Futuro senza controllo remoto_Onofrio Arpino
_Quella che viene a farmi la carezza si chiama Susanna. Non la conosco, così come non conosco gli altri, ma so ciò che ho letto nella sua scheda personale.
“La mattina che si svegliò
bambina l’accolse
l’umanità minore
in una sparsa dimora
di nuvole
quando poi maturò
donna non cercò
foglia di fico
né orgoglio di bastione
ma baci da settimo cielo.
Susanna è così, vent’anni di dolcezze, epilettica, con ritardo mentale. È donna e ha per tutti i maschi un momento di attenzione, una carezza immeritata, un sorriso che sembra promettere. Per le donne no, non le vede come rivali ma per le donne no. Conosce tutti i nomi dei maschi, li corteggia. Sa, in qualche passaggio della sua comprensione, che comandano in casa e nella scuola che frequenta, che hanno forza e che sono diversi. Tanto diversi da sentire attrazione. A Ludovico consegna una lettera con i baci, a Roberto manda una conchiglia che ha raccolto al mare, a Cristian passa la cioccolata che riceve a mensa. La sua carenza d’affetto non si rivale sulla cioccolata ma si ripaga con le attenzioni alla persona. Dopo il terremoto di una crisi è particolarmente sensibile. I movimenti sono più fluidi, hanno perso l’energia che li imprigiona. Gli occhi sono più umidi e ricettivi, la bocca ha una smorfia di sensualità. Qualcuno, chissà dove e chissà quando, ha abusato di lei ma lei non lo ricorda più, l’ha seppellito nella memoria che fa i capricci, nel desiderio di nuovi baci.
Susanna è così. Candida come un fiocco di neve, vera come una sorgente primitiva”.
La diagnosi mi colpisce. Sembra scritta con mano razionale da un animo sensibile.
Yasmeen si accorge che sono turbato. Mette un mazzetto di camomilla secca sul fuoco, attorno a cui siamo seduti, e riprende a pizzicare le corde dell’arpa celtica come mai m’è capitato di udire. Canta di un sogno chiamato creato, la cui vastità non può essere abbracciata, di un’anima che vuole un amore e questo compare. Ha un senso spirituale ma ci vedo un riferimento a me. Yasmeen è la presidente di un’associazione che ha a che fare col futuro di persone speciali. Mi ha contattato sul mio sito di gigolò ma non è per lei. È per Susanna.
<<Non v’è creatura che non renda gloria a Dio con un atto di glorificazione che gli è proprio[1]>> dice, accompagnandosi con l’arpa. Il sole che declina le batte sul volto e rende tanto intenso il verde smeraldo degli occhi che la cicatrice le dona come un ricamo.
Improvvisamente un drone viene a volteggiare su di noi e si allontana, leggero come una libellula. È un velivolo a controllo remoto utilizzato per la sorveglianza. Forse tiene d’occhio proprio noi.
<<Qual è quello di Susanna?>> Mi pento di aver fatto trapelare un po’ di scetticismo.
<<L’amore>>.
<<Quando un’anima vuole un amore questo compare: è un potere immenso>>. Non mi riferisco al potere economico ma non posso evitare che lei lo pensi.
Yasmeen scuole la testa, dirottando la mia riflessione. <<Il vero potere è darlo.
Il potere disse al mondo: “tu sei mio!”
Il mondo lo tenne in prigione in sul trono.
L’amore disse al mondo: “Io sono tuo!”
E il mondo gli diede il pieno possesso della casa[2].
Se l’anima vuole un amore e l’amore dice “io sono tuo!” non c’è possesso né potere. È l’amore che invade l’anima, senza controllo remoto. Questa dimensione dell’umanità è stupore per la vita>>.
E io di che stupore potrei parlare se non quello di cavarmela vendendomi?
“Susanna non usa sarò, andrò, amerò”, dice la scheda personale. Il futuro per lei, semplicemente, non esiste. Non possiede l’idea di tempo, giorni mesi e anni, ma possiede sentimenti ed emozioni che inducono azioni istintive, qui e ora. “Tutto è adesso” e parla sempre al presente perché il futuro somiglia a una successione disordinata di tanti presente. La sua innocenza la predispone meglio allo stupore di esserci. “Ha bisogno di noi per programmare il futuro ma è una grande maestra per insegnarci il presente”.
Chissà in quale remoto futuro si troverà un modo per fissarle la memoria, renderla logica, farle possedere il tempo ma è ora che ha bisogno d’amore.
“I genitori le sono molto vicini”, dice ancora la scheda. “Le hanno fatto conoscere un ragazzo che la cura come una sorella. Non le basta. Non può bastarle. Lei è donna e nessuno sa cosa fare” .
Io lo so, a volte fa parte del mio ruolo, e proverò a donarmi a lei senza controllo remoto perché anch’io ho bisogno di stupore.
Onofrio Arpino
[1] Il Sacro Corano.
[2] Rabindranath Tagore, Uccelli migranti.