Impressioni di settembre
di Veronica Mestice
In un giardino incantato, come quello cantato da De André, insieme alle storie dei nostri tempi. “Energheia” è – per gli antichi greci – la manifestazione dell’essere e da ventiquattro anni a Matera c’è un premio con questo nome che promuove relazioni e connessioni letterarie e non, arrivando oltre confine.
Non solo storie che si fanno racconto, ma anche sceneggiature e fumetti.
C’è la fiducia perpetua nella scrittura che arde in chi partecipa. Giovani e meno giovani provenienti da tutta Italia e dall’estero, con un’unica volontà: essere letti. Quindi, esserci.
E si sente, palpabile e preziosa, la fede nelle parole, quasi come a ricordarci che abbiamo bisogno di storie che ci nutrano, per preservare l’individualità in mezzo a tutto l’odierno frastuono, per sopravvivere come individui, ecco.
Se è vero che l’Arte non fa accadere niente – tanto per citare Auden -, è proprio in quel niente, il tutto. E la letteratura ci prende per mano, ci scuote, facendoci capire benissimo quel tutto di cui abbiamo un impellente bisogno, oggi e sempre. ·