Energheia premia i narratori del Continente nero
Il Quotidiano 30 Novembre 2007
Africa da antologia
Africa da antologia. Sarà presentata domani, alle 19.30 nella Casa di Spiritualità Sant’Anna in Via Lanera a Matera, la raccolta dei racconti finalisti del premio Africa Teller. Nel corso della serata anche la cerimonia di consegna del sesto Premio Energheia Africa Teller, alla presenza dei giurati e del vincitore Gilbert Harrison Muyumbu.
Il Premio Africa Teller, promosso da Energheia con l’associazione Amani, è rivolto ai giovani scrittori, tra i 16 e i 35 anni, del Continente Africano e ha visto la partecipazione di oltre 200 racconti in lingua inglese e sugli argomenti più disparati. Il bando è stato diffuso via radio (radio Waumini) nella zona del centro Africa.
L’età media degli scrittori che hanno partecipato oscill tra i 20 e i 24 anni. Quest’anno sono stati selezionati dieci racconti di giovani keniani che offrono uno spaccato di vita africana, voci dal paese dove Amani e Koinonia lavorano insieme da oltre un decennio. Per Ubax Cristina Ali Farah, presidente della Giuria della VI edizione, “raccontare significa raccogliere pezzi di vita, dare loro un nuovo ordine, investirli di un significato etico ed estetico che è insieme frutto e specchio del mondo a cui l’autore appartiene”.
Assai originali nel combinare tematiche e stili, i dieci racconti selezionati in questa antologia, ci dimostrano l’importanza di creare occasioni grazie alle quali innescare il processo creativo, processo attraverso il quale coltivare e dare ossigeno all’immaginario delle voci narranti. Saulo diventa sempre più grasso e lustro, mentre trascorre giornate spensierate intento a gozzovigliare assieme ai suoi amici.
L’unica missione di cui si sente investito sembra essere quella di convincere i clienti del negozio in cui lavora a comprare più oggetti possibili, incarico che svolge con un piacere ambiguo.
La sua vita subisce una brusca virata quando una sera, abbandona la strada principale e la sua macchina viene aggredita da un malvivente. Dei cinque uomini provenienti dalla Nairobi civile Saulo sarà l’unico superstite. Le tragiche conseguenze della deviazione segnano profondamente il protagonista che da quel momento rifiuterà il suo stesso soprannome, Saulo, il fortunato, per tornare al più autentico Paul. E’ una parabola, un monito morale nei confronti di chi conduce una vita futile e parassitaria, senza interrogarsi troppo sul mondo che esiste oltre l’autostrada illuminata. Teatro della metamorfosi subita dal protagonista è la realtà urbana delle baraccopoli, luogo eletto dai progetti di Amani a fianco del partner locale Koinonia.