I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2006 – Arcano maggiore di Paola Fabris_Isola Vicentina(VI)

anno 2006 (Le quattro virtù cardinali – La temperanza)

Si guarda allo specchio del bagno.
Le piace fissarsi fino a deformare la percezione  di sé stessa.
La nausea la assale all’improvviso, si gira verso la tazza, non capisce se

sia una questione fisica oppure il gioco che sta facendo.
– Francesca, esco a fare la spesa, ritorno fra mezz’ora. –  grida la madre.
Ora la casa è vuota. Alza la testa dalla tazza e pensa al giovane prof che ha

parlato di Epicuro. Fossero scesi in giardino a discuterne, al sole e sotto

un albero! Le sembra che la felicità sarebbe stata molto facile. Invece,

così, rinchiusa tra mura scolastiche e domestiche, luccichii di pavimenti,

penne colorate, giacche appese al muro come pipistrelli, un frigo troppo

pieno, il mosaico pregiato  alla parete: le è permesso cogliere tutta l’

infelicità che la fa sentire piena. Incapace di svuotarsi. La tazza bianca in

attesa.
Sente lo squillo nella stanza accanto, si desta da sé stessa, lascia la

posizione, corre premurosa a rispondere.
-Mamma, cosa vuoi ancora!- Silenzio. Ascolta la solita scusa. L’uscita sarà

più lunga: altri negozi, commissioni, non dire niente al padre. -Va bene,

ho capito. Ciao.- Uno sbuffo. Silenzio. Trastulla le funzioni del diabolico

telefonino per un po’, quindi sente nuovamente la nausea salirle lungo il

corpo, corre in bagno, si porta un dito in gola. Conati la fanno sussultare,

lacrime scendono lungo le gote.
Sciacqua bocca e viso con l’acqua fredda. Va in camera sua. Si stende, la

musica assordante nelle orecchie, nella mano stretto il motorola 360. La

bramata sensazione di vuoto stenta a mostrarsi. Pesantezza invadente. La

vibrazione amica la distoglie dal pensiero. Legge il messaggio: cosa fai,

vieni a casa, tarocchi. E’ Anna. Risposta: cazzeggio, arrivo, Franci.
-La “patita”  di mia madre ha dimenticato i tarocchi, li sto studiando.-
-Faresti meglio  studiare filosofia per il compito.-
-Questo è un trattato completo. Mi specializzo nella lettura, poi faccio i

soldi, altro che filosofia.-
Almeno Anna ha le idee chiare, pensa Francesca: di qualsiasi cosa si tratti,

lei sa di dover “fare i soldi”, sembra la sua missione. Io mi perdo con me

stessa e mi pare tutto inutile: ho l’impressione di vagare occupando troppo

spazio senza essere mai notata, continua il suo pensiero.
-Che hai fatto agli occhi, sono arrossati, hai pianto?-
-No, ho vomitato.-
-Ancora, Franci non devi, ti fai male.-
Ora piange, Anna la abbraccia sul divano, sono ferme, unite, aspettano che

passi. -Ci vorrebbe mia madre: un massaggio e ti senti nuova.- Francesca

non parla, asciuga il viso, soffia il naso. L’abbraccio si rilassa, le due

giovani donne si scostano, il mazzo cade a terra, una sola carta si gira, è

la terza donna. – Guarda, Franci, vediamo di che arcano si tratta.-
Le ali da angelo, i capelli celesti, i colori rosso, azzurro e giallo

oculatamente posizionati, i due vasi e il liquido che trapassa dall’uno

all’altro. E’ il quattordicesimo arcano superiore, legge Anna, La

Temperanza. -Quella di San Tommaso D’Aquino?- chiede Francesca.        –

E chi sarebbe?- domanda Anna.
Francesca osserva attentamente la carta. Anna legge ad alta voce.

Simboleggia il fluire della vita, che deve essere accettato senza paura;

mostra una nascita, una trasformazione, che avvengono con la frugalità, la

moderazione, la disciplina. Indica simpatia, fedeltà, amicizia. -Vedi, è la

nostra carta. –
Francesca sorride: le piace quando l’amica si entusiasma per cose che a lei

sembrano stupide. Riguarda la figura. -Sai che si fa? La facciamo diventare

il nostro simbolo segreto. –
Anna fa un salto sul divano, contenta, abbraccia l’amica. Ricerca sempre il

contatto fisico, che fa stare bene Francesca.
-Però ci dobbiamo dare una regolata, io con il cibo e tu con la mania dei

soldi. Altrimenti addio temperanza di San Tommaso.-
-Uffa, Franci con sto’ “San”. Sai che io non sono battezzata. L’importante è

che siamo amiche, no?-
Decidono di uscire.
Le carte sparpagliate sul pavimento.
La terza donna, arcano maggiore, sola sorveglia la stanza.