Restiamo italiani
di Luca Tamburrino_
” Restiamo Umani”. Io voglio ripartire da qui. Io voglio ripartire da queste due parole. Voglio ripartire insieme a tanti altri italiani da questo punto, un punto di non ritorno ma in particolar modo un punto decisivo e spiazzante. Ricominciare a essere italiani, ricominciare senza vergogna e senza paura, ricominciare ripensando a chi ha reso celebre il nostro paese ma allo stesso tempo ricominciamo anche da “noi”. Noi abbiamo una sola grande responsabilità, ricominciare a essere italiani, ricominciare a dire ” Io mi sento italiano e ne vado fiero”.
Purtroppo queste frasi, questi concetti, queste parole sono oramai denominate dalla maggioranza popolare italiana come ” frasi fatte”, ” parole già sentite”, ” discorsi di bella presenza” [… ] quindi tutti giudizi o pensieri che vanno a costituire una sola identità. Questa identità si chiama indifferenza, si chiama paura di essere se stessi, paura di essere italiani. Quando vi racconteranno e vi diranno che non cambierà mai niente, che l’attuale classe politica fa bene al nostro paese, che il potere totalitarista in Italia non esiste, che se protestate o manifestate il vostro pensiero siete dei comunisti, che è giusto privatizzare scuole o beni comuni per avere più qualità e più concorrenza nel mercato … insomma non ve la fate raccontare! Indignatevi, anche se a volte l’indignazione non basta, ma è pur sempre l’inizio di un qualcosa, è l’inizio di un nuovo e giovane sentimento italiano.
Loro non si sentono italiani, loro non sono italiani. Sono uomini nati in giacca e cravatta e così ci resteranno. Hanno un unico ruolo: abusare del loro potere. Un solo obiettivo: strumentalizzare il popolo attraverso quel loro fascino da ” padri rassicurativi”. Il popolo ci casca e ci crede. Oggi al cittadino medio italiano basta un sorriso e una rassicurazione sulla propria casa, sul futuro dei propri figli e sul proprio lavoro. Il gioco è fatto. Non ci sono vincitori in queste storie ma un unica vittoria, l’ennesima vittoria del sistema strategico imposto dai signori in giacca e cravatta.
Io insieme a tanti altri cittadini italiani siamo stanchi di farcela raccontare. Gaber diceva : ” Io non mi sento italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono [….] Ma per fortuna o purtroppo lo sono … per fortuna o purtroppo lo sono … Per fortuna lo sono ! “.
Troviamo e esterniamo quel nostro sentimento patriottico, quel sentimento che ci unisce e ci ricorda di essere italiani.
Insieme si può … il nostro tempo è adesso !