in attesa, fingendo di interessarsi alle sorti agonistiche della partita, raccogliendo il pallone quando usciva dalle sue parti e restituendolo, sollecitamente, con la speranza che il bel gesto spingesse qualcuno nell’invitarlo al gioco.
L’imbrunire della sera lo coglieva, invece, ancora ai bordi del prato, rassegnato per la giornata ormai conclusa, speranzoso per il giorno successivo. Quanto invidiava il suo compagno di classe, Claudio! Giocava ogni giorno, unico ragazzo delle elementari in mezzo a quelli delle medie; ma Claudio era completamente diverso da lui, non era timido, sapeva essere a suo agio in ogni situazione e poi giocava a pallone meglio di molti ragazzi più grandi.
L’estate, però, stava volgendo al termine e le giornate si accorciavano, ricordando, inesorabilmente, che la settimana prossima, sarebbe ricominciata la scuola.
Un passaggio clamorosamente sbagliato, aveva fatta fatto rotolare il pallone tra i piedi di Giorgio; lo raccolse e lo rilanciò a Marco che, velocemente, gli era venuto incontro. Marco lo fissò, come se avesse notato la sua presenza per la prima volta; con la voce rotta dall’affannosa corsa, gli indirizzò quelle due parole, tanto sospirate:
– Vuoi giocare? -.
In un attimo, nella testa di Giorgio, scoppiò una tempesta di emozioni. Ricordò l’estate trascorsa nella vana attesa di un invito, pensò che Marco, Claudio e tutti gli altri lo avessero sempre, volontariamente, ignorato, meditò sull’umiliante situazione in cui rischiava di finire e la risposta uscì netta e decisa.
– Chi, io? Assolutamente no -.
Marco accennò uno sguardo stupito, scrollò le spalle, lanciò il pallone e riprese a correre nella mischia. Giorgio, allora, cercò di assumere un’espressione dignitosa e risalì sulla bicicletta; non si dava pace per l’occasione sfumata, ma il sole stava ormai tramontando, mentre, con veloci pedalate, stava già tornando verso casa.
Nella foto_Un’immagine del cortometraggio “L’attesa di Giorgio”