Premio Energheia Cinema 2001. Il bacio della buonanotte, Davide Tessari_Mira(VE) –
Premio Energheia Cinema 2001
Menzione speciale dell’associazione Energheia 2001
Soggetto per la realizzazione di un cortometraggio
Sono passato e non c’era nessuno, solo il silenzio soffocante dell’estate di pianura, lontano, si sentiva il fruscio dimesso del traffico ferragostano, nella note calda e appiccicosa, piena di fantasmi di tutta un’umanità in vacanza. Sono passato e non c’era nessuno. Di lei, solo la macchina, una piccola Puegeot, sotto un lampione. E un messaggio che mi arriva al cellulare: “E’ FINITA, NON MI CERCARE, SONO A JESOLO CON GIOVANNI”. Ah, i fuochi d’artificio… le son sempre piaciuti i fuochi…
E poi dicono che non ci sono i soldi… 10 di sera, Padova-Dolo in 6 minuti netti, incrociate tre macchine e un camion con targa croata. Dolo-Porto Marghera, tre minuti (e mezzo minuto perso al semaforo di Mira), corpi neri in offerta speciale che agitano gambe chilometriche, laddove le strade non hanno un nome e piccole radio gracchiano canzoni scadute, invadendo l’aria, gravida dell’aroma del caffè d’inizio turno, dove piccoli uomini agitano l’orizzonte metallico e al neon del Petrolchimico.
I’m drivin’ a stolen car/ down on the Eldrige Avenue… mi sentivo come quei protagonisti delle vecchie canzoni di Springsteen, correvo inghiottito dalla notte, lungo la statale, lasciando scorrere il nastro… aspetto sempre che mi prendano/ ma non accade mai… ho il coltello ancora sporco, sul sedile accanto, e neppure la voglia di gettarlo nel fiume.
Sono cameriere in una piccola paninoteca, così dispersa in mezzo ai campi che a ferragosto nemmeno è aperta. Sono la mascotte di una banda di nostalgici quarantenni che in cucina cantano a squarciagola, scommettono su chi indovina prima una vecchia canzone di vent’anni fa e considerano le BR l’ultimo movimento politico serio in Italia.
A guardarli, sembrano dei vecchi roadies, reduci di una guerra inesistente; De Gregari il loro profeta, Buffalo Bill l’oasi dove ritrovare la giovinezza perduta, adesso che è tutto peggio di allora.
… E comunque fate presto, voi, a dire che devo essere me stesso. Avevo provato a dirlo a Vania, tre sere fa “… mi devi accettare per quel che sono…” , e lei che mi fa tutto d’un fiato “HO DECISO DI LASCIARTI. HO UN ALTRO. SI CHIAMA GIOVANNI, FA IL RAPPRESENTANTE DI COLLANT A COMPRESSIONE GRADUATA. MI DA SICUREZZA. È UN LAVORATORE AMBIZIOSO E FARA’ STRADA”. E io: “ci credo che farà strada, è un rappresentante!…”.
intendiamoci, non ho mai veramente amato Vania. A volte le cose vanno così, ti incontri da qualche parte, qualcuno ti presenta e dopo due volte che ci si vede, si finisce per restare insieme. Dieci giorni e avevo capito che non avrebbe mai potuto funzionare; il mio ideale di ragazza non spenderebbe MAI mezzo milione in vestiti, in un pomeriggio, solo perché “è un po’ giù…”.
Una sera, l’ennesima, nella quale le avevo detto che non ero sicuro di provare amore per lei, mi ha risposto, incazzata e pigolante, che ero solo uno stupido cameriere part-time, che avrebbe dovuto ringraziare il Creatore di potersi far vedere in giro con una laureanda.
In uno scatto d’orgoglio mi feci restituire le centomila che mi aveva chiesto per la seduta settimanale dallo psicologo.
Amore è cecità/ Non voglio vedere
Perché non mi avvolgi/ addosso la notte, amore mio.
Non rimane che la solitudine della notte di Nordest, un organo cupo, ossessivo, e la voce di Bono in Love is blindnes, che sovrasta il brusio ammalato del motore, mentre eluisco su strade vuote e oscure, con fossati troppo vicini e troppo poco profondi, anche per un coltello.
Amore è affogare/ in un pozzo profondo
Tutti i segreti/ e nessuno a cui raccontarli.
Almeno, fosse stata aperta la paninoteca… a quest’ora avremmo già finito le pulizie e piccoli led avrebbero illuminato il silenzio e gli occhi nostalgici di Carlo, mentre ascolta La ragazza e la minierai De Gregari, sorseggiando l’ultimo Martini della notte.
Una piccola morte/ senza un lamento
Nessuna chiamata/ e un’idea pericolosa che ha quasi senso…
Solo che, certe cose non si fanno. Non puoi scaricare qualcuno la sera di Ferragosto, lasciarlo lì, solo come un cane, a fissare uno stupido messaggio al cellulare, mentre tutto il mondo finisce a danzare attorno ad un falò sulla spiaggia e le ultime sagre di paese brillano più forte nella notte. Certe cose non si fanno.
Davanti a casa ci sono due carabinieri, l’auto parcheggiata poco lontano, diluita nella nebbia, sospesa del primo mattino. Avranno suonato, senza ottenere risposta. I miei sono in montagna. Quando mi vedono arrivare, non si scompongono granché, neppure mettono mano alla pistola. Il più anziano si avvicina alla mia macchina.
“E’ lei Valerio Pisani?”.
“Sono io… Chi vi ha avvertito?”.
“Il signor Rovati, suo padre”.
Il carabiniere più giovane, dall’altro lato dell’auto, indicò il coltello, ancora appoggiato sul sedile, accanto al guidatore.
“LO ha fatto con quello, vero?”.
“Già, l’ho fatto con quello”, mormorai e per la prima volta, quella notte, chiusi gli occhi.
Qualche ora dopo, uscendo dalla caserma di Mira, il carabiniere più giovane mi chiese se potevo dargli un passaggio verso Padova “… non ho voglia di aspettare l’autobus”, disse “… ma tu fai il falegname, o l’intagliatore?…”.
“Macché”, risposi, “sono un cameriere”.
“Be’, pensavo… è che quando siamo arrivati ieri sera… credimi, non avevo mai visto un lavoretto del genere, di solito vedi qualche sfregio a caso, ma uno STRONZA, scritto a caratteri cubitali su tutta la fiancata… e con un coltello, poi! Sei un artista… povera Peugeot”.
Già, povera Peugeot.
Nella foto_Un momento delle riprese del cortometraggio “Il bacio della buonanotte”