I brevissimi 2022 – Tutto ciò che di nero c’è in noi, Giulia Orsini_Maddaloni(CE)
_Anno 2022 – (Nero)
“Neri sono i miei occhi. Mi hanno sempre detto che sono espressione di ciò che la mia bocca non osa dire (o che forse tiene nascosto dietro un sorriso abbozzato). Eppure, se non mi guardassi davvero negli occhi, sarei solo un fantasma che vaga. Mi guardo allo specchio, alzo lo sguardo. Le pupille si confondono con il cioccolato fondente delle mie iridi. È sufficiente scrutarmi dentro per vedere il buio che traspare. E allora perché nessuno lo fa? La superficialità a volte è più forte di un gesto di amore. Viso rabbuiato, occhi spenti, vuoti. Felicità che sprizza da tutti i pori, occhi che generano scintille. Neri sono i miei occhi per chi non li sa leggere. Trasparenti sono i miei occhi se cerchi la mia anima e la trovi.
Nera è la mia incapacità di vivere dopo aver visto la morte. Si dice che la morte sia la fine di tutte le sofferenze di colui che ha davanti a sé il triste destino, ma non tutti ci informano del fatto che la morte è l’inizio del dolore e della disperazione delle persone che hanno subito il lutto. Finisci tu, inizio io. Tutti hanno una vita da vivere ed il noto Epicuro sarebbe d’accordo con me nel dire che se viviamo, la morte non c’è e se c’è la morte, non ci siamo noi: non bisogna preoccuparsi. Ma i miei occhi hanno visto dall’alto la morte che giaceva tranquilla sul suo corpo e, impotente come non mai, non ho potuto fare altro che arrendermi e dirgli addio.
Nere sono le nuvole che preavvisano un temporale. Il dolce tramonto lascia spazio alla burrascosa tempesta. Il mare si agita, le onde si increspano infrangendosi sugli scogli. Strade deserte, tutti riempiono il vuoto delle case. Le nuvole piangono da lassù e generano lacrime che precipitano su di noi e che si mescolano con quelle che rigano i nostri visi. Un ombrello non serve a ripararsi dalla tristezza da cui si è pervasi. A un tratto, il mare si calma, le nuvole vengono spazzate via a forza, la luce ha la meglio sull’oscurità e io, ardentemente, aspetto il mio cielo sereno.
Nero è il cielo la notte. Tutto è avvolto dal vortice del buio. Persino la luna. Riesci a scorgere soltanto il famoso spicchio, ma sai perfettamente che la luna non è soltanto quella parte, c’è molto di più. Tutto quello che non si vede sta solo aspettando il momento per uscire allo scoperto. Anche il più prezioso dei tesori. O la più crudele verità. Non c’è alcuna via di scampo. Se la notte è buia, ciò non vuol dire che non ci siano le stelle. Devi solo andare oltre quello che credi, oltre quello che vedi. Superare i tuoi limiti e approdare sulla tua isola.
Nera è la mia paura. Un muro possente che si erge dentro me e che non riesco a oltrepassare. Non importa quanto io provi a stare sulle punte dei piedi, avrò sempre davanti a me quella siepe che mi impedisce di guardare oltre. Ma che cosa è davvero la paura? È quel sentimento insito negli esseri umani che, delle volte, salva la vita. Ma, a volte, è lo slancio che serve per fare quel salto che temi e spiccare il volo. Se avessi dato sempre ascolto alla paura, mi sarei persa così tanti tramonti che nulla adesso avrebbe il senso che ha ora.
Nera è l’indifferenza delle persone. La peggior arma esistente. Se sei indifferente, annulli la vita. Indifferenza significa chiudere gli occhi, tapparsi le orecchie e proseguire per la tua strada. Voltare le spalle, fare finta di niente. Il mondo è in rovina perché popolato per la maggior parte da indifferenti. Come affermava anche Alberto Moravia, che ha dedicato un’intera sua opera a questo atteggiamento, indifferenza significa non provare alcun tipo di emozione. È totale assenza e mancanza. L’indifferenza è la volontà di essere ciechi.”
Aveva letto così velocemente che il tempo era passato senza accorgersene. Nella sala, una folla di persone davanti a lei in piedi ad applaudire. “Ebbene, signori, questo era l’ultimo testo che chiude ufficialmente il concorso. Attendiamo con ansia le votazioni dei giudici e, dunque, i nomi dei vincitori.”