Energheia ha il potere di trasmettere emozioni
_di Luigi Scarangella
Giuria venticinquesima edizione Premio Energheia
Scrivo quando sono ispirato. E l’ispirazione non è un dato concreto, che puoi toccare, ascoltare, o altro, ma colpisce tutti i sensi a tal punto da dirti “avanti, devi dire qualcosa adesso”. E guai a non dare ascolto a questa voce martellante. Non c’è un momento tipico per farlo. Non esiste neanche un luogo determinato e riconosciuto come “Luogo Ufficiale dello Scrivere”. Il bagno, forse, quello si che per me è il posto più intimo e dedicato alla composizione. Capita di imbracciare la chitarra, o sedersi sullo sgabello del piano e decidere di inforcare la penna per dare libero sfogo alle idee. Si pensa, si scrive, si gettano via pagine ritenute inutili, e poi ci si distacca.
Amore e odio, queste sono le altalenanti sensazioni che si provano. I neuroni e i ricordi sono un’ottima commissione critica di scelta delle parole adatte, come anche in questo momento; a loro si devono i termini più difficili, le immagini meno scontate, le figure retoriche più gettonate. Ma l’idea di non cadere mai nel banale, quella si che è una sorta di limite alla validità del proprio scrivere. Comporre canzoni è una gestione, per me, di due fasi inscindibili: quella formata da parole e quella indicata sotto forma di note e accordi. Tutto va di pari passo. Un riff di chitarra o un giro di accordi al piano, un ritmo di batteria che incalza nella testa o una melodia
ascoltata in radio, influiscono debitamente sull’input a scrivere, senza esclusione di colpi. Adesso è un periodo di stasi. Anche questi momenti di inattività, così come quelli contrari, non sono programmabili nella propria vita artistica. Si sa che dopo aver dato tanto si può decidere inconsciamente di non voler dire più nulla, per il momento. Come per un surfista professionista, si aspetta l’onda giusta per tornare a cavalcare il mare.
La lettura, invece, rimane un’ottima compagna. Trovare passione in quello che si legge è fondamentale. Anche brevi libelli possono suscitare emozioni, non per forza il numero delle pagine è direttamente proporzionale all’entusiasmo. Mi capita spesso di riprendere in mano libri letti negli anni passati, e tra questi le poesie di Morrison, il sentimento adolescenziale del pensiero dolce di Prevert, la perversione di Bukowski, o l’immagine da regina del buio di Emma Bovary. Ultimamente ho riletto Siddharta,
e mi è piaciuto di meno. Diciamo che la libreria è un posto dove difficilmente mi fermo a riflettere. Ultimamente mi lascio condizionare dagli altri.
Concludendo, che ci siano luoghi, momenti o libri che stimolino alla lettura o allo scrivere non è dato saperlo. Vero è che Energheia ha il potere di trasmettere emozioni, quelle vere e senza miele sopra. Direi una bugia se non pensassi che Energheia funga da stile di condivisione delle idee, ed avendo partecipato come giurato ha ricondotto i miei pensieri verso proprio questo stimolo alla condivisione, con i partecipanti tutti. Gli elaborati, poi, avevano tutti un loro perché. Sapevano di vissuto e di leggerezza. La stessa leggerezza che mi aiuta adesso a dirvi quello che
penso.