Energheia: crocevia di destini, idee e voci_Laura Durando
_I ricordi che mi legano a Energheia sono tanti e i motivi per cui festeggiarne i vent’anni non mancano. Le persone che in questi anni ho conosciuto e con cui ho collaborato mi hanno dato molto. L’appuntamento con il Premio è diventato irrinunciabile perché è stimolo, incontro, crescita. Ma più di tutto, è il tempo prezioso che trascorro con gli amici, quelli dell’anima, che guardano le cose insieme a te e hai la sensazione che le comprendano in modo affine, ne conservino le bellezze e ne ispirino di nuove.
La prima volta, sono arrivata a Matera nel 2010, come giurata della sezione italiana del Premio. Gaetano Plasmati è stato ‘l’artefice’ di questa mia liaison – non gliene sarò mai abbastanza grata! – e Felice Lisanti l’ha fatta diventare realtà invitandomi e facendo sì che fosse un’esperienza tanto importante.
In quei giorni ho pensato che la rete feconda nella quale ero caduta doveva allargarsi. Esisteva già un’estensione libanese del Premio e dovendo di lì a poco partecipare a un Festival Letterario in Piemonte, il cui paese ospite era la Spagna, ho cominciato a disegnare mentalmente l’ipotesi di un eventuale coinvolgimento.
La proposta la feci di conseguenza alla persona che per stima, capacità e fiducia, poteva, più di qualunque altra, organizzare il progetto in Spagna: Fernando Clemot. Oltre a essere un mio insostituibile riferimento intellettuale e affettivo, lui è la gemma che ha saputo dare corpo alla mia intuizione e condurre l’iniziativa al successo di cui oggi gode.
Ricevo e valuto con gusto i manoscritti dei finalisti, ogni anno traduco per l’antologia di Energheia il racconto vincitore e quello con menzione speciale, stendo il sunto per la rassegna stampa, mi occupo delle relazioni con l’Ufficio Cultura dell’Ambasciata di Spagna a Roma che ha di recente offerto il proprio patrocinio lodando l’iniziativa, attendo con gioia il momento in cui avrò di fronte chi ha vinto l’edizione in corso. In quell’abbraccio all’aeroporto c’è il senso che do al Premio. Vedo la gioventù che vale, talentuosa, che si impegna, che crea.
Tanta vita, perché solo così riesco a definirla, trova nutrimento e giustificazione nel grembo che la custodisce che è Matera, i suoi luoghi, le storie delle persone che si aprono e accolgono culture, scritture, orizzonti, nel modo fraterno di stare insieme, nell’arte sapienziale dell’esaltazione dei sapori, e nel silenzio di un’operosità che chiede solo con fermezza di continuare la propria lotta.
Rita, Carolina, Roula, le vincitrici e i vincitori delle varie sezioni, alcuni indimenticabili giurati. Le telefonate e le mail prima e dopo il Premio. Scivolare periodicamente su quella salita liscissima, le sorprese, La Dolce Vita di Carla e Vincenzo, la Gravina, la Murgia, le Chiese rupestri, i Sassi atavici, sempre lì, ogni volta diversi. Le camminate e in un attimo tutti zitti a contemplare. Mi sono emozionata a Matera. E tanto.
Energheia è espressione di tutto questo e, da qui, ogni anno riparte la spirale della sua coinvolgente energia.