I brevissimi 2009 – La vendetta della capra di Vincenzo Manna_Monteforte Irpino(AV)
anno 2009 (Le quattro virtù cardinali – La giustizia)
Le agenzie hanno battuto una notizia incredibile. Il protagonista è il noto
Professor Ciuffo. Per chi non lo conoscesse, basterà chiarire la sua natura
ontologica: in cielo c’è “colui che è”; al governo, come dice un grande
comico, “colui che ha”; e infine, un po’ dappertutto, c’è il Ciuffo: “colui
che sa”.
Non a caso il professore, snobbato da molte enciclopedie, è però entrato
nel Guinness dei primati come l’unico uomo che ha dato dell’ignorante al
prossimo più volte di quante gli abbia detto “buongiorno”.
Ieri pomeriggio guidava verso un castello di montagna in cui doveva
presenziare alla sagra dell’asparago selvatico. Era un po’ di fretta, perché
aveva già partecipato a sei premiazioni letterarie, tre talk show televisivi e
aveva anche fatto l’opinionista in un torneo di cerbottana under 15.
Ma il Ciuffo, oltre a essere colui che sa, è anche noto come “colui che
può”. Qualcuno sostiene che abbia il dono dell’ubiquità, ma i più hanno
scoperto da tempo il suo espediente: quando arriva in ritardo e viene
rimproverato, digrigna i denti e chiede all’ammonitore se sa che il suo
orologio va un’ora indietro.
L’altro, costernato, quasi sempre osa rispondere: “Professore, mi scusi, ma
io questo non potevo saperlo”. Una voce del verbo sapere, preceduta da
una negazione, è un assist troppo ghiotto per l’accademico, che subito va a
segno gridando: “Sei ignorante come una capra!”.
Immaginiamo come si è sentito ieri pomeriggio quando, mentre sfrecciava
verso l’asparago, è finito fuori strada a causa di una bestia che stava
attraversando: una capra!
Il professore, imprecando, è sceso dall’auto e ha cominciato a insultare la
bestia, che gli ha fatto sommessamente notare le strisce pedonali.
La proverbiale sicurezza del Ciuffo è sembrata vacillare, ma poi è tornato il
solito vigore dialettico: ha cominciato a gridare che l’altro stava facendo
della retorica, e che era ignorante come una capra.
“Io sono una capra, è quello il mio mestiere, ma il tuo qual è?”.
Era troppo! Il Ciuffo si è tolto una scarpa e stava per tirargiela contro, ma
prima che lo facesse la capra lo ha sfidato a scacchi. Provocato sul piano
dell’abilità intellettuale, il professore ha desistito dal lancio, e ha accettato.
In meno di un’ora i notabili del luogo hanno organizzato il tutto nell’atrio
del castello normanno, dove subito sono giunte le telecamere dei più
seguiti rotocalchi pomeridiani, per l’occasione ribattezzati “La Sfida in
diretta” e “Ciuffissimo”. Qualcuno sostiene anche che i bookmaker della
zona davano il professore vincente venti a uno, ma i suoi legali affermano
che queste sono menzogne della stampa stalinista, e minacciano querele.
Già dopo le prime mosse, il Ciuffo era messo male: si teneva la testa fra le
mani, torturandosi l’eponimo. La capra, da parte sua, se ne stava
pacificamente seduta a gambe accavallate e con una sigaretta fra le dita:
parlando del più e del meno con l’assessore alla cultura, ogni tanto
muoveva sapientemente le sue pedine.
A nulla sono valsi i tentativi di intimidazione del professore, che per
l’occasione ha dato fondo a tutto il suo repertorio di metafore
accademiche: dalle più recenti, come “merda secca” e “prete laico”, fino
alla riproposizione di classici degli anni Ottanta, come quel “trionfo della
retorica” che non ha mancato di commuovere i suoi vecchi fan, visto che
da quasi due decenni non veniva eseguito dal vivo.
La capra, senza scomporsi, si è limitata a rispondere: “Io almeno sulla
Garzantina ci sono”.
L’allusione a un’esclusione così ingiusta, anche perché rispettata ogni anno
come il discorso del Presidente, ha mandato definitivamente in tilt il
Ciuffo, che subito è stato punito con uno scacco matto.
Questa, in sintesi, la storia. Ma non mancano le polemiche. Il professore
sta valutando l’opportunità di denunciare la bestia per aver fumato in
luogo pubblico. La capra sostiene che la sigaretta era spenta perché lei ha
smesso da tempo. E che a fumare, in realtà, era la testa dell’avversario.