I racconti "brevissimi di Energheia"

I brevissimi 2024 – L’inverno, Mara Ceresola_Curtatone(MN)

Anno 2024 (Le stagioni: Inverno) – vincitrice

Anche quest’inverno il timido e solitario bucaneve fa la sua apparizione all’inizio dell’anno.

I bucaneve mi hanno sempre affascinato, sembrano tanto delicati eppure appaiono nel pieno dell’inverno quando le temperature sono più rigide. Il loro nome deriva dal greco (buffo come ancora me lo ricordi): Galathus Nivalis, da Gala, bianco come il latte, e Anthos, ossia fiore.

Ogni anno più o meno in questo periodo sbuca dal terreno, sempre meno imbiancato e sempre più tiepido, ma il suo comparire in questi boschi annuncia sempre l’approssimarsi della primavera e la fine dell’inverno, del freddo e di questo umido che mi penetra nel cuore.

Col passare del tempo mi sono accorta che il suo sbocciare, porta con sé raggi di luce sempre più luminosi che filtrano tra i rami degli abeti, colorando di giallo le foglie e sollevando gocce di nebbia dal terreno.

Ho visitato questi boschi fin da piccola, ai miei genitori piaceva sfuggire dall’afa della pianura d’estate e dal grigiore della nebbia in inverno, e raggiungere in breve tempo la quiete che la montagna porta sempre con sé. Credo di conoscere tutti i percorsi segnalati della zona, perché li ho solcati con gli scarponcini, che di anno in anno aumentavano di numero, ma non credo di averne colto tutte le sfumature, come sto facendo ora. Solo la solitudine e l’abbondanza di tempo ti consentono di vedere oltre, al di là.

Solo ultimamente mi sovviene come mia madre, grande appassionata di libri gialli, si divertisse ad avvisare mio padre di quanto potessero essere pericolosi questi boschi, con la compagnia sbagliata. Se mi soffermo un attimo mi pare di risentire la sua voce che racconta come sarebbe facile uccidere qualcuno e farlo scomparire sotto un cumulo di terra e foglie. “Ci vorrebbero mesi, anni forse, per ritrovare un corpo e un assassino accorto potrebbe perfino riuscire a farla franca”. Le ho sempre detto che aveva una visione troppo cinica del mondo, ma lei ogni volta ribatteva con una frase presa a prestito da Agatha Christie: “Il mondo è pieno di brave persone che fanno cose cattive”.

Durante le nostre lunghe passeggiate abbiamo discusso spesso del suo modo di vedere il mondo, così grigio e buio rispetto al mio. L’ho accusata di essere prevenuta nei confronti del prossimo, e lei non ha mai negato, mi ha sempre ricordato che ognuno di noi ha mille volti, ma quando l’egoismo prevale non c’è limite a ciò che una persona può fare e quello che pensavi fosse amore può tramutarsi in odio.

Non ci ho mai creduto davvero, fino al giorno in cui quell’odio l’ho visto negli occhi dell’uomo che diceva di amarmi e che mi ha sepolta qui all’inizio di un inverno, freddo e ostile.