Emma Reinhardt vince il Premio Energheia Francia 2018
L’associazione culturale Energheia comunica la designazione del vincitore del Premio Energheia Francia 2018: Emma Reinhardt giovane autrice ventiquattrenne con il racconto “Finir” (Terminare). Segnalato il racconto “C’était mon père” (Era mio padre) di Emma Dubreucq.
L’iniziativa, promossa nel Paese d’Oltralpe ha visto il coinvolgimento dell’Università Sorbona di Parigi con il docente Sylvain Brien e lo scrittore Ulf Peter Hallberg, con l’Institut Francais.
Le motivazioni alla base della designazione dei due racconti, redatte dalla Giuria popolare che ha letto in lingua originale i racconti pervenuti al Premio, indicano come in entrambi ci sia l’idea di costruire una storia mettendo insieme emozioni e sensazioni sparse anche con un interessante uso della lingua e con un esprit poetico appassionato che sfugge alle regole del gioco.
Bello e gustoso come un flan il breve e intenso racconto della vincitrice che parla di scrittura attraverso un’originale allegoria. Il testo va dritto al punto, fin dalla prima riga, e descrive in passaggi golosi i vari approcci al dessert profumato, tremolante, arrendevole, ma anche viscido, disgustoso, persino mostruoso. Un dessert da prendere a morsi, da gustare col cucchiaino, da sfiorare con le dita, da massacrare come su un campo di battaglia. Dopo tanto gozzovigliare, tutti si allontanano dalla tavola, e resta seduta solo una ragazzina, col suo flan davanti: “Sui tavoli ora giacciono sanguinanti vasetti di plastica vuoti, cucchiai e piatti macchiati di caramello… Resta solo una piccola anima persa, con lo sguardo stravolto davanti a questa scena del crimine. È seduta su una sedia che probabilmente strapperà i suoi collant color rosa cipria con schegge affilate di legno, quando si alzerà.” Lei tentenna, rimanda… riuscirà a mangiare il flan? Un racconto leggero e profondo insieme, che fa leva su una fantasia ben incanalata e su uno schema credibile sorretto da un ritmo sempre crescente e da descrizioni impressionistiche di personaggi e scene di vita familiare.
Nel racconto menzionato, C’était mon père, l’autrice affronta un argomento che stringe alla gola, una tematica forte, dolorosa e purtroppo sempre più attuale: l’Alzheimer. Ne è affetto il padre della protagonista Aude che, spaesata, si trova ad affrontare il distacco emotivo e affettivo da un genitore col quale fino al momento della malattia aveva uno stretto legame, un uomo che lei chiamava “il mio eroe”. Non solo. C’è un dubbio genetico che l’attanaglia, un ostacolo quasi più difficile da affrontare: il sospetto che anche lei possa portare in sé i geni della stessa malattia del padre. I medici e il suo compagno la sollecitano a fare accertamenti, ma lei tentenna, angosciata dal terrore di scoprire che anche lei dovrà un giorno dimenticare, vedersi sfuggire tra le dita i ricordi, gli affetti e l’amore della sua vita, Mathieu. Dopo averlo rifiutato per lungo tempo, preferendo restare nel dubbio e respingere l’idea di una lotta impari con la malattia, Aude effettuerà infine il test che potrebbe cambiare per sempre la sua vita. Suo padre è ormai morto. Prima di leggere il risultato, invierà un’ultima toccante lettera al suo amico di sempre, Harry. Un racconto costruito su intensi dialoghi, monologhi, descrizioni, delicato e struggente nella forma e nel contenuto, fatto di domande – tante, troppe – che restano senza risposta.
Ricordiamo che i racconti saranno raccolti nell’antologia I racconti del Premio Energheia e il vincitore sarà ospite alla Cerimonia di consegna del Premio letterario Energheia insieme allo scrittore Ulf Peter Hallberg.