Dove Sei?, Annelore Hermann
Menzione Premio Energheia Francia 2022
Traduzione a cura di Katia Basile
I‘m just a passenger
on this old freight train
I ride the boxcar
through the night
I doesn‘t matter
where I might get off
Boxcar – Neil Young
Indossavi spesso il colore cachi. Questo colore senza messaggio. Questo colore che si insinua nella vita degli altri senza imporsi. Avevi i capelli molto sottili. Se accanto al bruno, al nero, al rosso, al castano e al biondo ci fosse stato il cachi come colore naturale dei capelli sarebbe stato il tuo.
Tuo fratello si chiamava Paul e tua sorella Cécile. Siete cresciuti in questa piccola città a pochi chilometri da Strasburgo. Dove sei?
Mi avevi preparato da mangiare quel giovedì sera. Nel tuo appartamento a Porte de Bagnolet sulla linea 3. È ovvio che abiti sulla linea 3, la linea color cachi. La stazione poco prima del capolinea.
Avevamo condiviso il letto matrimoniale durante il weekend di Pasqua in Normandia da Carole, un’anziana signora inglese che si addormentava al mattino nella sua poltrona lasciando il latte sul fuoco. Aveva arredato tre camere per gli ospiti nella sua casa di mattoni. Le camere verde e blu erano già state occupate e allora abbiamo alloggiato nella camera rosa. Tutto era rosa: la vasca, la carta igienica, il suo contenitore all’uncinetto, il bicchiere per gli spazzolini, le asciugamani, i tessuti, le piccole statuine che troneggiavano sul camino, le tende… tutto era rosa.
Avevamo mangiato delle crêpes, io ero quasi al verde. Il portamonete vuoto, ma il cuore pieno di immagini, di emozioni, di sogni. E sull’ultimo boccone di questo sottile strato di pasta ricoperta di caramello al burro salato mi avevi detto: «Ma lotta, prendi le cose troppo a cuore». Questa frase è rimasta impressa nella mia mente come nei muri della creperia. Dove sei?
Come non prendere a cuore la tua scomparsa? A cosa rassomiglia la tua vita ora dopo tutti questi anni senza alcun segno di vita? Sei sempre con Anders che lavorava con polli surgelati e che quando apriva bocca non sapevi mai se stesse scherzando o facesse sul serio? Hai creato una famiglia con lui? Parli francese ai tuoi figli? Vivete insieme in Danimarca?
Ho tante domande da farti. Ma quella che mi brucia dentro è «Dove sei?»
8 anni dopo
Anders usciva dal garage con un grande cartone blu. Indossava un berretto di lana che gli copriva l’orecchio da un lato mentre il suo orecchio rosso spuntava dall’altro. Le notizie della radio si diffondevano dal garage.
Si ricordava dei suoi capelli biondo chiaro che sulla metà inferiore del viso si confondevano con la sua folta barba di pipistrello. Dalla recinzione non riusciva a vedere se la sua barba era rimasta biondo chiaro o era divenuta già canuta. Era arrivata fin qui per ritrovare Adeline. I suoi frammentari indizi la conducevano ad Anders. Lavorava ancora come in passato con i polli congelati?
Stava ancora con Adeline? Si erano sposati e avevano dei figli? Quanti ne aveva? Come sta Adeline? Che aspetto ha? Indossa sempre così tanto il color cachi?
Anders rientrò in garage e i fari posteriori di una vecchia Volvo griglia aprirono un varco verso l’uscita. Sentì il motore gemere pesantemente, vide Anders indossare la cintura e dirigersi verso il viale. Fece segno con il braccio.
“Mi scusi, va verso la stazione centrale?”
“No, vado verso la zona industriale di Nordkväll. Ma posso accompagnarla per un pò verso la stazione”.
Afferrò la portiera e prese posto accanto ad Anders. Si misero in viaggio. Una conchiglia dondolava sullo specchietto retrovisore. “È un portafortuna?”
“Sì, in un certo senso. Mia moglie le collezionava. L’ho trovata nella tasca della sua giacca”.