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Conversazione con il Professore Roberto Vacca, Venerdì 29 aprile a Matera

Conversazione con

Roberto Vacca

Ingegnere, scrittore, divulgatore scientifico

 

“Salvare il prossimo decennio”

La conoscenza come antidoto alla crisi economica e alle paure collettive”

 

 

Venerdì 29 aprile 2011

Ore 19.30 Mediateca Provinciale

Piazza V.Veneto – Matera

Info:

www.energheia.org    

energheia@energheia.org    

facebook.com: premio energheia

Dalla metà del 2008 si parla solo di economia e di paure. Sono vaghe e troppo blande le preoccupazioni per la crisi economica che è grave e che gli esperti non avevano previsto. Sembra che nessuno capisca l’economia, né sappia prevederne gli sviluppi. Solo dopo – a cose fatte – sentiamo spiegazioni apparentemente razionali. I premi Nobel per l’economia brancolano nel buio. L’asserzione suona paradossale, dato che i testi moderni di economia contengono trattazioni matematiche elaborate. Si usano equazioni differenziali, si elaborano su computer sistemi di equazioni alle differenze finite.

Perché, allora, l’economia matematica non è diventata una scienza esatta? Perché le crisi economiche non si riescono a prevedere e, quindi, non si evitano? La ragione è che gli esseri umani sono complicati. Il nostro cervello è così complesso che non sappiamo nemmeno descriverlo. Quando milioni di cervelli interagiscono – nelle folle, sui mercati, nell’arena politica – succedono fenomeni complessi, difficili da prevedere.

L’antidoto a credenze folli, timori infondati e speranze temerarie è rappresentato da una diffusione più vasta e profonda di cultura in ogni strato della popolazione. E’ necessario conoscere meglio il mondo in cui viviamo e i suoi meccanismi (non solo fisici, ma anche psicologici, umani e – a livelli più alti – non solo scientifici, ma anche artistici, letterari e filosofici).

Solo attraverso la conoscenza, la partecipazione può smettere di essere una formalità illusoria e può diventare un diritto inevitabile. Questa è la sola via per la sopravvivenza e per la creazione di una società matura, controversa, prospera e libera. La rivoluzione culturale deve investire scuole, industrie, politica, aziende private e strutture pubbliche, radio, televisioni e giornali, creando task force integrate fra vari settori che mirino a combattere l’ignoranza, addestrare lavoratori, insegnanti, onorevoli, amministratori, favorendo idee nuove. È l’unica via per immaginare e costruire, soprattutto, un avvenire positivo.