Boschi_I corti di Energheia
Il cortometraggio liberamente tratto dal racconto “La triade divina” di Giulia Balzano, Tortolì(NU).
Premio Energheia 2000. Miglior racconto da sceneggiare per la realizzazione di un cortometraggio.
La scheda tecnica del cortometraggio.
Boschi
Miglior racconto per la realizzazione di un cortometraggio
Premio Energheia 2000 VI edizione
Liberamente tratto da La triade divina di Giulia Balzano – Tortolì (Nu)
Personaggi e interpreti in ordine alfabetico:
Quirino: Massimo Triggiani
Il padre: Roberto Petruzzelli
I passeggeri del treno:
Eustachio Ambrosecchia, Guillermina De Gennaro, Marielena Muscas
I bambini: Fabio Maratia, Gianluca Maratia
Soggetto: Giulia Balzano
Sceneggiatura: Maurizio Canosa
Fotografia: Tony Notarangelo
Regia: Geo Coretti
Casting artistico: Gianluigi Trevisi – Time Zones
Montaggio: Eustachio Ambrosecchia
Responsabile di produzione: Felice Lisanti
Si ringrazia: Daniele Trevisi
Il “Caffè Tarantini” – Bari
Interni di abitazione: Vincenzo Altieri
Scene girate presso l’ex Albergo delle Nazioni di Bari
F.S. Compartimento di Bari
Durata: 8 minuti
Anno e Paese di produzione: dicembre 2000 – girato a Matera e a Bari (Italia)
Sinossi
E’ un tema forte e tragico quello che si dipana in “Boschi”, eppure sulla cruda realtà dell’incesto non c’è neanche una scena. Perché il dramma che Quirino, il protagonista, ha vissuto nell’infanzia, piuttosto che esplicitarsi si aggroviglia in un dialogo banale e per niente chiarificatore con il padre, e in un flashback confuso ma rivelatore. Il momento più intenso del corto riguarda proprio l’incontro in carcere tra padre e figlio, quello in cui gli sguardi e i gesti sono carichi di odio più delle parole che, invece, volutamente soffocano e rifiutano ogni accenno sull’accaduto. L’argomento si sfiora appena nei ricordi e nelle frasi smozzicate. Si evince allora, nella grigia realtà carceraria, che la vita di entrambi, malgrado siano passati anni, è stata ormai distrutta, emotivamente annullata, bloccata su quegli istanti terribili per i quali non può più esistere nulla, neanche il perdono. Una crescita psicologica prematuramente spezzata, un inevitabile confronto con un padre che tale non è stato, reo di un vero e proprio crimine verso l’infanzia.
E’ palpabile la tensione, dall’inizio alla fine, grazie soprattutto alla sentita e professionale interpretazione da parte degli attori di un argomento dalla trattazione non certo facile.