Le parole dei giurati

Leggere bene è la vera scuola di scrittura, Corinna De Cesare

Presidente Giuria ventisettesima edizione_2021

Premio letterario Energheia

Da bambina ero circondata da donne che cucivano, preparavano orecchiette, sfornavano dolci a ripetizione, crescevano figli e avevano la Singer piazzata in salotto come se fosse un pianoforte a coda. Di libri, invece nessuna traccia. A questo punto, lo so, potresti sentirti delusa perché abbiamo tutte questa immagine ispirazionale di bambine future scrittrici che leggevano Dostoevskij a dieci anni. Io no. Ero solo ribelle. Anche pigra, a dir la verità, tant’è che amavo che fossero gli altri, a leggere per me, anche se l’età per la lettura era giunta da tempo. Quel che è certo è che ho sempre scritto molto. Conservo diari per ogni età e in ognuno di questi, ritrovo la me bambina e la me adulta, diventata poi giornalista e scrittrice.

Quando ho ricevuto l’invito per il Premio dunque, è stata davvero una sorpresa. Lieta per due ragioni indissolubili: la scrittura e le mie origini. Le donne che cucivano, preparavano orecchiette e sfornavano dolci a ripetizione erano infatti del Sud, di quella Puglia dell’entroterra che si trova a pochi chilometri da Matera. Le Murge, per me, sono La luna e i falò di Pavesiana memoria, esattamente come la scrittura: quando comincio a scrivere al computer, chissà perché, si finisce che torno sempre a casa e a quelle origini che ho raccontato nel mio primo romanzo e che spesso cito, quando mi ritrovo, come in questo momento, davanti a un foglio bianco.

Oltre a ringraziare dunque Felice Lisanti per l’invito e la bellissima esperienza del premio, mi rivolgo a te e alle ragazze che amano scrivere, leggere e che sfrutteranno questa occasione per mettersi alla prova, per osare, per cercare se stesse e ritrovare la propria Luna davanti a un falò.

Costruisci pezzo per pezzo la tua cassetta degli attrezzi e fallo ostinatamente, senza pensare a chi sei, da dove vieni, qual è la tua appartenenza sociale. Anzi, se puoi, fanne tesoro. Come dice Flannery O’Connor, “chiunque sia sopravvissuto alla propria infanzia, possiede informazioni sulla vita per il resto dei propri giorni”. E ne potrà fare scrittura – aggiungo io -, racconto, romanzo. Non dar retta a chi ti racconterà che per scrivere occorre ispirazione, genio, creatività. Leggere bene è la vera scuola di scrittura. Leggi tutto, sii onnivora e fallo sin da bambina, non essere pigra come me. Sii costante, se vuoi che questo sia il tuo mestiere. Ci saranno curve e salite, dubbi e crisi esistenziali, ma basta chiudere la porta e avere una stanza tutta per te. Serviranno anche i soldi, ovviamente: lotta per la tua indipendenza, rivendica la tua autonomia e libertà, anche se questo inizialmente può voler dire pulire un bancone di un bar. Ogni mestiere ha la sua dignità e avrai da imparare anche da quello, lo capirai leggendo le storie di Murakami (che faceva il barista) e di tanti altri autori come lui.

Infine credici, credici davvero, partecipando anche a premi come questo che in fondo, servono proprio a crederci quando sarai tu a non crederci più.

Buona fortuna e buon vento

P.S. anche se ho usato il femminile sovreesteso, questo augurio è per tutte le ragazze, i ragazzi e le persone che non si riconoscono nel binarismo di genere