I brevissimi 2009 – Notte di Natale di Luigi Brasili_Tivoli(Roma)
anno 2009 (Le quattro virtù cardinali – La giustizia)
Il convoglio oscillava dolcemente, conciliando il sonno dei pochi
viaggiatori. In piena notte, la vigilia di Natale, il treno dei pendolari era
quasi deserto, ma Silvia aveva percorso tutti i vagoni, prima di sedersi.
Aveva scelto l’ultimo, occupato da un solo passeggero. L’uomo, un
assistente di volo sui quaranta, era seduto sull’altro lato, una fila più
avanti. Lei si tolse il soprabito e si sfilò le scarpe, poggiando i piedi sul
sedile, poi si mise a leggere una rivista, sbirciando lo steward che
l’osservava attento.
Scommetto che tra poco si avvicina con una scusa pensò lei sorridendo.
Mentre la donna leggeva, l’uomo guardò l’orologio. Gran pezzo di gnocca.
Ancora meglio della puttana che voleva mandarmi in gabbia. Mezzora,
bene, c’è tutto il tempo per conoscerla a fondo. Scommetto che non
aspetta altro… un bel modo di festeggiare il Natale…. Si alzò e le chiese se
aveva da accendere. Sì, ma qui non è vietato? rispose lei, spostando gli
occhiali con una mano.
Ha ragione signorina, ma se non le dà fastidio, avrei proprio voglia… di
fumare.
Vede continuò lo steward, con il mio lavoro le occasioni… per fumare,
sono poche, con tutti questi divieti, e poi a quest’ora, in questo giorno di
festa , il capotreno avrà altro da pensare che controllare i biglietti, non
crede?
Se è così, le faccio compagnia, anch’io ne ho voglia… concluse Silvia
maliziosa. Lui si avvicinò e le porse una sigaretta che lei accettò
ringraziando.
Restarono in silenzio guardandosi negli occhi mentre il fumo saliva in lente
spirali nel vagone. “Adesso ci prova”.
“Vediamo se si mette facile o se devo essere più convincente”.
L’uomo, senza dire una parola, prese ad accarezzarle la gamba destra,
partendo dal ginocchio fino ad arrivare all’altezza del pube. Silvia sospirò,
gli occhi fissi su di lui. Bene ora ci divertiamo, piccola. Le prese la mano
guantata e l’appoggiò alla patta dei suoi pantaloni, facendola strofinare sul
suo pene.
Non qui, magari arriva qualcuno sussurrò Silvia, che ne dici di andare lì?
disse, indicando la toilette. Lui si alzò subito senza lasciarle la mano e si
diresse al bagno dandole appena il tempo di infilare le scarpe. La fece
entrare per prima, diede un’occhiata in fondo al vagone e la seguì.
Chiuse la porta alle sue spalle e cominciò a palpeggiarla e a leccarle il
collo, poi la fece voltare per farle prendere il suo posto dietro la porta.
Le spinse le spalle per farla abbassare, tirandosi indietro per farla
inginocchiare in quello spazio angusto. “Adesso mi faccio fare un bel
lavoretto”.
Silvia gli abbassò pantaloni e mutande fino alle caviglie, poi strinse il
membro con la sinistra. Non togli i guanti? Non hai paura che si bagnino?
le chiese il suo eccitatissimo partner. Preferisco tenerli, sono molto
freddolosa e questa carrozza è gelida gli rispose tossendo, Scusa, devo
prendere un fazzoletto.
Continuò a muovere la sinistra armeggiando con la destra nella borsetta.
Ti aiuto?
No grazie rispose, stringendo in mano un oggetto cilindrico.
Come ti chiami?
Silvia disse lei, premendo la siringa ipodermica direttamente nel pene.
Silvia Rossi, per la precisione aggiunse alzandosi, e lo spinse a sedere sul
water.
Paralizzato dal potente veleno, l’uomo cercò di parlare ma la voce era poco
più di un rantolo, il respiro sempre più affannoso. Si limitò a fissarla, il
viso paonazzo, mentre associava il viso e il nome della donna. Lei si tolse
la parrucca bionda che copriva i capelli neri cortissimi e l’infilò nella borsa.
Ricordi adesso, vero? Tre anni fa, la notte di Natale, mi hai umiliato nel
corpo e nello spirito, hai rovinato la mia vita, e non hai passato un giorno
in galera… ti avevo promesso che mi sarei vendicata, e io sono una
persona di parola.
Lui la fissò inorridito e tremante togliersi la parrucca, e rivoltare il
soprabito dupleface.
Prima di andarsene si avvicinò e lo spinse di lato; gettò la siringa nella
tazza sussurrandogli all’orecchio: Buon Natale, pezzo di merda.
Poi spinse il pulsante dello scarico e se ne andò, canticchiando Jingle
Bells.