I brevissimi 2010 – Gourmet di Andrea Serra_Cavaglià(BI)
anno 2010 (I sette peccati capitali – La lussuria)
Gourmet
Voluttuosa, intrigante e in molte parti sorprendente, nell’inattesa voglia di stupire e di stupirsi, la foia mantiene un che di incontrollato, d’irrazionale. Il desiderio selvaggio di gustare, mordere, mangiare dell’oggetto della passione, farne nutrimento e piacere e godimento e gusto proibito. Un proibito iniziato qualche settimana prima, alla festa di un compagno delle superiori; non appena li avevano fatti incontrare, era stato chiaro che il loro destino era di rimanere uniti, di ritrovarsi, giorno dopo giorno, diventare un’ossessione dolce e irresistibile da cui farsi tentare ogni volta un po’ di più.
Inizialmente era sembrata una simpatica fissazione, frutto di un animo libero e pronto alle nuove piccole manie del piacere; tante erano state le infatuazioni della sua vita, da quando aveva quindici anni in poi, e tutte si erano esaurite nel corso di pochi giorni, il tempo della conquista, e poi l’interesse si esauriva dopo il primo piacere. Ma questa volta era stato del tutto differente: la passione era scoppiata travolgente come un tifone, un maremoto inarrestabile che tutto travolgeva e tutto portava con sé.
La prima volta era avvenuta la sera stessa in cui era stato l’incontro, alla festa, non appena l’amico che era stato il tramite fra loro aveva girato lo sguardo, perché non si intromettesse nei suoi affari e non lo considerasse troppo goloso. La situazione era sotto controllo, poteva in ogni momento troncare quella anomala relazione maniacale: così diceva, ma non era vero. La realtà era che, dopo la prima fame, quel cibo delizioso era divenuta un’esigenza irresistibile.
Il desiderio carnale di possedere, toccare, mordere, gustare l’oggetto di tanta passione era un pensiero fisso di ogni suo giorno, ogni sua ora. Avrebbe finito per pagare le conseguenze di una simile insistita voracità. Non era normale.
Prima o poi avrebbe dovuto parlarne con il proprio medico. Sarebbe stato meglio meglio se lo avesse fatto prima di impazzire del tutto. Quello che era stato un dolce piacere quotidiano era divenuto da subito un chiodo che lo tormentava non appena apriva gli occhi la mattina e lo accompagnava fin alla sera, sino all’addormentamento; persino di notte, succedeva che si svegliasse all’improvviso e il pensiero era solo uno: soddisfare al più presto la voglia infinita che lo consumava. Una non bastava e nemmeno due o tre. Ogni giorno di più. E ogni giorno si scopriva deliziato anche solo alla vista di quelle forme tonde e lisce, e da quel cuore dolce e delicato sotto la scorza dura che ostentava appena spogliata. Toccare, appena appena con le dita, afferrarla bene prima di baciarla, lambirla, prepararsi a divorarla… era vorace, voracissimo, mostruosamente vorace.
Malato? Forse. Anzi, probabilmente. La sua dipendenza era preoccupante. E tuttavia: bellissima. La dolcezza di quella travolgenza era totale e capace di assorbirlo interamente nella forza assoluta di tanta completa bontà. Una bontà rassicurante e avvolgente, che sollevava e faceva sentir bene, una bontà antica. Sempre la stessa, eppure ogni volta nuova, l’esperienza era per lui delicata e distruttiva. Ma troppo meravigliosa per pentirsene. Una dipendenza letale, forse. Ma dolce era morire in quel nettare succulento di cui non ci si stancava mai.
Era amore, senza mezzi termini e senza soluzione se non in una completa introiezione. Doveva essere per sé, e per nessun altro al mondo. Nessun atomo, elettrone o spazio vuoto doveva essere dispensato a chi fosse altri da sé. Ne avrebbe divorato ogni singolo elemento. Era amore, intenso, lussurioso, infinito.
“Allora, Saverio, dai anche a me una di quelle caramelle o te le mangi tutte tu?”
Il giovane nascose il sacchetto, arrossendo colpevole. Non avrebbe condiviso con nessuno quella delizia.
20:04
11/12/09
Andrea Serra
Andrea Serra, nato a Biella nel 1978, è insegnante (assai precario) nella scuola secondaria. Di formazione classica e laureato in Lettere, scopre la sua passione per lettura e scrittura non appena impara a tenere una penna in mano. Ha al suo attivo 9 romanzi, 4 raccolte monografiche di poesie, 2 raccolte di “prose poetiche”, 1 raccolta di aforismi, oltre a più di 70 racconti e 270 poesie. A questo si aggiungono il saggio-tesi di laurea sulla figura dell’infanzia nella narrativa italiana dell’Ottocento (unico studio sull’argomento attualmente svolto) e vari progetti in corso di composizione. Naturalmente, tutto questo materiale è in vana ricerca di editore… Sinora l’unica vera pubblicazione avviene con il racconto Amori e sogni per la Kappa Edizioni, oltre che con alcuni racconti premiati in vari concorsi letterari. Le sue tematiche preferite sono sono l’infanzia e l’adolescenza, con i loro sogni e i loro drammi di età di passaggio, di cui evidenzia, con occhio impietoso e mai banale, le meraviglie (ma anche gli orrori) di realtà dai risvolti troppo spesso sconosciuti o taciuti.”