Appunti di viaggio di Jo
Matera, Settembre 2021
Una pagina basterà mai per descrivere con precisione il maremoto di emozioni che ho provato tornando a Matera per il Premio Energheia? Non lo so, non sono brava a pianificare, però prometto che farò del mio meglio.
La prima parola che mi viene in mente è indelebile, perché ancora oggi provo una forte nostalgia: il paesaggio dei Sassi, il castello, l’odore della pioggia, la piccola libreria Mondadori dove mi sono rifugiata ben due volte per sfuggire ai miei stessi pensieri. Tutto di quella città è affascinante, camminando tra le strade in pietra sembra di essere rimasti sospesi nel tempo, tra passato e presente… per non parlare del cielo stellato che le grandi, caotiche città raramente possono ammirare! Lì ho conosciuto delle persone meravigliose a cui vorrei augurare, sperando gli capiti di leggere questi miei “appunti di viaggio”, di non smettere mai di rincorrere i propri sogni. Perché è proprio in questo che risiede la loro bellezza, nella loro capacità di guidarci verso sentieri mai percorsi, che forse non credevamo nemmeno potessero esistere. E invece esistono. E in qualsiasi modo vengano raggiunti, sono meravigliosamente inspiegabili.
Inspiegabile, una delle mie parole preferite. La più adatta per spiegare il mio stato d’animo quella sera. Il mio corpo era seduto tra le ultime file, mentre la mia mente si barcamenava tra le parole degli ospiti e il caos interiore che stavo domando – solo apparentemente. Bene o male suonava così: “Non fa nulla se non vinci. Già è tanto essere qui come unica finalista dal Sud Italia, non pensi? Dai, su! Ora torni a casa a testa alta e lavori su altro… Che bella la trama del suo racconto, vorrei tanto leggerlo… Aspetta un momento, hai studiato per la patente? E l’università? Mio Dio, la vuoi smettere di mangiarti le unghie? Hai diciott’anni e le mani di una bambina di quattro!”
Quando ho sentito annunciare il mio nome, seguito dagli applausi, non mi sono nemmeno alzata… non riuscivo a realizzare cosa mi stesse succedendo! Ancora oggi mi capita di pensare È successo davvero? E mentre ricordo, mentre riguardo i video della serata, rileggo i messaggi dei miei cari, dei miei amici o ascolto da sola Merry go round of life, inevitabilmente mi si appanna la vista. Ogni tanto ripenso alla bambina che ero, a cosa rispondevo quando qualcuno mi domandava “Cosa vuoi fare da grande?”. Se potessi parlarle, anche solo per un attimo, non le direi Ce l’hai fatta, ma Ce la stai facendo. Perché questo, per me, non è altro che l’inizio, la rampa di lancio, e sono felice che tutto questo sia accaduto qui.
All’inizio ho usato il verbo tornare, infatti. Matera è stata l’ultima città che io e la mia famiglia abbiamo visitato prima che l’Italia diventasse zona rossa. Vento alle parole, che ho ambientato proprio durante la fase uno della quarantena per Covid-19, ci ha portati di nuovo lì. La pandemia ha cambiato molte cose, forse troppe, sia fuori che dentro di me. Eppure, sempre grazie ad essa, ho avuto la fortuna di constatare che l’amore, in tutte le sue forme, resiste anche a una tragedia simile. E anzi, è persino più forte di prima. Ecco cosa mi ha avvolto quella sera, per tutta la sera: l’affetto della mia famiglia, che era lì non solo per sostenermi, ma anche per rivivere un momento che ci era mancato davvero, davvero tanto.
È proprio vero quel che si dice, allora… La giostra della vita è sempre inspiegabile.