I brevissimi 2022 – Ero nero, Walter Colaiacomo_Segni(Rm)
_Anno 2022 – (Nero)
Ispirato dalla vicenda del corpo di un migrante legato ad un gommone grigio, che galleggiò per più
di quindici giorni sulle acque del Mediterraneo nel Luglio del 2020.
La speranza dell’albero frondoso di conoscenza, di incontri e stupori, alimento da storie di scuola della mia breve infanzia, modellava il sorriso incosciente.
La bellezza del mare sognato, salvezza dalla mia sottovivenza, dagli aspri succhi di vita calpestata sulla terra arsa arida, riempiva le notti in attesa di qualsiasi cosa.
Imparai poi, nei pochi anni di giovinezza sottratta, le onde inquiete, come unica fonte, ponte, possibile Caronte, dalle voci fatali del villaggio, che salutarono la mia sola sfida concessa e nel tenebroso nero mi accodai all’esodo estremo.
Il contatto salvifico richiedeva la parafrasi di una lingua a me sconosciuta, così accadde che mi avviai solo col mio corpo, inadeguato ai pericoli del mare.
E ora nero lo vedo dall’alto, insieme a tanti, mobile monumento alla paura dell’abbraccio, in cerca della preghiera assente da troppo tempo nella placenta avvizzita, che nutrì la voce di Omero e lo strazio combattivo di Antigone.
Ora, morto sognante, vago come crudo racconto di Mediterraneo, come scultura fugace di supplizio, galleggio severo come immagine sovrapposta agli antichi miti bestemmiati.
Nessuna rabbia ormai, nessun rancore, forse soltanto un ultimo rantolo di cuore echeggia da quella zattera di scheletro e di muscoli, palcoscenico offeso fino all’ultima mia emozione.
Perdevo l’appoggio sgonfio e indifferente al bisogno di fame, d’ossigeno, di terra coltivata, del tuo nome da pronunciare prima del riposo.
Nei minuti ingiusti di interminabili spasimi attraversai, finalmente, il velo di nebbia conclusivo e vidi, nell’abisso nero complice dei potenti, migliaia e migliaia di occhi gridare il mio pianto.
Poi la quiete e mi allineai placidamente al perfetto disordine dell’universo.