I brevissimi 2006 – Rassegnato alla moderazione di Alessandro De Paoli_Roma
anno 2006 (Le quattro virtù cardinali – La temperanza)
“Sai Pietro, non credo di voler più essere. Ho veramente toccato il fondo.
Oggi ho mangiato settemilatrecentoquarantotto caramelle, ho vomitato, ho
ferito il mio corpo e sono stato sette ore accartocciato a terra, senza fare
nulla. Il tutto quasi con noia. C’è quest’ossessione,
questo…”retropensiero”…Che non riesco ad afferrare. E’ un flash, un misto
di ansia gelida e senso di colpa. Ma vola troppo basso per me, è così
sottile che non riesco a trovarne l’inizio. Come credo di averlo acciuffato,
magari dopo ore di esercizi di respirazione, ecco che mi colpisce e priva di
qualunque significato la mia vita. Solo adesso riesco a parlartene perché
ho deciso di farla finita. Altrimenti non sarei riuscito neanche ad iniziare
questo discorso senza accorgermi che lui è arrivato prima di me, e mi ha
già colpito alle spalle. Sai, lui mi spinge a fare cose impensabili. Di tutto.
Mi fa bere in quantità impensabile, mi fa correre con la macchina, mi fa
offendere le persone cui voglio bene. Insomma, mi rende esagerato in
tutto. Perché tutto il male che mi faccio è mirato esclusivamente a
raggiungere lui. Ma oggi ho capito che questo non è possibile. Guardami,
ora:non sono violento, non sono depresso, vuoi che scriva il mio nome su
un pezzo di carta?R-o-b-e-r-t-o….La “o” è perfetta, la “t” non è troppo
appuntita né troppo affusolata o sottomessa come dici tu. Guardami, la
penna tocca il foglio senza troppa veemenza e senza sfiorarlo appena.
Sono serenamente rassegnato. Ah!, non sono affatto ironico”.
“Io invece ti trovo meglio. Sai bene come la penso; sei aggrappato alla
vita con troppa forza, hai troppa paura. Quindi ti trovo ridicolo quando fai
certi discorsi con convinzione. Anch’io ho sempre seguito gli eccessi. Ed
anche con una certa arroganza. Mi sono soffermato molto sulla
razionalizzazione di un concetto infinito… E allora nulla ha più senso. Non
esiste una divisione tra Giusto e Sbagliato. Ognuno fa quel che vuole di se
stesso. A costo di stare malissimo, d’altronde chi può dire che il dolore o
l’esagerazione siano da evitare? Un giorno, poi, ho toccato il fondo. E un
altro giorno ancora, e ancora, e ancora…Mi sono messo a nudo a tal punto
da scoprire in me qualcosa che non avrei mai sospettato. Delle
forze…Come dei limiti che imponevo a me stesso. Limiti che, sensati o no,
non riuscivo ad oltrepassare. Da allora sono divenuto schiavo di ed entro
quei limiti”.
“Quindi ora sei guarito?”
“Affatto. Lotto ogni giorno contro quello che ho identificato come il mio
unico nemico. E’ l’istinto di cui tutti siamo schiavi. E’ l’istinto di
sopravvivenza. Vorrei poter scegliere sempre tra il buio e la luce senza
paura. Ma forse un giorno tutto questo finirà mi ritroverò nuovo come te, o
accetterò buon grado la moderazione”.