I brevissimi 2005 – Angeli in catorcio di Michele Zizzari_Cervia(RA)
anno 2005 (Il sesto senso)
Dovrei smettere, di tenere corsi di scrittura creativa…mi coinvolgono
troppo.
Mentre lo pensavo, lei ha detto ciao a tutti! ed è uscita.
Mi è subito mancato qualcosa.
La vocina della mia Trilly mi ha suggerito di trattenerla.
Ma lì, sul momento, non ho trovato né il pretesto buono né la giusta
impudenza. Poi, per un improvviso capriccio del diavolo, vedendola salire
in auto, l’ ho seguita con la mia, preda di un insolito languore.
La ragazza va piano, e io mi tengo a distanza. Non vorrei tamponarla, o
meglio…vorrei. E’ carina, simpatica e scrive da dio. Faccio caso che, oltre
alla passione per la scrittura, abbiamo in comune anche il possesso di un
vecchio catorcio.
E scommetto che c’è pure dell’ altro! Presto per dirlo.
Mette la freccia. Cazzo! Svolta a sinistra! Non è la mia strada. Ma chi se ne
frega! La seguo.
Prima della curva accelero un po’, per ridurre il distacco e non perderla di
vista.
Lo sssckreeek delle mie gomme levigate richiama l’attenzione che non
voglio.
E in più le sono arrivato a qualche metro dal parafango.
Lei prende a sbirciare nel retrovisore. Mi ha visto! Che faccio?!
Reprimo l’imbarazzo, sventolo una mano e sguaino un sorriso
indecifrabile.
Chi sa cosa penserà…Non me ne preoccupo: dicono che le donne siano
affascinate dal lato oscuro delle cose. Spero solo che sia vero. Rallento
moderatamente , ma non la mollo.
Lei se ne è accorta, e mi tiene d’occhio nel retrovisore, un po’ in allarme.
Riesco a vederle le pupille…dilatate! Sembra spaventata!
Metto la freccia, la saluto con un cenno garbato e una strana alzata
d’occhi…e vado per la mia.
L’avrò senz’altro impaurita…che stronzo!
Mi avrà preso per un assatanato, magari pure un po’ indemoniato.
Accosto, mi arresto, tolgo la marcia e tiro un gran sospiro.
Ma perché cazzo m’è preso di seguirla, poi?!
Avrà pensato eccolo! Il classico maestro che ci prova con l’allieva. E a
ragione!
Rimetto in moto verso casa. Rumino.
E se fossi stato un cameriere? Un bagnino? L’idraulico o l’assicuratore?
Cosa cambiava?
Sarei stato sempre il solito stronzo che allunga la mano, no?
E’ chiaro che la professione non c’entra.
Tento di salvare almeno il poeta. In fondo anche gli angeli possono cadere
in tentazione…
Forse avrei dovuto trattenerla…spiegarle, raccontarle di una vocina…di
quella indefinibile mancanza che provo quando va via…di quell’insolito
languore d’animo che mi prende al termine di ogni lezione, quando poi
resto solo.
Avrei dovuto avvisarla…che le parole sono inesorabili…ti penetrano,
teneramente…come i l sorriso, come il lampo degli occhi…e incantano…le
parole, possono uccidere, se dette troppo vicino all’anima…le parole
parlano lingue misteriose…
E se le chiedessi…semplicemente, di uscire?