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DOMENICA 17 aprile – Ore 18.00 BIRRIFICIO 79 – Via BECCHERIE, MATERA

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DOMENICA 17 aprile – Ore 18.00 BIRRIFICIO 79 – Via BECCHERIE, MATERA

Genesi, costruzione ed esito finale raccolti nel libro Canzoni a manovella. Vinicio Capossela di Laura Rizzo (Arcana Edizioni).

Il Capodanno del 2000 è entrato nella storia per il millennium bag e per i timori ancestrali legati allo scavallamento del millennio. Eppure c’è stato chi, in quel clima di eccitata attrazione verso il futuro, ha preferito fare un salto all’indietro di un centinaio d’anni, ponendo le basi per un’opera artistica tra le più significative degli anni che sarebbero seguiti. A compiere questo percorso non poteva che essere una figura eclettica e imprevedibile come quella di Vinicio Capossela, e il frutto di quella intensa «colica immaginativa» (ipse dixit) si intitola Canzoni a manovella, sesto album del cantautore emiliano di origini irpine, uscito nell’ottobre 2000 e premiato dal consenso sia della critica (Targa Tenco 2001) sia del pubblico.

Genesi, costruzione ed esito finale di questo disco sono ora raccolti nel libro Canzoni a manovella. Vinicio Capossela di Laura Rizzo (Arcana Edizioni, pp. 160), che apre una collana dedicata esclusivamente agli album che hanno fatto la storia della musica italiana del ventunesimo secolo. Per ripercorrere le diverse fasi che portano alla pubblicazione di un album musicale è utile ascoltare chi vi ha collaborato e accordare le diverse fonti: un’operazione non solo necessaria, ma imprescindibile per un lavoro come Canzoni a manovella, frutto dell’impegno corale di musicisti, tecnici e produttori uniti attorno all’idea ispiratrice di Capossela, un vero e proprio vortice di richiami letterari, storici, musicali di cui rimane traccia nei disegni originali del cantautore, riprodotti per la prima volta all’interno del volume.

Le atmosfere di inizio Novecento pervadono ogni nota di Canzoni a manovella. Ma per ottenere quell’effetto musicale è stato necessario un lungo lavoro di ricerca, ripercorso passo dopo passo in questo libro. A partire dalle visite al Museo Marini di Ravenna, dove erano raccolti strumenti musicali della più diversa origine e fattura, in parte utilizzati dallo stesso Capossela per il suo album. E passando per le letture, in particolare per Viaggio al termine della notte e Morte a credito di Louis-Ferdinand Céline, e Ubu re di Alfred Jarry. Senza dimenticare gli echi di Kurt Weill, musicista tedesco vissuto esattamente tra 1900 e 1950, gli ottoni di influenza balcanica e i «violini volanti» evocati dal Violinista verde di Marc Chagall: «Le canzoni a manovella che l’ascoltatore riprodurrà sul suo lettore devono sbuffare, ragliare, stridere, correre, rallentare, volare, planare, esplodere; […] devono avere tutto il sapore di un piccolo mondo antico che si muove sulla carta geografica tra il Nord Europa e i Balcani, rendendolo quasi visibile. Vinicio è affascinato dai rumori e da tutto quello che evoca un’atmosfera in maniera sonora».

Diciassette tracce in tutto, analizzate singolarmente nella parte conclusiva del libro. Il coup de cannon che chiude Bardamù, il primo brano dell’album, al tempo stesso apre il sipario sulle tracce seguenti, evoca l’avvio di una nuova epoca («la notte è passata e le nuvole gonfiano schiuma di Baltico e cenere») con entrambe le scarpe nell’atmosfera del primo Novecento, dagli echi futuristi («All’armi in fila! Agli aerostati!») alle ballerine in tutù. Tra gli altri brani troviamoDecervellamento, ispirato all’Ubu re di Jarry, il primo ad essere registrato, quindi, ricorda Tommaso Vittorini, orchestratore e arrangiatore dell’album, «la prima volta in cui mi sono trovato faccia a faccia con Vinicio bandleader» e con «esigenze dalle quali non si poteva prescindere e delle quali non avevo notizia fino ad allora. Per esempio: a lui non piace la batteria», e si finì a utilizzare dei tubi di ferro abbandonati in un angolo dello studio di registrazione. Si continua con gli altri successi di Canzoni a manovellacome MarajàI pagliacciI pianoforti di Lubecca e Con una rosa. Per ognuno di essi, aneddoti e testimonianze inedite utili sia a chi ha amato questo disco fin dalla sua uscita, sia a chi vuol approfittarne per colmare, a quindici anni di distanza, questa lacuna.