I brevissimi 2007 – La dura legge delle interruzioni – Monica Ventra_Napoli
anno 2007 (Le quattro virtù cardinali – La forza)
E’ matematica:parto dal 3;conto 28,cerchio il 31 che verrà. Ma non è
detto. Potrebbe non venire;è già successo:il calendario registra l’eccezione.
La regola scandiva tutti i mesi,l’eccezione la intesi a sua conferma:croce
sul cerchio che aveva rotto il ciclo.
Tutto quadrava prima:mettevo a frutto una passione,ero già archeologa.Da
quel mancato cerchio invece il tempo è diventato una formula complessa.
Passai a fatica ai cerchi successivi:il tratto cadde,cambiò la
prospettiva:strappai la pagina del mese traditore,tolsi di mezzo sorrisi ed
ampie gonne.Tendevo a dimagrire in un crescendo;non ho toccato dolce
dalla nausea sorta alla vista del vassoio pieno che mi portarono per
consolarmi.
Sono forte:lo so da quella pagina strappata;-la legge sull’interruzione
della…-La porta si dischiuse:entrò una piccola infermiera tutta verde.Fu
proferito più di un verboicevamo…Prima di
intervenire,consigliamo…-Fissai l’increspatura delle labbra:-La legge parla
di interruzione VOLONTARIA.
Raccolsi tre parole:-Non ho scelta.-
Finii supina, al centro di un mistero.Mi sovrastavano, le mascherine
asettiche,le voci raggi nella pancia.-Se non si sveglia…- Non intendevano
da un sogno.Li rividi.Mi liberai del camice,mi misi per prima cosa i
calzettoni,gli stivali li tenni in mano lungo la corsia.Con la selvaggia forza
di chi attraversa il bosco dell’assenza mi spinsi a caccia della postura
eretta.
Tornai agli scavi,strisciai al tempio di Apollo,a metà strada tra preda e
predatore;lenta, determinata, senza fiato.Non ci fu giorno di
riposo,sottopelle montava una tensione pronta a esplodere.
L’aborto è una parola grossa,va imbrigliata contro la roccia di solide
ragioni.Maglie d’acciaio invisibili,parole che garantiscano il silenzio.Non un
uomo cui salti in mente di accostarsi.
La mia forza è una parete di muscoli compatti,io stessa ci cammino contro
e la contengo;non c’è carezza che mi faccia fremere,pancione che mi
distolga dalla via della rinuncia.Labbra serrate al mondo dei sapori,
assorbo l’acqua con estremo tatto.Vado alle terme,non mi fido se non di
questa sete così diversa dalle voglie altrui.Le intolleranze alimentari
riconosciutemi da opposti fronti della medicina sono il segno dell’adesione
del mio corpo al suo deserto,solo la volontà di stare in piedi mi assicura
tutte le forme di contatto con il mondo.Sei forte,dice il mondo,il corpo ride
fino alla mano che digita le mail;non ho bisogno di faccine,seguo
l’onda,l’onda mi arriva fin sopra ai capelli.E’ come quando nuoto.Sono
bella.Il corpo è fatto per reggere le scosse,è di materia elastica e
antisismica.
M’inoltro nei cantieri,seguo il passaggio dei reperti nel computer;non
dormo sui campioni,li sistemo a riposo negli
archivi.Lucerne,fibule,sigilli,vasellame:la storia non esiste,me la
invento.Sono autorevole nel campo,e mi permetto di coltivare l’arte del
distacco:impasto malta pietre sogni secoli.Gli allievi giocano a inseguirsi,a
superarsi:mi guardano dal basso,poi capiscono.Quello che viene fuori dalla
terra non è tutto,e non c’è storia senza una storia che l’ascolti.Io non ho
tratto da me nessuna forma,nessuna risonanza;faccio rilievi e
sopralluoghi,resta un vuoto che non risale a nessun tempo.E’ nel profondo,
in un mio gorgo interno.Vi si agita un inizio…
Se avesse avuto compimento avrebbe fine.Se avesse corpo…Mi aggrappo
alla ricerca,ma il progetto che ora mi preme non c’entra con l’archeologia.
Non lo sospettano,l’occhio alle croci e ai cerchi che avvicinano le mie
caselle a un calendario maya.Vedono il metodo per un successo limpido e
discreto,la mia parte nella ricerca collettiva.Sei una colonna,dicono.Io rido.
Mi trema la mascella.
Le scoperte si fanno quando si è distratti.
Il rubinetto.La tendinite che ha sfidato il mouse.Sott’acqua gli occhi
lasciano le icone,e i polsi,insieme,ritmano una musica.Si è propagata
lenta,regolare…
Sono forte.
Il calendario regge l’acqua,è carta lucida.Disegno due cerchietti, con il
primo fanno tre punti sospensivi…