I brevissimi 2022 – Formiche, Simona Caudera_Torino
_Anno 2022 – (Nero)
– Se non sarà domani, ci rivedremo prima o poi, – mi avevi detto.
Ma, dannazione, non avevo capito. Io e te non siamo mai stati bravi a capirci. Eh, papà?
La tua ironia mi feriva più delle ortiche sui polpacci teneri nelle silenziose passeggiate in montagna.
Fissavo le tue gambe forti, ambrate, i calzettoni rossi di lana che stringevano sotto il ginocchio. Mi davano prurito solo a guardarli.
Provavo a mettere i piedi sulle tue orme, ma ad ogni passo aumentavi la distanza. E io mi affannavo, saltellando e cercando di sfiorare almeno l’orlo di quel confine terroso che lasciavi dietro te.
Avranno già fatto effetto?
Ogni tanto mi indicavi un cespuglio di rododendri o dei narcisi. Volevo prenderne qualcuno per la mamma, ma facevi segno di no con la testa.
Proverai dolore?
Ti fermavi se sentivi un grido che tagliava l’aria. Allora alzavi il pesante binocolo e lo puntavi al cielo. Mi schermavo gli occhi per cercare di guardare anche io. Sollevavi il braccio per indicarmi un falco. Ma io non lo vedevo mai.
E se ti sei pentito? Il tuo corpo gonfio, offeso, quei piedi enormi e secchi riusciranno a tornare alla vita?
E poi c’era il nostro gioco.
Speravo di essere la prima a trovarlo per mostrartelo.
Ma invece ci riuscivi sempre prima tu. Ti chinavi a raccogliere un legnetto, aspettavi paziente che una formica nera vi salisse sopra e la infilavi nel formicaio di quelle rosse.
Neanche una genzianella sarà riuscita a trattenere il tuo passo?
Ti spiavo sorridere mentre osservavi quel brulichio.
Ti troveranno prima di me? Quegli uomini senza pietà, ti ficcheranno in un sacco nero e ti porteranno via?
A volte mi davi una manciata di mirtilli, che avevi nascosto in tasca, o una pietra dai riflessi d’argento.
All’albero cavo ti fermavi sempre. Io mi mettevo nella nicchia e lo sentivo respirare.
– Soldo di cacio, quando non ci entrerai più vorrà dire che sarai diventata grande, – mi dicevi.
Non riuscivo a pensarmi grande. Cosa saresti diventato allora tu?
Guiderete piano, uomini senza pena? È mio padre quello che starete trasportando!