L'angolo dello scrittore

Cronometro marino e intelligenza somma

di Roberto Vacca

La flotta inglese al comando dell’Ammiraglio Cloudesley Shovell, durante
la guerra di Successione Spagnola nell’Agosto 1707, bombardò il porto di
Tolone e inflisse danni alle navi da guerra francesi ivi ormeggiate. Quindi,
secondo gli ordini, veleggiò con 15 navi diretta a Portsmouth sulla Manica.
Passata Gibilterra, in Atlantico incontrò una grossa tempesta. La visibilità era
scarsa e si annullò. Le bussole di bordo erano poco precise, ma – cosa grave –
anche gli orologi erano affetti da errori, quindi i calcoli della longitudine, già
prima del maltempo, erano erronei. Avvicinandosi all’imbocco del canale della
Manica, quelle navi si trovavano parecchie decine di miglia più a Nord di quanto
ritenessero.
Fecero rotta verso Nord Est e alcune di esse cozzarono contro gli scogli
disabitati a Sud Ovest delle Isole Scilly che sono sparse a seguire la direzione
della Cornovaglia verso l’Oceano Atlantico (Land’s End). La Association (90
cannoni) – nave ammiraglia di Shovell – affondò rapidamente subito seguìta da
Eagle, Romney e Firebrand. 2000 uomini e l’ammiraglio perirono nel naufragio.
Quel disastro fece una grossa impressione, eppure ci vollero 7 anni prima
che il governo inglese promulgasse il Longitude Act. Questa legge stabiliva un
premio di 20.000 sterline per l’orologiaio che producesse un cronometro di alta
precisione: confrontando l’ora segnata con le osservazioni astronomiche, si
sarebbe calcolata la longitudine a ogni istante di lunghe traversate. Il cronometro
doveva mantenere la sua accuratezza malgrado le più forti variazioni di
temperatura, pressione atmosferica, umidità e moto ondoso e non doveva subire
nessuna corrosione dovuta alla salsedine dell’aria marina.
John Harrison, carpentiere-orologiaio inglese, fra il 1730 e il 1761
produsse 5 cronometri sempre più perfezionati. Contenevano molle a spirale
compensate e ingranaggi c all’Ammiragliato on le corone in legno di quercia e i
denti in lignum vitae [una zigofillacea durissima dell’America centrale e della
Florida (guaiacum sanctum) che emette anche una sostanza oleosa e, quindi, non
ha bisogno di lubrificante]. Harrison presentò all’Ammiragliato il suo modello
H5 che fu messo alla prova e sulla nave Deptford viaggiò per 7000 chilometri
da Portsmouth a Kingston in Jamaica. Negli 81 giorni della traversata, il
cronometro perse pochi secondi e Harrison fu premiato. Da allora le navi non
solo britanniche sono state munite di cronometri sempre più perfezionati e poi,
notoriamente, di radar e di navigatori satellitari,
Attualmente in Michigan, l’orologiaio Rick Hole progetta e costruisce su
commissione repliche ispirate al cronometro Harrison.
È verosimile che il famoso matematico, fisico e astronomo francese Pierre
Simon de Laplace (1749-1827), che perfezionò la teorie e gli algoritmi di Isaac
Newton, sia venuto a conoscenza delle invenzioni di Harrison. Il concetto di una
macchina atta a funzionare per tempi lunghissimi e ad elaborare dati numerici,
può avergli ispirato l’idea che le equazioni della dinamica potessero in avvenire

essere utilizzate per gestire il funzionamento di una macchina ancora non
descrivibile al tempo suo. Concepì dunque tale macchina come una intelligenza
superiore capace di calcolare il passato e l’avvenire se si fosse trovato il modo di
immettervi l’immane insieme dei dati completi di condizioni iniziali.
Laplace precorse l’invenzione del matematico e ingegnere inglese
Charles Babbage (1791-1871) di una macchina calcolatrice differenziale, quando
scrisse:
“Un’intelligenza che potesse conoscere in un certo istante tutte le forze
che animano la natura e la posizione rispettiva delle entità che la compongono,
e che fosse anche tanto vasta da poter analizzare i dati citati, includerebbe
nella stessa formula i moti dei più grandi corpi dell’universo e quelli
dell’atomo più leggero. Tale intelligenza non avrebbe incertezze: sia l’avvenire,
sia il passato sarebbero presenti ai suoi occhi.”
Pierre Simon de Laplace – Saggio filosofico sulle probabilità. (1814)
Possiamo pensare che abbia tratto ispirazione da questa pagina di Pascal
anche Jay W. Forrester, i cui modelli di sistemi dinamici destarono notevoli
interessi, ma non condussero a formulare efficaci previsioni socio-economiche.