Dare un’opportunità all’essere di una generazione e sottrarla alla egemonia dell’apparire.
– di Roberta Petrelluzzi
Presidente Giuria racconto da sceneggiare 2002, VIII Edizione_
Pensieri nati da un concorso per giovani animati dall’ambizione di raccontare e tramandare il mondo attraverso lo scrivere.
Un piccolo concorso un grande messaggio e una grande utopia: dare un’opportunità all’essere di una generazione e sottrarla alla egemonia dell’apparire.
È difficile individuare e scoprire uno scrittore (artista) perché spesso l’arte trabocca e si disperde nello spazio e sulla terra, non viene quasi percepita, perché l’arte in origine deve poter dire di sé che frequenta poca gente. E ciò che entra con facilità esce con facilità, ciò che entra con difficoltà esce con difficoltà.
Credo che sia utile per i giovani prima scrivere quello che si vede, poi a distanza di tempo scrivere quello che si sente.
Per scoprire se hai la stoffa dello scrittore rispondi dentro di te a questo test:
Per istruirti preferisci: A vivere
B leggere
Per divertirti preferisci: A scrivere
B leggere
Se hai risposto A ad entrambe le domande sei in grado di scrivere un libro che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi – il massimo -.
Ho in stima il giovane scrittore che fissa e racconta un caso quotidiano perché rischia solo l’attualità, ma chi vuole fissare e raccontare l’eternità, ha la mira di farsi sopravvalutare.
Il produrre nel lettore delle immagini è il segno più evidente dell’abilità di uno scrittore, perché è la capacità di smuovere nel profondo la sensibilità del lettore e deve conoscere tutte le vie del pensiero che la sua parola può schiudere, ma non deve voler sapere che cosa capiterà alla sua parola.
Lo scrittore dà forma ad un materiale che è accessibile a tutti: la parola ed è per questo che ogni lettore azzarda quindi sì sull’arte della parola ed è per questo che nessuno ha la modestia di comprendersi tra gli analfabeti.
Chi affronta il mestiere dello scrivere deve voler piacere ma non deve fare nulla per piacere perché la sua vanità non può disperdersi in vicoli ciechi, si deve esaurire tutta nello scrivere.
Nella foto_Un momento della cerimonia di consegna del Premio Energheia 2002