Marocco: il re degli affari
Tratto da Nigrizia_febbraio 2012
Assente dalla scena politica, ma onnipresente nell’economia. Palazzi, auto di lusso, aerei privati e una fortuna da 2,5 miliardi di dollari. Questo è il ritratto che El Paìs propone del re del Marocco, Mohamed VI, anticipando stralci del nuovo libro dei giornalisti francesi Eric Laurent e Catherine Graciet, in uscita a marzo.
“Il re predatore”: questo è il titolo che ha spinto, domenica, le autorità marocchine a sospendere, in tutto il paese, la distribuzione del quotidiano spagnolo El Paìs.
L’articolo incriminato avrebbe riportato, secondo il ministero della comunicazione marocchino, contenuti di carattere «diffamatorio e lesivi dell’immagine di sua maestà e delle istituzioni del paese». A preoccupare, sono stati gli stralci inediti del nuovo libro dei giornalisti francesi Catherine Graciet ed Eric Laurent, che El Pais ha riportato fedelmente nella sua edizione di domenica.
«Le Roi prédateur» è il titolo inequivocabile riportato nella copertina del libro, che ritrae l’immagine di re Mohamed VI (vedi foto). Settimo nella classifica dei monarchi più ricchi del mondo, curata da Forbes nel 2009, il sovrano del Marocco vanterebbe una fortuna stimata in 2 miliardi e mezzo di dollari, superando l’emiro del Qatar o del Kuwait.
Gli autori del libro, che sarà messo in vendita dalla casa editrice Seuil, in Francia, a partire dal 1 marzo, esaminano il rapido incremento che ha subito la fortuna di Mohamed VI a partire dal 2008.
«Inesistente sulla scena internazionale, frequentemente assente su quella nazionale, non ha mai accettato di essere intervistato da un giornalista marocchino, né ha concesso conferenze stampa; è , in cambio, iperattivo quando si tratta di controllare i suoi affari». Questo è il ritratto che Graciet e Laurent offrono del sovrano, descritto come il primo banchiere, assicuratore, esportatore e agricoltore del paese. Mohamed VI controllerebbe inoltre il settore agroalimentare, la grande distribuzione e l’energia, mentre il paese sprofonda al 130° (su 187) posto dell’Indice di sviluppo umano redatto dalle Nazioni Unite lo scorso anno e il salario minimo stabilito per legge ammonta all’equivalente di 5 euro al giorno.
Il re del Marocco, riceverebbe per il suo “lavoro” un salario di 40.000 dollari al mese, mentre pensioni e stipendi ai membri della famiglia reale ammonterebbero a 2,5 milioni di euro all’anno.
Dodici palazzi sparsi attraverso tutto il paese, a cui si aggiungono una trentina di residenze, con un personale di 1.200 persone, tutte sul libro paga del ministero del Tesoro. Se Mohamed VI utilizza solo tre o quattro di questi palazzi, non significa che non debbano essere mantenuti come se il sovrano fosse in procinto di trasferirvisi, portando i costi per le casse dello stato ad una cosa come 70 milioni di dollari all’anno per ogni palazzo.
A tutto questo si aggiungono due milioni di euro all’anno in vestiti, sei milioni per mantenere il parco macchine e un aereo militare, pronto all’uso, per garantire il trasporto di un’Aston Martin DB 7 in Regno Unito e ripararla, all’occorrenza, nel minor tempo possibile.
Un altro capitolo dispendioso del bilancio reale riguarda i viaggi, che nel 2008 hanno raggiunto la cifra di 38 milioni di euro. Il re si sposterebbe con un seguito che si aggira tra le 250 e le 300 persone, imbarcate in un Boeing 747 e due Boeing 737-400, a cui si aggiungerebbero tre Hercules C-130 per il trasporto di mobili e valige.
Il budget di palazzo ammonterebbe, secondo Graciet e Laurent, a circa 228 milioni di euro, più del doppio di quello dell’Eliseo, e poco meno del totale destinato ai ministeri, insieme, di Trasporti, Gioventù, Cultura e Urbanistica.
Nonostante l’anonimato di gran parte delle fonti citate, il libro sembra essere, dunque, destinato a far discutere come la precedente opera di Catherine Graciet, «La régente de Carthage», sullo sconfinato “amore” per il lusso di Leila Trabelsi, moglie dell’ex presidente tunisino Zine El Abidine Ben Ali. (iaf)