I racconti del Premio Energheia Africa Teller

Il pazzo che dice tutto_Janeloise Wambui Chege

amani 1_Racconto finalista seconda/terza edizione Premio Energheia Africa Teller.

 

Traduzione a cura di Maria Rosaria Silvano

 

Gacoro non è matto da legare come Wambaire – che fa il saluto militare

a tutti coloro che incontra che la chiamano “capo”. Se sei il tipo altezzoso

che non riconosce gli ordini e né tanto meno ubbidisce agli ordini,

ti metterà a posto dandoti un duro colpo di bastone in testa. E se

sei abbastanza remissivo da ubbidire, lui ti ridicolizzerà comunque e non

esiterà a colpirti. Tuttavia, se conosci il Kenia, non ti troveranno mai

morto con le tasche vuote.

Per un “kobole” (una moneta da cinque shilling) Wambaire, ghignando

scioccamente, è disposta a raggiungere il posto preferito nella piazza del

mercato.

La pazzia di Gacoro è del tutto diversa. Secondo alcuni, non è veramente

matto. Le donne del villaggio dove vivo dicono (quando pensano che

si è troppo maschilisti o troppo sciocchi per capire il loro gergo femminile)

che è rimasto per troppo tempo nel canale uterino della mamma

e la sua testa è “andata a male”.

E’ sempre in movimento. Conosce tutti per nome. Non dimentica mai

un volto. Ma la cosa peggiore è la sua capacità di ricordare per molto

tempo il lato peggiore di un carattere.

Quando ti incontra tutta la tua storia gli ritorna immediatamente in mente

e inizia a parlare da solo di te.

Ogni volta che lo incontro grida affinché tutti lo sentano:

“Wacu, impara a usare il bagno in modo corretto”. E’ stato quello che

ha detto persino la scorsa settimana mentre lasciavo il seminario di K.

Kiguta mi aveva appena detto che ero la ragazza più educata che avesse

mai incontrato nella sua vita e che sarebbe venuto a conoscere i miei

genitori. Non è ancora venuto.

Tutto è incominciato un mattino abbastanza sfortunato quando frequentavo

la scuola elementare. La campanella per l’assemblea del mattino

era appena suonata e avevo fatto una scappata in bagno. I bagni erano

stati appena costruiti. Avendo fretta di tornare in fila tra i miei compagni

nel luogo del raduno e non essendo abituata ai nuovi bagni, ho

sporcato dappertutto. Purtroppo l’insegnante di turno stava completando

il giro di ispezione e mi costrinse a pulire i bagni per tutta la mattinata.

Dopo la punizione, il professore mi rimproverò duramente e disse:

“Wacu impara a usare il bagno in modo corretto”.

Non so proprio dove fosse Gacoro che riuscì a sentire tutto. Fallì qualsiasi

mio tentativo di fermarlo anche per un minuto e di sistemare le cose

una volta per tutte. Lui parla sempre e non sta un attimo fermo.

Può non essere così tanto imbarazzante quanto ciò che dice al nostro

pastore. Quando corre in Chiesa con il vestito color porpora, la cravatta

stampata verde e le scarpe marroni accuratamente lucidate e la bibbia

in mano, Gacoro dice: “Wangai, se hai paura di vedere Susanna quando

suo marito è al lavoro, perché non affitti una stanza per lei al centro

commerciale?”.

Non si sa dove Gacoro abbia sentito queste parole. Non si sa nemmeno

perché Susanna abbia affittato una stanza al centro commerciale. Si dice

che suo marito, il quale lavora a Mombasa, sia una persona molto responsabile.

Il pastore ha imparato a controbattere le lamentele di Gacoro

dicendo “Shindwe, Shindwe!” (Che tu sia sconfitto, che tu sia sconfitto)

al demonio che c’è in Gacoro. Il demonio è sempre più forte.

Quando Murage è morto il mese scorso, l’intero villaggio si è radunato

a casa sua per il funerale. Era stato trovato ucciso sull’uscio del suo

negozio. Era stato un uomo giovane ed attivo. Per quanto fosse abbastanza

giovane aveva ottenuto risultati migliori rispetto ai due negozianti

più grandi di lui.

Gacoro arrivò proprio mentre si facevano le fotografie e uno dei due negozianti

più grandi stava esprimendo con voce afflitta la sua tristezza.

Con i suoi tipici lunghi capelli arruffati e la sua alta corporatura entrò

e scoppiò in una cinica risata. Incominciò con una risatina soffocata che

poi si trasformò in un ruggito. Avremmo potuto ignorarlo ma incominciò

a parlare da solo.

“Tugukang’aria biu (Lo distruggeremo completamente)” Non siamo venuti

a vendere scaffali qui. Ho visto Kobia mentre leggeva l’elogio e

aggiustava gli occhiali impazientemente. Piccole tracce di sudore incominciavano

a scorrere lungo l’attaccatura dei capelli.

Per la prima volta, i poliziotti, che erano stati chiamati per garantire la

sicurezza, portarono via Gacoro per l’interrogatorio. In realtà fu inutile.

Lo sentivo camminare su e giù per la cella parlando da solo. In fondo, è

matto. Ciò che preoccupa la polizia adesso è che parla di molestia e di

corruzione quando vede la loro Landrover. La cella, dice, è come il porcile

di suo padre piena di letame e urina, sovraffollata e soffocante.

Adesso lo sappiamo.

Il nostro Parlamentare verrà il mese prossimo. Dobbiamo assolutamente

rinchiudere Gacoro. Il Parlamentare non avrebbe dovuto parlare di riparazioni

stradali e elettrificazione durante le sue campagne. Quando è

venuto per la raccolta fondi alla Scuola delle Ragazze, Gacoro è scoppiato

a ridere gridando: “le strade di macadam al catrame e l’elettricità,

ah! ah!”. Era imbarazzato. Fu a causa sua che il Parlamentare concesse

soltanto Sh. 2,000. Persino gli studenti avrebbero potuto dare Sh. 20,000.

Adesso che il Parlamentare sta arrivando occorre tenere distante Gacoro.

Ma riuscirà ad arrivare alla sede dell’incontro e parlerà.